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La notte passò in fretta e il maggiore dei fratelli Winchester si svegliò, destato dalla mancanza della sua ragazza.
Si stropicciò gli occhi, alzandosi.
Andò in cucina per cercare Claire, evitando di svegliare gli altri.
Non la trovò.
Provò in bagno, ma ancora niente.
Sempre più confuso girò tutta la casa, non trovandola.
Ipotizzò che fosse andata a prendere la colazione.
Piano piano si svegliarono tutti gli altri, colorando la casa con sbadigli e saluti biascicati.
Passarono diverse ore.
<Ma dov'è Claire?> chiese il minore ponendo la fatidica domanda.
<Non lo so> rispose il maggiore, provando a chiamarla <È spento> dichiarò alla voce della segreteria <Forse sta arrivando> ipotizzò senza crederci molto.
Passarono altre infinite ore e allora decisero, di comune accordo, di cercarla.
Chiamarono Chris, Rufus, la madre ed Elizabeth, ma nessuno di loro l'ebbe vista.
Dean era sempre più preoccupato, iniziando a perdere la calma che aveva disperatamente cercato di mantenere salda.
Notarono come avesse dimenticato il suo borsone e la sua giacca in casa.
Provarono a cercarla per tutta la città, ma della ragazza non era rimasta traccia.
La chiamarono molteplici volte, ma rispondeva solo la segreteria.
Il ragazzo, non mollando la presa, riprovò per la ventesima volta.

-Che vuoi?- rispose la voce della sua amata.
<Che voglio?! Dove diavolo sei?> le chiese, ma lei non rispose <Claire!>.
-Lontana ormai- disse lei.
Il ragazzo fece tracciare la chiamata.
<Ma che stai dicendo? Dimmi dove sei, così ti veniamo a prendere->.
-No. Basta. Sono stufa!- lo interruppe lei.
<Cosa?>.
-Zaccaria è venuto e mi ha inseguita per tutta la notte. E quando mi ha trovata non ci è andato giù leggero- rispose lei con un tono esasperato.
<Quel figlio di puttana. Aspetta che lo trovi e lo ammazzo. Ma tu stai bene?> le chiese preoccupato il ragazzo.
-No Dean! Io non ce la faccio più! Pensavo che ci fosse del buono in questa vita, ma adesso non riesco più a vederlo. Tutta questa cosa dell'Apocalisse e poi voi due che non fate altro che litigare...mi sta uccidendo. Troppe morti, troppo dolore. Non lo riesco più a sopportare e voi non migliorate le cose- la voce della ragazza si spezzò.
<Che stai dicendo Claire?> chiese timoroso lui.
-Che me ne sono andata. Basta, ho chiuso! Con questa vita e con voi. Sono stanca. Devo sempre riparare i casini tra di voi. Ma non più ormai-.
<Aspetta Claire->.
-Addio ragazzi-.
Claire chiuse la chiamata, lasciandoli più confusi di prima.
Riuscirono a risalire alla posizione della ragazza, distante qualche ora da loro.

Arrivarono davanti ad un motel, andando subito al bancone.
Mostrarono una foto della ragazza al tipo della reception.
Quello rispose dicendo che era arrivata in prima mattinata. Con un uomo.
<Qual è il numero della stanza?> gli chiese il minore.
<Mi dispiace, ma non posso->.
Il maggiore lo sollevò per il colletto della maglia con uno sguardo fuori di sé.
<Il numero della stanza!> esclamò alzando la voce.
<12! 12! Non fatemi del male!> piagnucolò il ragazzo e l'altro lo rimise giù, correndo verso la camera.
I due bussarono alla porta, ma nessuno rispose.
<Claire, siamo noi!>.
<No, andatevene via!> esclamò lei dall'altra parte della porta.
Loro la pregarono, ma, notando la porta aperta, entrarono lo stesso.
Con le pistole a portata di mano, controllarono il bagno all'entrata, constatando che fosse libero.
<Claire> la richiamarono, ma quella non rispose.
La camera era sui colori chiari, illuminata dalle grandi finestre coperte da tende candide.
Il letto matrimoniale aveva anch'esso le coperte bianche, leggermente disordinate e tirate su fin sopra il cuscino.
Il maggiore si avvicinò sospirando.
<Claire, senti, lo so che l'ultimo periodo è stato difficile con tutto quello che è successo, ma andrà tutto bene-> provò a consolarla lui, per poi abbassare le coperte.
Il letto era vuoto.
<Dean> un debole sussurrò attirò la loro attenzione.
Dietro al letto c'era la ragazza, seduta per terra.
I due tirarono un sospiro di sollievo, per poi bloccarsi sul posto.
La pistola del maggiore cadde per terra con un tonfo sordo.

La ragazza, la sua Claire, era per terra circondata da una pozza di sangue, con addosso una macchia parecchio estesa di quello stesso liquido.
Le si avvicinarono di corsa.
La sua pelle era terribilmente pallida.
Il suo respiro fin troppo affannoso.
Lei teneva, ferme sull'addome, le sue mani, ormai immerse nel proprio sangue.
Il maggiore le accarezzò il viso.
<Sam, prendi degli asciugamani> gli ordinò, ma quello rimase a fissare inerme la ragazza <Sammy! Asciugamani!> gli urlò e quello si diede una mossa.
Premette l'asciugamano sulla profonda ferita, facendo sussultare leggermente Claire.
<Ehi, andrà tutto bene, hai capito? Andrà tutto bene> ripetè il maggiore, forse più a se stesso che a lei.
<Ne sei sicuro? Perché non sembra avere una bella cera> commentò da dietro l'angelo Zaccaria.
I due si girarono, notando la lama insanguinata che aveva in mano.
<Che cazzo hai fatto bastardo?!> lo attaccò subito Dean, ma quello schivò facilmente il suo colpo.
<Io? Questo l'avete fatto voi. Anzi, tu Dean, con il tuo ostentare a dirmi di no. E guarda a cosa hanno portato le tue decisioni> lo provocò quello.
<Brutto figlio di puttana!> urlò Dean, lanciandosi su di lui, non prendendolo <Guariscila!>.
<Non posso, è troppo tardi> controbatté l'angelo.
<Non è vero!>.
<Si, hai ragione, non è vero. Ma, sinceramente, non ne ho voglia>.
<Va bene, che cosa vuoi che faccia?> gli chiese il maggiore.
<Lo sai. Dire sì a Michele> rispose con un sorriso beffardo Zaccaria.
<No Dean, non farlo> protestò la voce debole di Claire, facendo avvicinare al suo fianco il minore.
<Beh, peggio per lei. A quanto pare la sua anima scenderà verso l'inferno>.
<L'inferno?>.
<Oh si, non ve l'ho detto? L'ho mandata a fare una bella gita ai piani bassi. Sono sicuro che sarà contenta di passare l'eternità torturata dal tuo caro vecchio amico Alastair> disse sorridendo l'angelo.
<Zaccaria, ti giuro, se non la curi, io->.
<Tu cosa? Mi uccidi? Non puoi, sono l'unico che potrebbe salvare la tua ragazza. Ma, sai una cosa? È così divertente vederti in questo stato, quindi penso che non lo farò>.
<Ti conficcherò un coltello nella faccia!> urlò Dean provando in un altro disperato attacco, ma quello sparì nel nulla.

Il maggiore lanciò un urlo di frustrazione.
<Dean! Il sangue non si ferma!> esclamò nel panico Sam, continuando a tamponare la ferita con un asciugamano oramai diventato rosso.
Il maggiore le si mise nuovamente affianco.
La ragazza era scossa da forti tremori, con la fronte imperlata di sudore.
La pelle pallida era diventata fredda.
Le labbra avevano perso il loro naturale colore roseo.
Gli occhi avevano perso la loro lucentezza.
Le palpebre si fecero pesanti, ma i due la scossero, tenendola sveglia.
<Claire, non mollare. Resta con me, resta con me> iniziò a dire il ragazzo, continuando a fare pressione sull'addome.
La vista della ragazza era offuscata e i suoni erano diventati un po' ovattati, ma sapeva che lui era al suo fianco.
Dean le prese la fredda e pallida mano, colorata del liquido scarlatto, e la strinse forte.
Lei mosse le sue dita, carezzandogli la mano.
<Dean...> sussurrò, venendo scossa da dei violenti brividi.
Lui le prese il viso con le lacrime agli occhi.
<Shh, risparmia il fiato. Starai bene, starai bene>.
<Dean...> ripeté lei <Ti amo>.
La faccia del ragazzo si contrasse in una smorfia di disperazione, che alla ragazza parve quasi un sorriso.
<Anch'io, raggio di sole. Anch'io> rispose accarezzandole i capelli.
Lei fece un ultimo sorriso leggero e sforzato, con i denti sporchi del suo stesso sangue.
Un ultimo scossone la fece tremare.
Poi il suo corpo si fermò.
Lui la strinse a sé e la sua testa ricadde in avanti, appoggiandosi sulla sua spalla.
Il ragazzo continuò ad accarezzarle i capelli tra le lacrime.
Il occhi della ragazza si chiusero definitivamente e il suo cuore smise di battere.
Dean urlò il suo nome fino a farsi bruciare la gola, sotto lo sguardo, offuscato dalle lacrime, di Sam, ancora incredulo.

Claire Anderson era morta.

-Heroes don't wear capes 2-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora