98

56 3 0
                                    


Aprii gli occhi.
La testa mi faceva un male cane e la ferita alla spalla non rendeva il tutto più piacevole.
Feci per tastarmi la nuca, ma mi accorsi di essere legata ad una sedia.
Accanto a me Dean era stato ammanettato a una scala di ferro.
Sentimmo un'arma venire caricata e ci girammo, ritrovandoci davanti Dean.
<Che succede?> gli chiese il ragazzo ammanettato.
<Dovrei farvi io questa domanda, non credete?> ribatté l'altro Dean <In effetti, datemi una sola buona ragione per cui non dovrei spararvi all'istante> continuò puntandoci il fucile contro.
<Beh, perché faresti del male solo a te stesso> rispose Dean.
<Divertente> commentò l'altro, caricando l'arma.
<Senti, non siamo mutaforma o demoni o qualcosa di simile->.
<Lo so, vi ho messi alla prova mentre eravate svenuti. Argento, sale, acqua santa. Niente> mi interruppe l'altro non degnandomi nemmeno di uno sguardo <Ma ho trovato buffo che tu-> iniziò puntando il fucile verso il maggiore <avessi tutti i tipi di grimaldelli e coltelli serramanico che ho anch'io. Puoi spiegarmelo? Oh, e anche la nostra somiglianza>.
<Zaccaria> rispose il maggiore.
Quello si alzò, avvicinandosi al ragazzo.
<Ripetilo>.
<Io sono te. Veniamo dal fantastico 2009. Zaccaria ci ha presi dal letto e ci ha scaraventati nel futuro>.
<Dov'è ora? Voglio parlarci>.
<Non lo sappiamo> risposi.
Quello alzò le sopracciglia.
<Oh, non lo sapete?>.
Scossi la testa e lui mi si avvicinò, tenendo lo sguardo basso.
Si chinò, appoggiando le mani sullo schienale della sedia, guardandomi con uno sguardo terrificante e minaccioso.
<Senti, cowboy->.
La sua mano si strinse di scatto intorno al mio collo.
<Non chiamarmi così> mi intimò digrignando i denti.
<Lasciala andare!> esclamò il maggiore.
<Dean, siamo noi. Te lo possiamo provare> dissi a fatica e quello, dopo un paio di secondi, mollò la presa sulla mia gola, permettendomi di respirare di nuovo.
Quello ci guardò non convinto, facendoci cenno per procedere.
<Una volta stavamo tornando in stanza e, da fuori, abbiamo sentito delle canzoni di Celine Dion. E, beh, l'unico rimasto in camera era Sam> raccontai.
<La triste verità> commentò l'altro Dean, per poi muovere lo sguardo sul suo sosia.
<Rhonda Hurley. Avevamo 19 anni> iniziò il maggiore, lanciandomi uno sguardo <Ci ha fatto provare le sue mutandine. Erano rosa, rosa di seta, e, sai una cosa? Ci è piaciuto>.
Rimasi a bocca aperta.
<Cosa?!>.
L'altro Dean scrollò le spalle.
<Touché> commentò quello, per poi posare il fucile sul tavolo <Zaccaria vuole mostrarvi quanto le cose andranno male?>.
<Si. Il virus Croatoan è il loro asso nella manica?> gli chiesi di rimando.
<È efficiente, incurabile e spaventoso come l'inferno. Trasforma le persone in mostri. Ha iniziato colpendo le grandi città circa due anni fa. Dopo di che, il mondo è andato completamente a pezzi> rispose l'altro Dean, riempiendo un borsone di armi.
<E che ci dici di Sam?> gli chiese il maggiore e quello si fermò, tenendo basso lo sguardo.
<C'è stato uno scontro violento a Detroit. Per quel che ne so io, Sam non c'è l'ha fatta> rispose rimanendo fin troppo freddo.
<Non eri insieme a lui?>.
<No. Io e Sam non ci parlavamo da almeno cinque anni> rispose ancora.
<Non l'abbiamo mai cercato?!> esclamai incredula.
<Dovevamo occuparci di altre persone> rispose l'altro Dean prendendo il borsone.
<Dove vai?>.
<A fare una commissione>.
<Non vorrai lasciarci qua!> esclamò il maggiore.
<Si. Là fuori ho un campo pieno di sopravvissuti incazzati con l'Apocalisse che incombe su di loro. Non gli serve vederci in una versione di Genitori in Trappola> controbatté Dean <Quindi voi restate chiusi qua> ordinò autoritario.
<Va bene, ma almeno liberaci!> ribatté il maggiore, ma quello non rispose <Oh andiamo! Non ti fidi di te stesso?>.
<No. Nel modo più assoluto> rispose l'altro, per poi uscire.
<Ti prego, dimmi che non sono così stronzo>.
<Beh, più o meno> risposi, lasciandolo alquanto offeso.

Dopo vari tentativi, riuscii a gettarmi a terra, rompendo la sedia, liberandomi.
Riuscii a togliere le manette al ragazzo e così uscimmo da quella capanna.
Qualcuno richiamò il maggiore da dietro.
<Dean, hai un secondo?> gli chiese una voce, che si rivelò essere Chuck <Senti, con il cibo in scatola siamo a posto per ora, ma siamo a terra per quanto riguarda le cose deperibili e prodotti per l'igiene. Alla gente questa cosa non farà piacere. Quindi, che cosa dobbiamo fare?>.
Il ragazzo rimase un attimo perplesso.
<Non lo so. Magari condividere? Sai, come in un kibbutz> rispose.
Quello lo guardò per un po'.
<Scusa, ma tu non dovresti essere fuori in missione? E chi è lei?> chiese Chuck confuso, per poi guardarmi meglio, sgranando gli occhi <Tu sei...->.
<Amanda, piacere. Sono nuova. Dean mi stava portando giusto in infermeria> risposi.
Chuck fece per dire qualcosa, ma il suo sguardo si spostò su qualcosa alle nostre spalle. O qualcuno.
Dean si girò appena in tempo per schivare un pugno e una ginocchiata da parte di una donna alquanto arrabbiata.
<Hai passato la notte nella capanna di Jane?> gli chiese incazzata.
<Cosa? L'ho fatto?> chiese al ragazzo accanto a lui e quello annuì leggermente.
<Pensavo avessimo una "relazione"!> esclamò ancora la ragazza ed io mi girai verso di lui.
<Una relazione? Davvero?> gli chiesi incrociando le braccia al petto.
<Beh, sono sicuro che è così> rispose intimidito il ragazzo.
<E adesso te la fai con questa-> continuò la donna squadrandomi da capo a piede <ragazzetta>.
<Scusami, come? Ragazzetta?! Te la faccio vedere io la ragazzetta> esclamai facendo per andarle contro, ma i due ragazzi ci si misero in mezzo.
La donna, infastidita, ci voltò le spalle, andandosene.
<Senti, Chuck, Castiel è ancora qui?> gli chiese il maggiore e quello annuì, indicandoci la sua capanna.

-Heroes don't wear capes 2-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora