<Comunque, l'idea di chiedere aiuto al mostro, la trovo mostruosa> riprese l'argomento il maggiore.
<Si, l'hai già detto> sbuffò il minore.
<Oh, scusami se esprimo solo quello che penso> ribatté Dean <Questa è davvero una pessima idea>.
<Hai già detto anche questo->.
<Beh, sempre meno pessima di quella in cui hai bevuto sangue di demone!> continuò il maggiore.
<Grazie per non farmi sentire il peso delle mie scelte, Dean> rispose sarcasticamente Sam.
<Va bene, finitela. Non è il momento di litigare> mi misi in mezzo <Piuttosto, adesso che cosa facciamo?>.
<Per quanto mi riguarda, io me ne vado> rispose il maggiore.
<Peccato che non puoi>.
La dottoressa Piccolo si avvicinò, pronta a dare un altro schiaffo sulla guancia di Sam, che si allontanò prontamente.
<Adesso basta!>.
<Sei un brillante, un brillante->.
<Codardo, si, me l'hai già detto. Ho una bella notizia per te, io non sono un dottore> la fermò il minore.
<Non dire così. Tu sei il neurochirurgo cerebrovascolare più bravo che abbia mai conosciuto, e ne ho conosciuti tanti> controbatté la donna <Quella ragazza non ce l'ha fatta ed è morta. Ma non è stata colpa tua, non è stata colpa di nessuno. Il paziente muore, succede a volte>.
<Non ho la minima idea di cosa tu stia parlando>.
<Sei un codardo. Tu hai paura di operare di nuovo e hai anche paura di amare!> esclamò quella, andandosene singhiozzando.
<Se continua così la sgozzo> commentai sospirando.
Un uomo ci si avvicinò.
<Scusi dottore> richiamò il maggiore, che si voltò controvoglia <Mia moglie ha bisogno del trapianto facciale>.
<Okay, ascoltami bene. Niente di tutto questo è reale, e a tua moglie non serve un bel niente. Addio> rispose scontrosamente quello, riprendendo a camminare spazientito.
<Ehi, dottore!> lo richiamò quello alle spalle e, prima che Dean si potesse girare, gli sparò dritto alla schiena.
Il maggiore, senza fiato, cadde sulle ginocchia.
Lo sorressi da una parte, mentre Sam richiamava a gran voce i dottori.
Portarono Dean nella sala operatoria, trasformando Sam in un chirurgo che, con pazienza, rimosse il proiettile e lo ricucì, sotto lo sguardo perso della dottoressa Piccolo.
L'ambiente cambiò improvvisamente.
Le porte si aprirono, rivelando un uomo che iniziò a parlare in giapponese come a presentare un reality show.
I due fratelli erano in piedi su una pedana rialzata, con un bottone al loro fianco e un bastone con una sfera davanti.
Mi guardai e mi ritrovai vestita con un top di pelle rosso, la gonna corta abbinata e degli stivali bianchi alti fin sopra il ginocchio.
Sulla mia testa era stato posto un cerchietto con le corna da diavolo.
<E ora giochiamo a Schiaccianoci!> urlò il tipo e il pubblico esultò.
L'uomo tirò fuori dalla giacca dei fogli e si voltò verso il minore.
Gli fece una domanda in giapponese e, appena finì, il tempo partì.
<Cosa? Che cosa devo dire?> ci chiese il ragazzo e noi alzammo le spalle <Mi dispiace, non lo so, io non capisco il giapponese>.
L'uomo gli fece di nuovo la domanda, ma Sam non rispose.
Il tempo finì.
<Mi dispiace, Sam Winchester> si scusò l'uomo, per poi sorridere divertito.
<Le dispiace per cosa?>.
Il bastone con la sfera si mosse di scatto, colpendolo proprio nei gioielli di famiglia.
Il ragazzo si piegò in due, mentre il pubblico e il presentatore esultavano.
Il fratello sgranò gli occhi, sapendo che presto sarebbe toccato a lui lo stesso destino.
<Sam, tutto bene?> gli chiesi e lui scosse semplicemente la testa.
Qualcuno bussò insistentemente alla porta, che presto si aprì, rivelando la figura di Castiel.
<È un altro trucco?>.
<No, sono io. Che ci fate qui?> ci chiese l'angelo.
<Che ci fai tu qui?>.
<Vi stavo cercando. Siete spariti da giorni> rispose quello.
<Portaci subito fuori da questo posto!>.
L'angelo si avvicinò, ma prima di poterci portare fuori, scomparve nel nulla.
<No no no, al signor Trickster non piacciono i begli angioletti> disse il presentatore, per poi prendere altri foglietti e girarsi verso il maggiore.
Gli pose un'altra domanda e il tempo partì di nuovo.
<Oh no, e adesso?! Qui ci lascio le palle!> esclamò terrorizzato il ragazzo.
<Stai calmo, devi solo interpretare il ruolo che il Trickster voleva che interpretassi. Dean, devi giocare!> gli dissi.
<In giapponese? Non conosco il giapponese!> controbatté il maggiore.
<Prova!>.
<Maledizione!> esclamò, per poi premere il pulsante.
Disse qualcosa in giapponese, per poi chiudere gli occhi aspettando il colpo, che non arrivò.
<Dean Winchester, Campione di Schiaccianoci!> urlò l'uomo e la folla andò in delirio.
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-Heroes don't wear capes 2-
FanfictionSeconda parte Sequel di -Heroes don't wear capes- Dean Winchester ritorna in vita e nessuno sa come. Si viene a scoprire l'esistenza degli angeli e del Diavolo che è rinchiuso in una gabbia nei meandri dell'inferno, ma ancora per poco. La venuta di...