Elizabeth ci mostrò una mappa del posto, per cercare di capire dove i demoni avrebbero potuto portare la madre.
Appena fuori città c'era un vecchio capannone abbandonato.
Decidemmo di andare a perlustrare i dintorni di quella zona, ma, sulla nostra via, non trovammo nessun demone.
Concordammo che, se quello era il fatidico luogo, all'interno ci avrebbero colti di sorpresa con un trappola.
Entrate e uscite non erano sorvegliate, il che rendeva la nostra teoria più solida.
Ci armammo per bene ed entrammo.
Al centro del grande capannone, c'era una donna legata ad una sedia, con la testa penzolante.
Elizabeth le si avvicinò di corsa, poggiandole due dita sul collo.
<È viva> disse tirando un sospiro di sollievo <Ma l'avranno drogata> aggiunse iniziando a slegarla.
<Beh, continuava a parlare e a parlare. Non ne potevamo più> commentò una voce.
Un uomo sbucò dall'oscurità, facendosi vedere grazie a una luce sfarfallante sul soffitto.
Dietro di lui comparvero altri due uomini.
Le porte si chiusero dietro di noi, rivelando altri demoni.
Oh wow, una trappola. Ma che sorpresa.
<Ah, quindi tu sei il simpaticone che ha organizzato tutto questo scherzo?> chiesi ironicamente <Bravo, davvero>.
<Cosa vuoi da noi?> gli chiese il minore.
Quello aggrottò la fronte.
<Uccidervi! Mi pareva ovvio>.
<Beh, peggio per te, amico> commentò Dean impugnando la lama demoniaca.
Il demone alzò gli occhi al cielo, facendo un segno ai suoi compagni di attaccarci.
Quelli ci furono subito addosso, circondandoci.
Noi ci mettemmo schiena contro schiena, con le armi in vista e i nervi a fior di pelle.
<Siamo circondati> commentò Elizabeth.
<Si, lo vediamo> rispose cinicamente il maggiore.
<Buono, possiamo colpire in ogni direzione> commentai con un sorrisetto beffardo.
<Beh, forse dopotutto non sei così male> si complimentò la ragazza ed io le feci un occhiolino.
<Lo so>.I bastardi ci assalirono in gruppo, essendo il doppio di noi.
Ognuno di noi aveva due pretendenti di loro.
I miei erano: uno pelato e l'altro biondo.
Insomma, divertimento a palate.
I due mi giravano intorno come dei leoni che accerchiavano la preda.
Sorrisi.
Peccato che non sapevano che erano loro stessi le prede.
Il pelato attaccò per primo con una daga per le mani.
Menò uno sgualembro, che schivai senza troppi problemi.
Il biondo si lanciò in un calcio disperato alla mia schiena, ma io mi girai in tempo.
Gli presi la gamba, tirandolo a terra.
Il primo provò a colpirmi ancora, ma gli tirai un calcio sul polso, facendogli cadere l'arma, per poi tirargli un gancio sul suo faccino.
Spinsi la daga, allontanandola ma non troppo.
<Dai ragazzoni, mi aspettavo di più da voi!> esclamai delusa, ma quelli non si mossero.
Mi girai verso i due fratelli per farmi prestare la lama demoniaca, ma uno dei demoni caricò, facendomi sbattere la schiena al muro.
La botta mi tolse il fiato.
<Oh, così ragioniamo> commentai, per poi tirargli una testata, liberandomi.
Destro, sinistro, destro e ancora destro.
Lui cercò di coprirsi la testa come meglio potè.
Poi, Mastrolindo mi bloccò le braccia dietro la schiena e Point-Break sciolse la sua difesa, partendo con l'attacco.
Mi restituì con gli interessi tutti i pugni che gli avevo dato.
Sentivo già lo zigomo livido e il labbro inferiore spaccato, ma non me ne preoccupai.
Mi diedi uno slancio con le gambe, dandogli un calcio in pieno petto.
Poi, da vera stronza qual ero, diedi una pedata nei gioielli di famiglia del pelato che mi teneva ferma.
Richiamai il maggiore, che mi lanciò il coltello.
Senza esitazione, lo presi e lo conficcai nel petto di Mastrolindo e nella schiena di Point-Break, uccidendoli.
Andai dagli altri, aiutandoli a fare piazza pulita.
Passai la lama a Sam per uccidere, come ultimo, il capo di quella fantastica idea.
<Dov'è Lucifero?> gli chiese minacciandolo col coltello.
<Non lo so> rispose quello con un irritante sorriso sul volto.
Il ragazzo gli fece un taglio sulla guancia, facendogli stringere i denti.
<Dov'è Lucifero?> ripetè, ottenendo la stessa risposta.
Aprì un altro taglio sul petto, facendolo urlare.
<Dov'è Lucifero?> gli chiese quasi urlando.
Il demone continuò ad urlare che non lo sapeva.
<Sam, magari non lo sa per davvero> ipotizzai.
<È un demone, certo che lo sa> ribatté quello continuando.
<Sammy, smetti di tergiversare e uccidilo. Non ha niente da dirci> provò il fratello.
Il minore, con una lentezza spaventosa, tagliò la gola al demone che, dopo urla e dolore, morì soffocato dal suo stesso sangue.
La sua testa penzolò all'indietro, mantenuta solo dalle mani del ragazzo, ancora fermo e chino sul corpo.
<Sam> lo richiamai per farlo scostare dal cadavere, ma quello non si mosse.
Lanciai uno sguardo preoccupato a Dean.
<Sammy> provò lui, ma il fratello non staccava gli occhi dal sangue rosso che impregnava la lama demoniaca.
Elizabeth si avvicinò di qualche passo.
<Sam, per favore, lascia quel coltello> gli disse e quello si risvegliò, riuscendo finalmente a staccare lo sguardo.
Ci guardò con occhi colpevoli e, negli occhi del fratello, non riuscii a vedere nient'altro che profondo sconforto e delusione.Riportammo la strega a casa e, appena fu sveglia, Elizabeth la abbracciò forte.
La donna ci ringraziò di cuore.
La ragazza, dopo poco, uscì dalla casa con uno sguardo strano.
La seguii curiosa.
<Elizabeth, tutto bene?> le chiesi e lei si voltò un attimo stupita di vedermi.
<Ti prego, chiamami Lizzie che mi sembri mia madre> mi pregò quella.
<Allora Lizzie, tutto bene?>.
Quella spostò lo sguardo sul verde degli alberi.
<Si, tutto bene. È solo che...> rispose non concludendo la frase.
<È solo che? Dai, abbiamo combattuto insieme, ormai siamo conoscenti!> la incitai e lei ridacchiò leggermente.
<Niente, è solo che è stata la prima volta che succedeva questa cosa. Sono confusa e scossa> disse poi.
<Senti, se vuoi un consiglio da un'esperta di queste situazioni, prenditi una pausa per un po'. Passa del tempo con tua madre e poi, quando ti sentirai pronta, ritorna in carreggiata>.
<E tu hai fatto così?>.
<Assolutamente no. Ho fatto l'esatto opposto! E sono finita per non vedere mia madre per 13 anni> risposi e quella si mise a ridere.
<Di solito non prendo mai in considerazione dei consigli, ma la tua non mi sembra una cattivissima idea> disse Lizzie.
<Lo so> risposi con umiltà <Comunque, posso farti una domanda?> le chiesi e lei annuì <Com'è che tua madre è una strega?>.
Lei sorrise leggermente.
<Non è la mia vera madre. I miei genitori sono morti in un incidente e da lì sono passata di famiglia in famiglia. Poi un giorno sono scappata e un uomo mi ha trovata. Era un cacciatore di mostri e mi prese con sé. E, la cosa più strana del mondo, era che questo cacciatore era sposato con una strega, mia madre Corinne> raccontò brevemente lei ed io rimasi letteralmente a bocca aperta.
<Un cacciatore con una strega? Davvero?!>.
<Si e si amavano da morire. Però poi un giorno mio padre è morto per colpa di un mostro ed io ho ripreso le sue orme, nonostante mia madre non sia proprio d'accordo> finì lei <E tu invece? Qual è la tua storia?>.
Riassunsi in breve tutta la mia vita ed Elizabeth mi ascoltò attentamente.
<Beh, adesso che conosciamo la vita dell'altra ci possiamo considerare più che conoscenti, no?> chiese conferma ma ragazza ed io ci pensai un momento.
<Che ne dici di "Conoscenti approfondite"?> proposi.
<Ci sto>.Sam richiamò me e il fratello, con uno sguardo strano, però rimase in silenzio.
<Sam, che c'è?> gli chiesi e quello abbassò lo sguardo.
<So che non vi fidate di me e ho capito una cosa...anch'io non mi fido di me stesso> iniziò tenendo gli occhi bassi.
<Sam->.
<No, Dean> lo fermò il minore <Quel sangue è stato l'unico pensiero che ho avuto. E ho detto a me stesso che era per il motivo giusto, che le mie intenzioni erano buone. Ma credo che, sotto sotto, mi manchi quella sensazione> continuò <Il problema non è il sangue di demone, ma io, perché non so fino a dove mi spingerei. C'è qualcosa in me che mi spaventa tanto>.
<Allora, che stai dicendo?> gli chiese il fratello con la fronte aggrottata.
<Che non sono in condizioni di cacciare. Devo fare un passo indietro, perché sono pericoloso->.
<Sam, no> provai a fermarlo, ma lui continuò.
<Forse è meglio se ci separiamo>.
<Credo tu abbia ragione> concordò il maggiore.
<Dean!> lo richiamai stupita e arrabbiata.
<Mi aspettavo di litigare->.
<La verità è che passo gran parte del tempo a preoccuparmi per te, invece di svolgere bene il lavoro. E non me lo posso permettere, non ora, capisci?> lo interruppe Dean e l'altro annuì.
<Mi dispiace, Claire, so che stavi cercando di tenerci uniti, ma forse è arrivato il momento di prendere strade diverse> disse mortificato il minore.
<E dove andrai?> gli chiesi ancora sconvolta.
<Pensavo di rimanere qui con Lizzie, dato che anche lei ha bisogno di una pausa. Magari mi troverò un lavoretto. Proverò per un po' a vivere una vita normale> rispose lui, lanciando uno sguardo alla ragazza lontana da noi.
<Ne sei sicuro?> gli chiesi ancora e lui annuì, voltandoci le spalle.
Poi si fermò e ci venne ad abbracciare.
<Abbiate cura di voi> ci disse.
<Anche tu, Sam>.
< E, Claire?> mi richiamò <Tieni d'occhio mio fratello>.
Annuii e poi, dando un ultimo saluto a tutti, salimmo nell'Impala e partimmo, ma con un passeggero in meno.
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-Heroes don't wear capes 2-
FanfictionSeconda parte Sequel di -Heroes don't wear capes- Dean Winchester ritorna in vita e nessuno sa come. Si viene a scoprire l'esistenza degli angeli e del Diavolo che è rinchiuso in una gabbia nei meandri dell'inferno, ma ancora per poco. La venuta di...