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Nonostante le molteplici proteste da parte dei due fratelli, partii con loro alla ricerca del Diavolo e, dopo tante, troppe ore, ci dovemmo fermare in un hotel per allerta meteo.
Entrammo bagnati fradici in quello che sembrava essere un hotel di lusso, di gran lungo migliore rispetto ai soliti motel in cui ci imbattevamo.
Ci fermammo nella sala accanto alla hall a mangiare al buffet, dove Dean si lanciò verso il tavolo delle torte, prendendone una quantità esagerata.
Subito dopo andammo in stanza, dove trovammo persino dei cioccolatini sui cuscini.
Ci stavamo per sdraiare sul letto, quando degli urletti provenienti dall'altra stanza ci destarono.
Il maggiore ridacchiò come se avesse dodici anni.
Poi, però, a causa di forti spinte, la parete di fronte a noi quasi crollò.
Entrammo nella stanza affianco per verificare, ma era vuota.
Le coperte erano disordinate e, per terra, trovammo un anello.
Andammo subito alla reception a chiedere informazioni e scoprimmo che la coppia scatenata aveva appena lasciato l'albergo, cosa strana.
Inoltre l'uomo della reception ci sembrò dannatamente inquietante.
Per non parlare del fatto che, così dal nulla, ci si aprì un piccolo taglietto sul collo, cosa non molto positiva.
Ci dividemmo: Dean e io controllammo i corridoi e le stanze, mentre Sam stava addosso all'uomo.
Vagando per i corridoi, passammo davanti una stanza aperta, da cui sentimmo il barrito di un elefante.
Tornammo sui nostri passi confusi, trovando solo un uomo con un asciugamano intorno alla vita, che ci sbatté la porta contro.
Ci riunimmo tutti e tre nella hall che, improvvisamente, era vuota.
L'uscita era chiusa.
Eravamo stati attirati lì come ratti in un labirinto.
Una serata in tranquillità mai, eh?!
Andammo a controllare anche le cucine, dove trovammo un bel pentolone con una zuppa di resti umani bolliti nel proprio sangue.
Delle persone urlarono dietro la porta della cella frigorifero, dove erano stati rinchiusi, ma, prima che potessimo aprire la porta, degli omaccioni ci presero alle spalle, portandoci nella grande sala da ballo.
Davanti ci si presentò un immenso tavolo con tante persone seduteci intorno, tutte con una targhetta addosso.
C'era l'uomo della stanza, con la targhetta Ganesh addosso, un dio induista rappresentato da un elefante.
C'era Odino, il Padre degli dei della mitologia norrena.
C'era Kalì, la dea induista della distruzione con quattro braccia.
Al suo fianco c'era Baldur, dio della mitologia norrena e figlio di Odino.
C'era Zao Shen, dio cinese.
C'era il Baron Samedi, uno dei loa (spiriti dei morti), facente parte della tradizione voodoo.
L'uomo inquietante della reception era Mercurio, dio romano del commercio e del guadagno.
Questo entrò nella sala, portando un carretto che scoprì poco dopo, rivelando una testa di un uomo mozzata, contornata da vari organi freschi ancora insanguinati.
Tutti applaudirono e una luce accecante puntò su di noi.
<Miei cari, sono arrivati i nostri ospiti d'onore> esclamò Baldur guardandoci, per poi girarsi verso le persone intorno al tavolo <Signori, grazie per essere venuti. Non avrei mai pensato di assistere ad una cosa del genere. Tutti questi dei sotto un unico tetto. Tutti sappiamo perché siamo qui. L'Apocalisse giudeo-cristiana incombe su di noi> spiegò quello <Ora, noi abbiamo due fiches da poter barattare: i tramiti di Michele e Lucifero, con in aggiunta la ragazza. La domanda è: che cosa facciamo?>.
Zao Shen si alzò, iniziando a parlare in cantonese, con un tono particolarmente aggressivo.
<Ucciderli? Perché gli angeli che sono qui possono farli resuscitare?!> esclamò Ganesh.
<Non capisco perché vi state scaldando tanto. Sono solo un paio di angeli che si schiaffeggiano. Tutti sanno che, quando il mondo finirà, il grande serpente Jormungandr risorgerà e io stesso sarò divorato da un grosso lupo cattivo> disse con poco interesse Odino ridacchiando.
Zao Shen alzò gli occhi al cielo e tutti iniziarono a litigare, sostenendo ognuno il proprio credo.
Approfittando della loro distrazione, ci alzammo, pronti a sgattaiolare fuori.
Un lampadario cadde all'improvviso, bloccandoci il passaggio.
<Fermi> ci intimò Kalì, facendo tacere l'intera stanza <Dobbiamo combattere> affermò poi <L'unica cosa che capiscono gli arcangeli è la violenza. Finirà nel sangue, non c'è altro modo. O loro o noi>.
<Signora, con tutto il dovuto rispetto. Non abbiamo neanche cercato di parlare con loro-> iniziò Mercurio, ma, ad un'occhiataccia della donna, iniziò a boccheggiare soffocando.
Baldur la fermò e Mercurio riprese a respirare.
Le porte si spalancarono all'improvviso.
<Non possiamo semplicemente andare d'accordo?!> esclamò l'arcangelo Gabriele entrando nella stanza <Sam, Dean, Claire, con voi testoni è sempre il posto e il momento sbagliato>.
<Loki> lo salutò freddamente Baldur.
<Baldur, che piacere vederti. Immagino che il mio invito si sia perso nella posta> rispose Gabriele o Loki.
<Perché sei qui?>.
<Per parlare dell'elefante nella stanza> rispose e Ganesh si alzò offeso <Non tu> si affrettò ad aggiungere Loki <L'Apocalisse. Non la possiamo fermare, amici. Ma andiamo con ordine> quello si girò verso noi tre <Gli adulti devono parlare in privato. Ci vediamo più tardi> disse, per poi schioccare le dita.

Ci ritrovammo nella nostra stanza.
<La prossima volta, quando dico "continuiamo a guidare", continuiamo a guidare> commentò il minore.
<Allora, qual è la nostra prossima mossa?> chiesi.
<Non lo so. Tiriamo fuori dal freezer quei poveretti, li facciamo scappare e, se siamo fortunati, ammazziamo qualche fanatico> rispose incerto il maggiore.
<E quando mai siete fortunati?!> commentò una voce alle nostre spalle.
Gabriele era seduto comodamente sul divanetto.
<Sai una cosa, mordimi Gabriele> disse Dean.
<Si, magari più tardi, ragazzone>.
<Questa storia aveva il tuo fetore fin dall'inizio. Avrei dovuto saperlo> commentai.
<Credete che ci sia io dietro? Ma per favore! Io non c'entro niente. Sono qui per salvarvi il culo> rispose quello.
<Vuoi tirarci fuori dal pericolo?>.
Quello annuì <Vi eliminano o vi usano come esca. Comunque vada, voi siete morti>.
<E perché qualche mese fa ci dicevi che dovevamo recitare i nostri ruoli? Allora ci stavi fregando> affermò il maggiore.
<Oh, la fine è molto vicina. Michele e Lucifero balleranno insieme la lambada, ma non questa sera e non qui> rispose quello.
<Perché ti interessa?> gli chiesi incrociando le braccia al petto.
<Non mi interessa> esitò lui <Ma io e Kalì abbiamo avuto una storia. Sapete, lei è tutta mani. Che dire, sono un sentimentale!>.
<Hanno delle possibilità contro Satana?> gli chiese il minore.
<È una pessima idea. Lucifero li trasformerà in pupazzi> rispose l'arcangelo <Quindi, muoviamoci finché le cose vanno ancora bene>.
<Allora perché non ci fai sparire da qui?>.
<Se potessi lo farei, ma Kalì vi ha messo in una situazione disperata. È una maledizione di sangue. Siete al guinzaglio>.
<E allora che si fa?>.
<Direi che è l'ora di fare un po' di magia nera> rispose quello.
<Dobbiamo prendere le persone nel freezer e poi->.
<No, scordatevelo> ci interruppe lui.
<Ti hanno chiamato Loki o sbaglio? Loro non sanno chi sei davvero> dissi assottigliando gli occhi <Che ne dici di fare quello che ti diciamo? Altrimenti racconteremo a quella legione di morte della tua identità segreta. Non mi sembra un gruppo amante degli angeli> lo minacciai.
<Vi toglierò la voce->.
<E noi lo scriveremo>.
<Allora vi taglierò le mani->.
<E la gente ci chiederà perché andiamo in giro senza mani> lo interruppi ancora, mantenendo il contatto visivo.
Quello sbuffò.
<E va bene>.

-Heroes don't wear capes 2-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora