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Aprii lentamente gli occhi, ritrovandomi al buio.
Doveva essere notte e, il dolce silenzio, confermò la mia ipotesi.
Tutto taceva, ma, il lasciare aperta la finestra, rendeva più chiari i suoni notturni del bosco.
Si sentiva il bubolare dei gufi e il muoversi leggero delle foglie, spinte da un lieve venticello.
Non doveva essere una notte particolarmente fredda, dato che si sentivano persino i grilli cantare.
Ero stata sdraiata sul divano nel salotto.
Qualcosa si mosse al mio fianco e, solo in quel momento, mi accorsi del ragazzo addormentato.
Dean aveva la testa poggiata sul suo braccio, posto sul divano.
Sorrisi a quella dolce vista e, allungando la mano, presi a passare delicatamente le mie dita nei suoi capelli.
Lui mugugnò in assenso, muovendo la testa per seguire i miei movimenti.
Poi si irrigidì di colpo e si voltò di scatto verso di me con gli occhi sbarrati.
<Claire?>.
<Buongiorno, cowboy> lo salutai, ma la mia voce uscì in un flebile e rauco sussurro.
Lui mi prese il viso tra le mani, lasciando un bacio passionale e affamato sulle mie labbra.
Ci staccammo solo quando venne meno il fiato.
<Se mi avessero detto che dovevo farmi quasi ammazzare per avere un risveglio del genere, lo avrei fatto molto prima> commentai in risposta.
Lui si gettò nuovamente sulle mie labbra, ma lo dovetti fermare per una fitta lancinante alla spalla.
<Scusa, è che...è bello vederti stare meglio>.
Bevvi un lungo sorso d'acqua, che allietò il bruciore della mia gola desertica.
Mi guardai intorno e notai che mancava qualcuno.
<Ma dov'è Sam?> gli chiesi, facendogli accorgere della sua mancanza.
<Sarà andato a prendere una boccata d'aria> ipotizzò il maggiore.
<Beh, fallo rientrare o si prenderà un accidente!> esclamai e quello obbedì.

Dopo poco il minore rientrò e, vedendomi sveglia, si irrigidì, rimanendo in piedi sulla soglia della porta a fissarmi.
<Vieni, non ti mangio mica> gli intimai e lui si avvicinò a passo lento e con sguardo basso.
Si fermò a debita distanza ed io diedi un colpetto sul divano e lui si sedette evitando il mio sguardo.
Rimase in silenzio ed io sospirai.
<Mi dispiace che tu ti sia sentito tradito, davvero. E tutto quello che ti ho detto è vero-> iniziai, ma lui mi interruppe.
<No Claire, non ti devi scusare di niente> mi fermò alzando finalmente lo sguardo <In questi giorni ho riflettuto molto e ho capito perché l'hai fatto>.
<Ma hai comunque ragione anche tu! Non ti abbiamo mai chiesto cosa volessi per il tuo bene e questo è sbagliato!->.
<Si, ma volevate proteggermi e l'avete fatto perché tenete a me. E poi, sarei io quello che si dovrebbe scusare! Sono stato io a trattarti male nell'ultimo periodo> mi interruppe ancora quello ed io mi fermai a guardarlo meglio.
Il viso era scavato e gli occhi erano contornati da scure occhiaie.
<Sam, da quant'è che non dormi?> gli chiesi e lui distolse lo sguardo.
<Da un po'>.
<E perché?> chiesi ancora.
<Perché ero preoccupato per te!> rispose quello.
<E...?> chiesi indurendo lo sguardo e lui abbassò gli occhi.
<E anche perché ho avuto paura che morissi. E, negli ultimi giorni, non sono stato per niente gentile> rispose lui abbassando il tono della voce.
Il mio sguardo si addolcì.
<È tutto passato ormai> lo tranquillizzai, per poi allargare le braccia <Dai, vieni qui, GGG>.
<Davvero?> mi chiese speranzoso ed io annuii.
Lui si fiondò tra le mie braccia, stringendomi a sé forse un po' troppo forte.
<Piano però. Ti devo ricordare che tu sei un gigante di due metri e che io mi sono appena svegliata?!>.
Lui allentò la presa mortificato.
<GGG?> mi chiese poi.
<Vuol dire Grande Gigante Gentile> spiegai.
<Si lo so, ma perché?>.
<Perché sarà il tuo nomignolo d'ora in poi, GGG> risposi e lui alzò gli occhi al cielo.

-Heroes don't wear capes 2-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora