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<Sam, ma che diavolo ti prende?!> esclamò il maggiore.
<Dean->.
<No no, stavolta ha ragione. Hai avuto idee stupide in passato, ma questa è davvero-> mi fermai solo quando Bobby entrò in cucina all'udire di quelle urla <Tu lo sapevi?> gli chiesi con le mani sui fianchi.
<Cosa?>.
<Del piano geniale di Sam di dire sì al Diavolo> rispose Dean adirato.
Il vecchio annuì con un sospiro.
<Oh, ma sei serio?! E non hai pensato di dircelo?!> esclamai.
<La cosa non riguarda me> si giustificò Bobby.
Dean si rigirò verso il fratello.
<Non puoi farlo> gli intimò puntandogli il dito contro.
<Su questo siamo d'accordo->.
<Bene, allora la discussione è finita> interruppi il minore.
Il telefono di Dean prese a squillare e quello fu costretto a rispondere, ma non prima di aver riservato un'occhiata di ammonimento verso il fratello.
Appena ebbe risposto, il maggiore sgranò gli occhi, mettendo il vivavoce.
<Castiel> lo salutò stupito di sentirlo <Dove diavolo sei? Pensavamo che fossi morto>.
-In un ospedale- rispose quello.
<Stai bene?>.
-No-.
<Vuoi spiegarti meglio?>.
-Mi sono appena risvegliato a quanto pare. I medici sono sorpresi, dato che mi credevano clinicamente morto-.
<Ti sei risvegliato in un ospedale?>.
-Sembra di sì. Dopo Van Nuys sono apparso all'improvviso, privo di sensi e sanguinante, su un peschereccio al largo di Delacroix. Mi hanno detto che i marinai si sono spaventati-.
<Beh, devo dire che arrivi giusto in tempo. Sappiamo come si apre la gabbia di Satana>.
-E come?- chiese l'angelo, interrompendosi per mugugnare di dolore.
<È una storia lunga. Stiamo andando a cercare Pestilenza. Quindi, se vuoi catapultarti qui>.
-Non posso catapultarmi, Dean-.
<Che significa?>.
-Diciamo che le mie batterie sono scariche-.
<Hai perso la magia degli angeli?>.
-Ho sete e mi fa male la testa. Ho una puntura d'insetto che mi prude anche se continuo a grattarmi. E sono incredibilmente...umano-.
<Cavolo, mi dispiace>.
-Il fatto è che non posso andare da nessuna parte senza i soldi per un biglietto aereo. E per mangiare e per degli antidolorifici-.
<D'accordo, non preoccuparti. Bobby ti spedirà dei soldi>.
<Perché io?!> esclamò il vecchio allargando le braccia, ma lo ignorammo.
-Dean, hai detto di no a Michele. Quindi devo scusarmi con te. Non sei assolutamente la carcassa d'uomo ferita e distrutta che pensavo-.
<Grazie, lo apprezzo molto>.
-Comunque, alla fine siete riusciti a salvare Claire?-.
<Ciao, Castiel!> lo salutai.
-Claire, che piacere sentirti. Come stai?-.
<Bene. Tu, al contrario, sembri parecchio mal messo. Ascoltami, prenditi del tempo per guarire e rimetterti in forze. Noi ce la caveremo, sta tranquillo> risposi.
-Sicura?-.
<Si si. E poi, adesso ci sono di nuovo io, quindi>.
-Va bene- disse solamente, per poi chiudere la chiamata.

Partimmo subito verso l'indirizzo che il demone ci aveva dato, ovvero una casa di convalescenza.
Ci appostammo fuori, osservando da lontano con i binocoli.
Entrammo all'interno con disinvoltura, avvicinandoci all'uomo addetto alle telecamere di sicurezza.
Con un tranello lo facemmo svenire, legandolo per bene e ci sedemmo, aspettando qualche segno di Pestilenza.
Restammo a guardare le telecamere per ore e ore, rischiando quasi di addormentarci.
Ma, ad un certo punto, vedemmo un uomo uscire dal bagno, ma la sua faccia creava un'interferenza, non permettendoci di vedergli il viso.
Appostandoci dietro delle colonne, ci muovemmo, avvicinandoci alla stanza con le armi cariche e pronte.
Ci muovemmo attraverso i corridoi e, più di avvicinavamo, più stavamo male.
Incominciammo a tossire, poi iniziarono i capogiri e la vista appannata.
Ci mantenevamo in piedi appoggiandoci alle pareti.
Cercammo di sostenerci, ma l'unica cosa che facemmo, fu cadere per terra con il sangue alla bocca, strisciando fino a svenire.
Aprimmo gli occhi dopo poco, venendo trascinati nella stanza.
<Mh, non mi sembra che stiate molto bene> commentò un uomo davanti a noi, Pestilenza <Beh, potrebbe essere la scarlattina o la meningite o magari anche la sifilide>.
In risposta gli lanciammo un'occhiataccia, cercando di rialzarci senza successo.
<Ma, comunque vi sentiate adesso, dopo sarete peggio, molto molto peggio> disse <La malattia ha una brutta reputazione, è considerata ripugnante, caotica. Ma in realtà, questo descrive solo le persone che si ammalano. La malattia in sé è molto pura, determinata. I batteri hanno un solo scopo: duplicarsi e conquistare> iniziò l'uomo. 
Dean allungò il braccio, cercando di raggiungere la sua lama, ma Pestilenza gli schiacciò la mano con la scarpa, facendolo gemere, per poi allontanare il coltello.
<È per questo che alla fine vince sempre lei. Quindi mi sono sempre chiesto perché Dio riversi tutto il suo amore in un essere così malridotto e debole!> esclamò adirato <Io posso solo dimostrargli che si sbaglia, scatenando un'epidemia dopo l'altra->.
Il noiosissimo solito discorso da cattivo fu interrotto dall'apertura della porta.
Dal corridoio entrò Castiel con tanto di impermeabile.
<Come sei arrivato?> gli chiese Pestilenza.
<Ho preso l'autobus> rispose quello entrando. 
In pochi secondi, anche lui fu inginocchiato per terra mentre sputava sangue.
<Ti avevo detto che ce la saremmo cavata> gli dissi a fatica, venendo scossa da un conato che respinsi.
<Non mi pare così in questo momento> rispose quello.
Pestilenza si abbassò alla sua altezza.
<Guarda guarda. Un contenitore occupato, ma privo di poteri. Non c'è una briciola di angelo in te, eh?> commentò quello.
Castiel digrignò i denti e, raccogliendo le sue ultime energie, si alzò di scatto, bloccando la mano del Cavaliere su un tavolino e staccandogli il dito con la lama per terra.
Pestilenza gridò allontanandosi di scatto, mentre il demone che gli stava accanto saltò addosso all'angelo, che gli conficcò il coltello nello stomaco, uccidendolo.
Dean prese l'anello.
<È inutile. È troppo tardi> disse Pestilenza, per poi dissolversi nel nulla.

-Heroes don't wear capes 2-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora