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Ci ritrovammo in un bosco di notte, illuminati dalle luci che la polizia aveva messo.
La zona era stata isolata con del nastro giallo e, al centro, c'era un corpo coperto di sangue.
Eravamo vestiti formali e, in più, avevamo degli occhiali da sole...di notte.
Un agente ci venne in contro.
<Allora, che ne pensi?> chiese al maggiore.
<Che ne penso? Va a farti fottere, ecco che ne penso!> rispose scorbutico quello.
<Dacci un secondo per favore> disse all'uomo, che si allontanò.
<Cerca di calmarti->.
<Calmarmi?! Porto un paio di occhiali da sole di notte. Sai chi li mette? Gli imbecilli senza talento!> lo interruppe subito il fratello <Detesto questo gioco. Detesto trovarmi in un telefilm poliziesco, e sapete perché? Perché detesto profondamente questi telefilm!>.
<Si, è vero, ce ne sono fin troppi e tutti uguali> concordai e lui annuì.
<Si, sono tutti: "Oh, un aereo è precipitato qui". Non li sopporto!> aggiunse il maggiore.
<Ragazzi>.
<Che c'è?>.
<Date un'occhiata al golosone laggiù> ci disse il minore indicandoci un uomo con un lecca-lecca in bocca.
<Credi che sia lui?> gli chiesi.
<Ora vediamo. Reggetemi il gioco> rispose quello, per poi infilarsi gli occhiali.
Lo seguimmo, facendo l'esatta cosa.
Ci avvicinammo al corpo.
<Tutto bene, ragazzi?> ci chiese il tipo del lecca-lecca.
<Si, cos'abbiamo?>.
<Beh, a parte i segni di corda intorno al collo, aveva un rotolo di monete ficcato in gola> ci illustrò il tipo.
<Beh, allora dico jackpot> esclamò Sam.
<E poi, ha una ferita da taglio nella zona addominale> continuò l'uomo.
Dean prese un ramo e lo usò per spostare la maglia del corpo, intingendone la punta di sangue.
<Beh io dico niente gloria senza fegato> esclamò il maggiore.
<Date a questo tizio un digestivo. Un bel po'> aggiunsi io e l'uomo prese a ridacchiare.
<Buona questa, ragazzi> disse l'uomo ancora ridendo.
Il maggiore gli arrivò alle spalle, infilzandolo dritto al cuore con il paletto.
Quello cadde a terra, sputando sangue.
Qualcuno dietro di noi rise.
Era un altro agente, che presto assunse le caratteristiche del Trickster.
<Avete scelto l'uomo sbagliato, idioti> ci disse.
<Davvero?>.
Gli arrivai da dietro, trapassandolo con un ramo.
L'ambiente cambiò e ci ritrovammo finalmente nel cartificio abbandonato.

Ritornammo stanchi morti nella stanza del motel.
<Sono preoccupato. Che ne avrà fatto quello stronzo di Castiel? Insomma, dov'è?>.
<Non lo so, Dean> risposi <Ma lo salveremo, vero Sam?>.
Nessuno rispose.
<Sam?> lo richiamai, ma ancora nessuna risposta.
Guardai in camera, ma lui non c'era.
<Dove diavolo è andato?>.
<Non ne ho la più pallida idea>.
Lo provammo a chiamare più volte, ma quello non rispondeva.
Salimmo in macchina.
-Dean? Claire?- ci richiamò la voce di Sam.
Ci guardammo intorno, ma non lo vedevamo.
<Sam? Dove sei?>.
-Non lo so- rispose quello e notammo che la radio era accesa -Oh, merda-.
Fantastico, adesso Sam era anche una macchina!
<Beh, di sicuro non abbiamo ucciso quel bastardo> commentai.
<Va bene, il paletto non ha funzionato. E questo cos'è, un altro trucco?> chiese il maggiore.
-E chi lo sa. Forse non ha funzionato perché non si tratta di un Trickster- rispose Sam.
<Che vuoi dire?>.
<Castiel ha detto che è troppo potente per essere un Trickster. E poi avete notato come guardava Castiel? Come se lo conoscesse> risposi.
-E come si è arrabbiato quando avete parlato di Michele e il Paradiso- aggiunse la macchina.
<Ehi, ma di che stava parlando con la questione del tramite di Lucifero?> chiesi.
<Non ne so niente> rispose il maggiore <E tu Sam?>.
-Non so proprio di cosa stesse parlando-.
<Sei sicuro? Non è che ci stai nascondendo qualche altra cosa?> gli chiese il fratello sospetto.
-No, Dean-.
<Sicuro sicuro?> gli chiese ancora quello.
-Si. Se me lo chiedi un'altra volta, giuro di lasciarti a piedi- lo minacciò Sam e quello lasciò cadere l'argomento.
<Ragazzi> ci richiamò una voce alle nostre spalle.
Noi saltammo dallo spavento.
<Castiel, stai bene?> gli chiedemmo subito guardando la sua faccia piena di tagli e lividi.
<Non proprio. Sentite, non ho molto tempo. Prendete questa giara> rispose quello porgendomi un orcio di terracotta <È olio santo. Fateci un cerchio e richiamate Gabriele, poi date fuoco all'olio. Avete capito?>.
<Si, ma perché? E chi è Gabriele?>.
L'angelo fece per parlare, ma sparì nel nulla, di nuovo.

Ci fermammo in uno spiazzale e facemmo tutto ciò che l'angelo ci disse poc'anzi.
-Siete sicuri che funzionerà?- ci chiese il minore.
<No, ma è l'unica scelta che abbiamo>.
<Va bene, figlio di puttana! Vieni fuori!> urlò al cielo il maggiore <Lo farò!>.
<Wow, Sam, mi piacciono i tuoi cerchioni!> esclamò il Trickster spuntando fuori dal nulla.
-Fottiti-.
<Prima di tutto, devi riportare indietro Sam> gli disse il maggiore e quello schioccò le dita.
Sam ritornò al nostro fianco, sulle sue gambe lunghe.
<Dicci una cosa, perché il paletto non ti ha ucciso?> gli chiesi.
<Perché io sono il Trickster> rispose lui.
<O forse non lo sei> controbatté Dean, per poi lanciare il suo accendino sul cerchio d'olio, dandogli fuoco.
<Se tu esci dal fuoco sacro, allora noi ammetteremo che non sei quel che pensiamo tu sia. Altrimenti, sei fottuto> gli dissi incrociando le braccia al petto.
Quello mantenne il suo sorriso strafottente per un po', per poi cambiare di nuovo la scenografia, riportandoci al capanno abbandonato.

Si mise ad applaudire.
<Ottima mossa, ragazzi. Dove avete preso l'olio santo?> ci chiese complimentandosi.
<Beh, nessuno frega Castiel come hai fatto tu> rispose Sam.
<Dove ho sbagliato?>.
<Per cominciare hai parlato dell'Armageddon. E poi, nessuno si arrabbia così tanto, a meno che non si parli della propria famiglia, vero Gabriele?> risposi.
<Sei l'arcangelo?> gli chiese Sam.
<Colpevole> rispose quello.
<E come mai un arcangelo si trasforma in un Trickster?> chiese il maggiore.
<Beh, sono scappato dal Paradiso, ho fatto un trapianto facciale e mi sono ritagliato il mio angoletto di mondo, finché voi non avete mandato tutto a puttane!> rispose.
<Perché sei scappato? Che cosa è successo?>.
<Io amavo mio padre e i miei fratelli, ma vederli litigare continuamente e poi prendersi per la gola...non potevo sopportarlo, così me ne sono andato. E ora stanno ricominciando un'altra volta!>.
<Allora aiutaci a fermarli> gli dissi.
<Non si possono fermare>.
<Vuoi assistere alla fine del mondo?>.
<Io voglio che questa storia finisca. Preferisco stare fermo a guardare i miei fratelli che si uccidono fra di loro per colpa vostra! Paradiso, Inferno, a me non importa chi vince. Voglio solo che finisca!> esclamò.
<Deve pur esserci un modo per staccare la spina>.
<Voi non conoscete la mia famiglia. Ciò che voi chiamate Apocalisse, io lo chiamavo pranzo della domenica. Per questo non si può fermare, perché si tratta di due fratelli che si amavano tanto e che si sono traditi a vicenda> rispose quello <Non vi suona familiare questa storia?>.
<Di che stai parlando?>.
<Siete davvero dei patetici figli di puttana. Perché credete che vi abbiano scelti come tramite?> ci chiese, ma nessuno rispose. Quello guardò Dean <Michele, il fratello maggiore, leale a un padre sempre assente> poi spostò lo sguardo su Sam <E Lucifero, il fratello minore, ribelle ai progetti di papà. Ce l'avete nel vostro DNA. È il vostro destino! "Così come accade in Cielo, così deve accadere anche in Terra". Un fratello deve uccidere l'altro>.
<Che cosa vuoi dire?>.
<Perché credete che io mi sia interessato tanto a voi? Perché sin dall'inizio abbiamo capito che sarebbe finita con voi> rispose l'arcangelo.
I due fratelli rimasero col capo chino.
Mi feci avanti, ponendomi di fronte l'arcangelo Gabriele.
<No, noi non lo permetteremo. Io non lo permetterò. Questo non succederà mai. Mai!> mi opposi.
<Mi dispiace tesoro, ma sarà così> disse lui con tono di rammarico.
<No, tu non ci conosci->.
<Al contrario, io so tutto di loro> mi interruppe Gabriele accennando ai due fratelli.
<Beh, allora non conosci me. Farò di tutto per non far realizzare i vostri piani del cazzo. Di tutto!> continuai.
<Allora morirai provandoci>.
<Non mi importa>.
<Sentite, mi piacerebbe che fosse come un telefilm. Risposte facili, un bel finale che rende tutti felici. Mi piacerebbe tanto, credetemi. Ma questa è la realtà e purtroppo finirà male per tutti noi, perché è così che deve andare> disse Gabriele con tono dispiaciuto.
<Non per forza. Lucifero si è ribellato ai piani di Dio. Perché non potremmo farlo anche noi?>.
<Perché Lucifero era un arcangelo, non un semplice umano. Claire mi dispiace, ma non puoi far niente per fermare il destino> rispose quello.
<Lo vedremo>.
<Allora, che vogliamo fare? Fissarci per il resto dell'eternità?> chiese l'arcangelo sbuffando.
<Tanto per cominciare riporta qui Castiel, altrimenti ti inzuppiamo nell'olio santo e ci facciamo un bell'arcangelo fritto in agrodolce> rispose minaccioso il maggiore.
Quello schioccò le dita e l'angelo apparve al nostro fianco.
<Castiel, stai bene?>.
<Si, sto bene> rispose quello, per poi girarsi verso l'arcangelo <Ciao, Gabriele>.
<Ciao, fratello. Come va la ricerca di Paparino?> gli chiese <Lasciami indovinare. Malissimo>.
<Coraggio, andiamocene da qui> esclamai, andando verso l'uscita.
L'arcangelo ci richiamò da dietro, intimandoci di liberarlo.
<Volete lasciarmi qui per sempre?!>.
Mi fermai un attimo.
<Hai rifiutato di aiutarci, perché non hai le palle di lottare per la tua famiglia. Per me potresti marcire qui dentro, culo piumato> esclamai <Però, al contrario di te, a noi non piace fottere la gente>.
Colpii il pulsante dell'allarme antincendio, per poi andarcene.
<Quella storia che ha raccontato, secondo voi è vera?> chiese il maggiore.
<Lui ci crede. Ma no, non è vera> risposi forse fin troppo bruscamente.
<Claire, tutto bene?> mi chiese Dean poggiandomi una mano sulla spalla.
Sospirai.
<Si, andiamocene da qui>.


-Heroes don't wear capes 2-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora