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Giorno 3...

La porta si aprì nuovamente e Alastair comparve sulla soglia insieme a due suoi uomini.
<Buongiorno tesoro! Spero tu abbia dormito bene, perché ti aspetta una giornata intensa oggi> esclamò il demone con un gran sorriso.
<Ho dormito proprio come un angioletto, mentre sognavo di tagliarti la testa> risposi guardandolo male.
<Oh, ma guardatela come prova ad intimorirmi, che dolce!> commentò lui ridacchiando.
I due mi slegarono dalla sedia, per poi obbligarmi a mettermi sulle ginocchia.
Il demone si avvicinò con qualcosa in mano, chinandosi su di me.
<Devo confessarti che questa è la parte che preferisco> sussurrò languido, facendomi rabbrividire.
L'oggetto si rivelò essere una frusta.
Alastair si mise dietro di me ad una certa distanza.
Presi un respiro profondo, preparandomi all'imminente dolore.
Nello stanza rimbombò uno schiocco.
Inarcai la schiena al colpo e strinsi i denti.
Un altro schiocco.
Mugugnai.
Provai a dimenarmi, ma i due tirapiedi mi tenevano ben ferma.
Un altro colpo.
Mi trattenni dall'urlare.
<Ti piace eh?!> esclamò lui con un sorriso compiaciuto sul volto.
<Fanculo, figlio di puttana!> risposi a tono stringendo i denti.
Un'altra frustata.
Urlai, sentendo la pelle lacerarsi in più punti.
Un liquido caldo e denso prese a scivolare sulla mia schiena.
Mi colpì più volte. E ad ogni volta i suoi colpi diventavano sempre più forti.
Nell'edificio rimbombavano solo le mie urla.
Continuò fino a quando smisi di reagire.
I due uomini mi sorressero, mentre alle mie spalle sentivo dei rumori strani.
Una secchiata di alcol mi arrivò dritta sulle ferite.
Urlai con tutto il fiato che avevo nei polmoni.
La schiena bruciava come se mi avessero gettato della lava addosso.
Non riuscendo a sopportare altro, svenni senza forze.

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Giorno 7...

La porta della stanza si aprì, come da ormai una settimana.
<Buongiorno tesoro! In piedi, il sole è alto nel cielo! Ti aspetta un'altra giornata di torture> esclamò come al solito il demone.
<Stai diventanti scontato e poco originale> commentai.
Stavolta non si portarono appresso nessuna frusta, ma un carrellino con tanti utensili sopra.
C'erano pinze, coltelli di varie dimensioni sia seghettati che lisci, un martello e un macchinario strano.
I due scagnozzi mi sistemarono su una specie di lettino, legandomi mani e piedi.
Sbuffai esausta.
<Per quanto ancora mi vuoi tenere in questo strazio di limbo? Non puoi uccidermi direttamente?> chiesi <Le tue torture stanno diventando ripetitive e noiose>.
<Ma come, pensavo ti piacesse stare qua con me!> esclamò lui <Sta tranquilla, oggi ti stupirò!>.
Il demone prese delle pinze attaccate al macchinario strano, attaccandomele addosso.
<Che diavolo è questa cosa?!>.
<Non ti preoccupare, sarà divertente. Almeno per me> rispose lui, per poi girare una manopola.
Dalle pinze si sprigionarono delle forti scariche elettriche.
I muscoli si tesero improvvisamente in tensione, iniziando a tremare.
Quando il primo round finì, rilassai il corpo, riprendendo a respirare.
<Mi vuoi fare l'elettroshock, pazzo maniaco bastardo?!> esclamai appena ripreso un po' di fiato.
Lui, in risposta, aumentò il voltaggio a 20 Volt.
Una scarica più forte mi colse impreparata, facendomi stringere talmente forte i denti da farmi venire un dolore alla mascella.
<Non puoi nemmeno immaginare quante persone ti vorrebbero vedere morta. Io lo faccio per loro, credimi> disse lui appena ebbe spento di nuovo.
<So benissimo di non essere una santa e non me lo devo certo venire a sentir dire da un demone torturatore di anime> dissi in rimando.
Aumentò ancora i Volt, facendo arrivare la manopola a 30.
Urlai a quelle fitte.
<Vuoi sapere chi altro ho fatto a pezzi oltre al tuo ragazzo? Il tuo caro amico Will> disse poi sbeffeggiandosi ed io mi girai di scatto verso di lui.
<Cosa?>.
<Si si, hai capito bene. L'ho scuoiato, accoltellato, tagliato in così tanti piccoli pezzettini che alla fine della giornata era irriconoscibile! Dovevi sentire come gridava: "Claire, Claire, aiutami! Claire!". Era una vera lagna> rispose il demone alzando gli occhi al cielo.
Mi dimenai, provando a liberarmi.
<Brutto figlio di puttana!>.
<Tesoro, devo ricordarti che sei stata tu quella che l'ha ucciso?> chiese retoricamente <Se adesso è all'inferno a soffrire, è solo per colpa tua>.
Aumentò ancora la manopola.
50 Volt.
Sentii ogni cellula del mio corpo friggersi.
Gli occhi uscivano quasi fuori dalle orbite.
Mi sentivo tremare fin dentro l'anima.
Il mio corpo, ormai sudato, aveva i nervi a fior di pelle per la troppa tensione e quasi feci uscire il sangue dalle mani per quando stessi stringendo i pugni.

-Heroes don't wear capes 2-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora