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Entrammo nell'abitazione di Jack, trovando il cancello aperto.
Lo scoprimmo a innaffiare le piante e gli ci presentammo.
Gli parlammo dei cambiamenti che lo stavano affliggendo e gli offrimmo il nostro aiuto, spiegandogli tutta la situazione.
Gli parlammo anche del suo vero padre e che era stato lui a trasmettergli questo male.
Lui protestò, non volendo ascoltarci, ma lo avvisammo del suo possibile salvataggio dal diventare un essere orribile.
Lui, in risposta, ci cacciò di casa.
Non fidandoci degli istinti dell'uomo, lo seguimmo fino ad una casa, su cui si arrampicò.
Portandoci le taniche di gas appresso, salimmo veloci le scale sfondando la porta dell'appartamento che era suo obiettivo.
Una ragazza appena ci vide urlò, ma Jack non sembrava essere entrato, così ce ne andammo di corsa.

Ritornammo all'abitazione dei Montgomery, vedendo la macchina del vecchio.
<Beh, ora sappiamo dov'è Travis> commentò Dean.
<Quello stupido figlio di puttana> aggiunse adirato Sam.
Trovammo la porta aperta ed entrammo.
Sembrava essere tutto in ordine e al proprio posto, tranne per una gigantesca macchia di sangue fresco che imbrattava quasi tutto il tappeto.
La scia di sangue continuava fin dietro il divano.
La seguimmo, trovando solo qualche resto di carne. Carne umana.
<Pensate che sia Travis?>.
<Quello che ne rimane> rispose il minore, lanciano un'occhiata al fratello <Avevi ragione su Jack>.
Jack prese alle spalle Dean, gettandolo a terra.
Gli saltai addosso, mettendogli un braccio intorno la gola.
Lui mi prese le braccia, per poi lanciarmi contro il muro.
Il colpo alla schiena mi tolse il fiato e dei puntini neri presero a danzarmi davanti, oscurandomi la vista.
Sam fece per attaccarlo, ma il mostro fu più veloce e lo spinse a terra, per poi colpirlo con l'elsa del coltello.
Poi mi venne vicino e mi diede un calcio in faccia, facendomi svenire.

Mi risvegliai dopo poco, ritrovandomi legata ad una sedia.
Dean era ancora svenuto, steso a pancia in giù su un tavolo.
La maniglia dello stanzino prese a muoversi.
<Dean? Claire?> sentii la voce di Sam chiamare da dietro la porta.
<Dean non può rispondere al telefono adesso> rispose Jack chino sul corpo del ragazzo.
Sam sbatté i pugni sulla porta.
<Jack! Se gli fai del male, giuro su Dio->.
<Calmati! Tuo fratello è vivo, ma non per molto se non ti calmi!> lo interruppe il mostro.
<Sam, sta tranquillo, ci sono io qui. Calmati e andrà tutto bene> dissi oltre la porta, per poi girarmi verso il mostro <Jack, ascoltami, apri la porta e troveremo una soluzione insieme>.
<Certo, faremo una piccola sessione di brainstorming?! Non credo proprio dopo quello che avete fatto> rispose Jack avvicinandosi.
Il suo volto era pallido e con le vene rialzate.
Gli occhi erano rossi, circondati da uno strato violaceo.
La bocca era di un rosso scarlatto e l'alito puzzava di sangue.
<Aspetta, di che stai parlando?> gli chiese Sam confuso.
<Avete mandato il vostro amico. E lui ha cercato di bruciare viva mia moglie> rispose quello.
<E perché?>.
<Non l'ha detto. Immagino che gli psicopatici non sappiano come spiegarsi> rispose l'uomo, per poi avvicinarsi di più al corpo di Dean, sentendo l'odore del sangue che gli usciva da una ferita sulla testa.
<Jack, noi non le avremmo mai fatto del male> cercai di convincerlo.
Lui allungò la mano tremante verso il liquido denso accanto alla testa del ragazzo, per poi leccarsi le dita.
<Oddio, sono così affamato>.
<Jack, ti prego non farlo!> esclamò Sam.
<Non potrò più vedere la mia famiglia. Voi e il vostro amico mi avete trasformato in questo!> controbatté lui alzando la voce.
<Nessuno ti obbliga a ucciderci>.
<Ascoltami, c'è un buco nero dentro di te, lo so. Credimi, lo so. Ma non vuol dire che tu debba caderci dentro. Non devi essere per forza un mostro> gli disse Sam.
<Ma mi hai visto di recente?!>.
<Non importa quello che sei, Jack. Importa solo quello che fai> lo rassicurai.
Jack ebbe uno spasmo, per poi avvicinarsi a Dean con la bocca spalancata.
Sam riuscì ad uscire dallo sgabuzzino e bruciò il Rougaru con il gas.

Uscimmo da quella casa abbastanza indenni.
Mettemmo a posto le armi nel bagagliaio e, facendo appoggiare i ragazzi alla macchina, tirai fuori ovatta e disinfettante e gli pulii le ferite superflue.
Dean, dopo avermi ringraziata, andò subito al posto di guida, mentre trattenni l'altro.
<Non sei un mostro, Sam. Potrai pure avere sangue demoniaco nelle tue vene, ma per noi sarai sempre il nostro Sammy, va bene?> lo rassicurai mettendogli le mani sulle spalle.
Lui sorrise, abbassando il capo.
<Peccato che Dean non la pensi allo stesso modo> mugugnò lui.
<Se c'è una cosa che so per certo di tuo fratello, è che farebbe qualsiasi cosa per te, e che il suo fratellino sarà sempre al primo posto per lui. È arrabbiato, non tanto per ciò che hai fatto, ma per il fatto di avergli mentito> risposi <Quindi, se c'è qualcosa che dovrebbe sapere, io ti consiglio di dirgliela al più presto. Altrimenti continuerà con i suoi lunghi drammi>.
Il ragazzo ridacchiò.
<Grazie Claire. Comunque non mi dispiacerebbe se anche tu mi chiamassi Sammy> esclamò il ragazzo.
<Davvero?>.
<Si, ma dovresti chiedere l'approvazione a Dean>.

Salimmo ufficialmente in macchina, rimanendo abbastanza in silenzio.
<Hai fatto la cosa giusta. Era un mostro, non poteva tornare indietro> disse Dean interrompendo il silenzio creatosi.
Sam non rispose.
Vidi il maggiore lanciare un'occhiata al fratello, che guardava fuori dal finestrino.
Gli diedi uno schiaffetto sulla spalla, facendogli un cenno in direzione del fratello.
<Mi dispiace Sam, sono stato duro con te> si scusò.
<Non preoccuparti Dean>.
<È solo che i tuoi poteri psichici mi terrorizzano->.
<Se per te è lo stesso, preferirei non parlarne> lo interruppe Sam.
<Aspetta, non vuoi parlare? Tu?!>.
<Non c'è nient'altro da dire. Non posso continuare a spiegarti come sono. Non riesco a fartelo capire> rispose il minore.
<Perché non ci provi?>.
<Non posso, perché questo sangue non scorre nelle tue vene, ma nelle mie. Ed è una questione che devo affrontare> rispose Sam.
<Si, ma non da solo>.
<In ogni caso non importa. Questi poteri...è come giocare con il fuoco. Discorso chiuso. Ho chiuso con tutto> disse sospirando esausto il minore.
<Davvero? Beh grazie, è un sollievo>.
<Non ringraziarmi. Non lo faccio per te o per gli angeli o per qualcuno. È una mia scelta>.



-Heroes don't wear capes 2-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora