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Passarono un bel po' di settimane.
Continuammo a spostarci, portando a termine tutti i casi che incontravamo sulla nostra via.
Ogni giorno chiamavo Sam per sapere come stava e cosa stesse facendo, evitando di parlare di mostri o casi per non turbarlo.
Dean uscì dal bagno con i capelli ancora un po' gocciolanti.
<Era Sam?> mi chiese quasi speranzoso notando che chiusi il telefono.
Annuii e il suo sguardo assunse una velatura di malinconia.
<Come sta?>.
<Bene. Mi ha detto che, lui e Lizzie, sono riusciti a trovare un lavoro in un bar. Pensa, hanno persino affittato un piccolo appartamento> gli raccontai.
<Fantastico> commentò lui con un sorriso tra l'amaro e il fiero.
Sospirai.
<Dean->.
<Claire, sto bene. Sono felice che Sam stia provando a fare una vita normale> mi interruppe lui.
<Ma ti manca tuo fratello> aggiunsi e lui annuì.
<Lui si merita una vita normale e un po' di serenità> continuò il maggiore ed io mi avvicinai a lui.
Gli carezzai la guancia e lui, a quel tocco dolce, chiuse gli occhi.
<E tu? Tu non la meriti un po' di serenità?> gli chiesi e quello aprì gli occhi.
<Me la meriterò una volta che tutta questa storia sarà finita> rispose.
<Lo sai che ti seguirò e sosterrò sempre, vero?> controbattei e lui sorrise.
<Si, lo so>.
Mi alzai leggermente sulle punte, posandogli un bacio sulle labbra.
Guardai alle sue spalle e sobbalzai, facendolo girare di scatto.
Dietro di lui, immobile a fissarci, c'era l'angelo Castiel.
<Cristo Castiel! Non farlo mai più!> gli intimai con una mano sul cuore.
<Ciao, ragazzi> salutò quello sempre serio.
<Da quanto ci stavi fissando?> gli chiese il maggiore.
<Da circa dieci minuti> rispose lui.
<La prossima volta però avvisa> gli intimai ancora <Come ci hai trovati?>.
<È stato Bobby a dirmi dove eravate> rispose quello, per poi guardarsi intorno confuso <Dov'è Sam?>.
<Abbiamo deciso di fare vacanze separate> rispose il maggiore <Allora, sei riuscito a trovare Dio?>.
<No, per questo sono qui, mi serve il tuo aiuto> rispose l'angelo guardando solo Dean <Dobbiamo trovare l'arcangelo che mi ha ucciso. Il suo nome è Raffaele e gira voce che sia sceso sulla Terra. Questa è un'opportunità rara>.
<Per cosa? Per vendicarti?>.
<Per avere informazioni>.
<Tu credi che, una volta trovato, ti darà l'indirizzo di Dio?> gli chiesi ironicamente.
<Si, perché noi lo intrappoleremo e lo interrogheremo> rispose Castiel serio.
<Dacci una buona ragione per farlo> ribatté Dean.
<Perché tu sei il tramite di Michele e nessun angelo oserebbe farti del male>.
<Oh, sono il tuo giubbotto antiproiettile?!> commentò l'altro e quello gli si avvicinò.
<Il tuo aiuto è indispensabile, perché sei l'unica persona che può aiutarmi>.
Il maggiore acconsentì.
<Vengo anch'io> mi aggiunsi.
<No, è troppo pericoloso> rispose l'angelo.
<Stai scherzando?!> esclamai accigliata <Ho affrontato decisamente di peggio>.
<No, non credo>.
<Non importa, ho saputo tenere testa a Gabriele. È solo un altro sbruffone con il culo piumato> controbattei.
<Morirai> continuò lui.
<E quindi? Se andate voi, vengo anch'io. Fine della discussione> affermai decisa e determinata.
<Sei...testarda> commentò l'angelo aggrottando la fronte.
<Grazie>.
<Non penso sia un complimento>.
<Lo so, ma io lo conto come tale> ribattei <Allora, dove si trova questo Raffaele?>.
<Nel Maine> rispose quello, avvicinando le mani alle nostre fronti.
<Fermo!> lo bloccò il maggiore <Stavolta andiamo in macchina>.

Dopo qualche ora arrivammo davanti una stazione di polizia a Waterville, nel Maine.
<Perché siamo venuti qui?>.
<Un vice sceriffo ha visto l'arcangelo> rispose l'angelo.
<E qual è il piano?>.
<Diremo al vice sceriffo che ha visto un arcangelo e che noi vogliamo sapere dove si trova> rispose quello.
<E ti aspetti davvero che ti risponda?!>.
<Perché no?> chiese confuso l'altro.
Dean tirò fuori dalla giacca i badge falsi da agenti dell'FBI, passandoceli.
<Perché, Castiel, noi uomini, quando vogliamo qualcosa con tutte le nostre forze, mentiamo> gli risposi, mentre Dean gli sistemava la cravatta storta.
<Perché?>.
<Perché è così che si diventa Presidente> rispose il maggiore.
Entrammo nella centrale, presentando i nostri badge al suddetto vice sceriffo.
Questo ci raccontò di come avevano ricevuto una chiamata per disordini a un distributore. Una rissa colossale e di almeno una quarantina di persone (probabilmente angeli e demoni).
Ci disse che, subito dopo, c'era stata un'esplosione di luce e, in mezzo, c'era un uomo inginocchiato senza nemmeno un graffio (forse Raffaele).
Disse che era Donnie Finnerman, un meccanico, e che era stato ricoverato all'ospedale St. Pete's.
Lo andammo subito a visitare, ma l'arcangelo se n'era andato dal suo corpo, facendo rimanere solo un tramite vuoto.

-Heroes don't wear capes 2-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora