<Dean?> lo richiamò il vecchio, senza ottenere risposta <Dean! Hai sentito quello che ho detto?>.
Quello, fermo a fissare fuori la finestra senza guardare veramente il panorama, non si mosse.
<Si, ti ho sentito e non lo chiamerò> rispose.
<Non farmi prendere la pistola> lo minacciò Bobby e quello finalmente si girò.
<Siamo così vicini all'inizio dell'Armageddon. Non pensi sia un problema più grande?!>.
<So che sei furioso e non lo giustifico per quello che ha fatto, ma è tuo->.
<Cosa? È sangue del mio sangue?>.
<Si. Lui è tuo fratello e sta annegando> rispose il vecchio.
<Bobby, ho tentato di aiutarlo. Anzi, tutti noi abbiamo tentato, ma non ce l'abbiamo fatta> ribatté il ragazzo, lanciando uno sguardo alla sua ragazza seduta in silenzio sul divano.
<E tu tenta ancora!> affermò Bobby e quello non rispose. Allora si girò verso la ragazza sperando in un po' di buon senso <Claire, diglielo anche tu!>.
<Mi dispiace Bobby, ma è troppo tardi> gli rispose quella, lasciandolo deluso.
<Non esiste questa parola!->.
<Bobby, guardiamo i fatti: Sam non ha mai voluto far parte della famiglia. Crescendo odiava la sua vita. È fuggito a Stanford alla prima occasione e ora la storia di ripete un'altra volta> lo interruppe il ragazzo, sedendosi al fianco della ragazza con un sospiro <E io sono stanco. Stanco di andargli dietro. Per me può fare quello che vuole>.
<Non dici sul serio!->.
<Invece si, Bobby. Sam se n'è andato. Non sono neanche più sicuro che sia mio fratello...se mai lo è stato>.
Il ragazzo abbassò il capo, assorto nei suoi pensieri.
Il vecchio gli voltò le spalle, tremando dalla rabbia.
Con uno scatto gettò tutti i fogli sulla scrivania per terra <Stupido! Stupido figlio di puttana!> esclamò alzando il tono della voce.
I ragazzi si alzarono, confusi da quel comportamento.
<Sai, buffone, mi dispiace che tu ti senta così ferito, principino! Eri convinto che la famiglia dovesse farti sentire bene? Preparare una torta di mele, per te?> esclamò <La famiglia ti fa sentire malissimo! Per questo è una famiglia!>.
<Gli ho detto: "se esci da quella porta, non ritornare". E lui è uscito ugualmente! È stata una sua scelta!> rispose a tono il ragazzo.
<Sembri una ragazzina piagnucolosa!> esclamò il vecchio e il ragazzo gli voltò le spalle <No, anzi...sembri tuo padre>.
<Bobby!> lo riprese la ragazza, ma quello la ignorò.
<Lascia che ti dica una cosa. Tuo padre era un codardo!> continuò il vecchio e il ragazzo finalmente si girò.
<Lui era un sacco di cose, ma codardo?!>.
<Ha spinto via Sam invece che tendergli la mano! Questo non mi pare coraggioso> rispose Bobby, per poi prendere un respiro, calmandosi <Tu sei un uomo migliore di quanto tuo padre sia mai stato>.
Il viso di Dean si contrasse in una strana espressione di diniego misto a sorpresa.
<Quindi fa un favore a tutti: non essere come lui> concluse il vecchio.
Il ragazzo gli voltò le spalle, non volendo fargli capire che quelle parole l'avevano effettivamente scosso.
Si rigirò solo dopo aver pensato a qualcosa da dire, ma la stanza era cambiata.
Dal nulla Dean si ritrovò in una stanza quadrata con le pareti bianche, incorniciate da motivi dorati.
La camera aveva quadri e statue religiose.
Un grosso lampadario lucente pendeva dal soffitto.
Al centro c'era un piccolo tavolo di marmo bianco.
Nessuna traccia del vecchio e della ragazza.
<Ciao, Dean> lo salutò una voce alle spalle, che si rivelò essere Castiel <Ormai è ora>.
Dietro il ragazzo il tavolo si ricoprì di cheeseburger e di birre fredde.
<Ciao, Dean> lo salutò stavolta un uomo in un completo scuro <Sei in forma>.
<E tu chi sei?>.
<Sono Zaccaria, il suo capo> rispose quello facendo cenno verso l'angelo alla sua destra.
<Dove mi trovo?>.
<Chiamala stanza verde. Ci avviciniamo al gran finale e qui sarai al sicuro fino all'inizio dello show> rispose sempre il capo, per poi girarsi verso il tavolo imbandito <Prova un hamburger, il tuo preferito. Da quel bar sulla spiaggia nel Delaware. Avevi 11 anni> lo invitò, ma quello rifiutò <Allora ti offro Ginger, della seconda serie di Gilligan's Island. Hai una cotta per lei, vero? Aggiungo Mary-Anne gratis->.
<Allettante, ma insolito. Lascia perdere gli ologrammi. Voglio sapere qual è il piano> lo fermò il ragazzo.
<Lascia a noi l'incombenza. Ti vogliamo concentrato, rilassato>.
<Bene, però io voglio andarmene presto, quindi comincia a parlare> disse ancora Dean e quello sospirò.
<I Sigilli sono stati spezzati, eccetto uno>.
<Una disfatta impressionante. Quasi paragonabile ai Washington Generals> commentò ironico il ragazzo, facendo girare di scatto l'uomo.
<Credi che il tuo sarcasmo sia appropriato, visto che tu hai dato origine a tutto?> controbatté irritato l'angelo, zittendo il ragazzo impertinente <Ma l'ultimo Sigillo sarà diverso>.
<Perché?>.
<Lilith deve spezzarlo. È l'unica che lo può fare. Domani sera, a mezzanotte> rispose l'uomo.
<Dove?>.
<Ci stiamo lavorando. Noi faremo il nostro dovere e tu fai il tuo->.
<Si, e qual è esattamente? Dovrei essere quello che la fermerà. Come? Con il coltello?!> lo interruppe Dean.
<Quando sarà il momento>.
<E quando sarà il momento?>.
<Abbi fede->.
<Fede in te?! Dammi una buona ragione perché dovrei> chiese diffidente il ragazzo.
L'angelo, spazientito, gli si piazzò davanti con il mento alzato, in segno di superiorità.
<Perché hai giurato obbedienza. Quindi obbedisci!>.
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-Heroes don't wear capes 2-
FanfictionSeconda parte Sequel di -Heroes don't wear capes- Dean Winchester ritorna in vita e nessuno sa come. Si viene a scoprire l'esistenza degli angeli e del Diavolo che è rinchiuso in una gabbia nei meandri dell'inferno, ma ancora per poco. La venuta di...