Appena riuscii a mettermi in piedi senza capogiri, mi fiondai in bagno, per levarmi da dosso il sudore di quei giorni.
Mi sfilai i vestiti molto cautamente, per poi fermarmi un minuto davanti lo specchio.
I capelli erano spenti e sporchi, il viso era segnato da occhiaie profonde e alcuni lividi, il corpo era anch'esso cosparso di ematomi e graffi.
Osservai con disprezzo e disgusto la mia schiena, cosparsa da molti tagli più o meno profondi.
Non volendo più assistere a quella vista, entrai in doccia, lavandomi con acqua bollente e un sacco di sapone.
Quando la mia mente iniziò a ripercorrere tutti quei giorni in cella, decisi che era tempo di uscire.
Mi strinsi nell'accappatoio, appoggiandomi al muro per la stanchezza.
<Chris, puoi venire un attimo?> chiamai mio fratello, ma lui non rispose.
Sentii bussare alla porta, così la aprii, ritrovandomi davanti Dean.
Mi strinsi di più nell'asciugamano.
<Chris non c'è, è uscito a comprare altri antidolorifici. Ci sono solo io> spiegò subito notando il mio sguardo confuso.
<Finirò per andare in overdose con tutte queste medicine> commentai passandomi una mano sul viso.
<Avevi bisogno di qualcosa?> chiese poi lui.
<No no, niente, lascia perdere> lo liquidai con un gesto della mano, ma il suo sguardo si spostò sul phon che avevo appoggiato sul lavabo.
Sospirai abbassando lo sguardo.
<Non riesco ad asciugarmi i capelli> ammisi leggermente imbarazzata.
Lui mi sorpassò, entrando nel bagno.
Prese uno sgabello e lo mise al centro del bagno, sotto il mio sguardo.
Mi fece un cenno di sedermi ed io lo guardai confusa.
<Te li asciugo io> disse ovvio lui.
<Dean, non ce n'è bisogno. Non sei obbligato->.
<No no no, tranquilla, lo faccio volentieri> mi interruppe lui.
Mi sedetti sullo sgabello e lui accese il phon, iniziando ad asciugarmi i capelli.
Le sue mani vagarono veloci e delicate sulla mia testa.
Chiusi gli occhi, beandomi di quel suo tocco.
La magia s'interruppe quando lui spense il phon.
<Grazie>.
<È il minimo che possa fare>.
Lui fece per andarsene, ma lo fermai, richiamandolo e facendolo girare.
<Dean, mi dispiace tanto>.
<Per cosa?>.
<Per la scenata di ieri notte. Non so perché ne fossi così sicura. Forse là mi hanno drogata e il mio cervello mi ha giocato brutti scherzi->.
<Claire, va tutto bene, non ti preoccupare. Non sono arrabbiato e tu non ti devi scusare di niente. Anzi, forse sono l'unico che ti può davvero capire> mi interruppe il ragazzo con un sorriso sincero, per poi uscire.
Finii di vestirmi e ritornai nel salotto, dove il ragazzo era seduto su un'estremità del divano a guardare la televisione.
<Che cosa sta in tv?> gli chiesi avvicinandomi.
<Sembra niente di interessante> rispose quello andando avanti con i canali.
Mi sedetti sull'estremità opposta del divano.
Le immagini di film o programmi mi passarono davanti, fino a quando ne vidi uno fin troppo familiare.
<Aspetta! Torna indietro> esclamai e lui obbedì <Lascia qua> dissi subito.
<Rocky?> chiese lui girandosi verso di me.
<Che c'è?! È il mio film preferito> risposi scrollando le spalle.
<Posso sapere come mai?>.
<Me lo ha fatto vedere mio padre quando ero piccola. Poi nel tempo sono continuati ad uscire gli altri e siamo diventati fan sfegatati> risposi sorridendo nostalgica.
<Ne hanno fatti degli altri?! Pensavo ci fosse solo il primo> commentò lui ed io aprii la bocca esterrefatta.
<Dean, mi stai dicendo che hai visto Twilight, ma non hai mai visto Rocky?!> esclamai con una mano sul cuore.
<Non è vero, non ho mai visto Twilight!> protestò lui puntandomi il dito contro.
<E allora perché ci fai tante battute sopra se non l'hai visto?!> ribattei incrociando le braccia al petto.
Lui abbassò il dito.
<Ammettilo, anche tu l'hai visto!> esclamò dopo poco.
<Forse> risposi distogliendo lo sguardo.
<Ah! Lo sapevo!> esclamò.
<Beh, almeno io ho visto tutto Rocky!> ribattei ancora.
Lui alzò gli occhi al cielo, sbuffando.
<E allora avanti, fammi vedere Rocky!>.
Mi allungai prendendo possesso del telecomando, facendomi sfuggire un piccolo sorriso vittorioso.
Dean se ne accorse e aprì la bocca allibito.
<Piccola manipolatrice!->.
<Mi dispiace, ormai l'hai detto!> lo interruppi.
<Almeno dammi il telecomando>.
<Ma assolutamente no!>.
<Claire> mi riprese lui assottigliando lo sguardo.
<Dean>.
Lui fece uno scatto per rubarmi il telecomando, ma io lo nascosi velocemente.
Iniziammo a lottare per avere il controllo del dispositivo.
Allungai il braccio per non farglielo prendere e lui, per raggiungerlo, inciampò, portandomi a terra con lui.
Feci una smorfia di dolore per lo scontro col pavimento e Dean si fermò istantaneamente, sollevando il suo corpo per non schiacciarmi.
<Scusami, non volevo, mi dispiace->.
<Sta tranquillo, non è successo niente. Mi hanno fatto di peggio nelle ultime settimane> lo interruppi cercando di sdrammatizzare la sua preoccupazione.
Lui distolse lo sguardo, ma io glielo feci riportare indietro.
I suoi occhi verdi erano fissi nei miei.
Gli accarezzai la guancia delicatamente, passando le dita su quel leggero filo di barba.
Lui si abbandonò al mio tocco, chiudendo gli occhi.
Lentamente avvicinai il mio viso al suo.
Lui aprì gli occhi e, sbattendo le palpebre, si distaccò.
Si alzò da terra, per poi porgermi una mano per aiutarmi a rialzarmi.
Ancora confusa dalla sua reazione, accettai la mano e riprendemmo a guardare il film in una leggera atmosfera di imbarazzo.
Per la prima volta da quando lo conoscevo, non riuscii ad interpretare i suoi pensieri.
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-Heroes don't wear capes 2-
FanfictionSeconda parte Sequel di -Heroes don't wear capes- Dean Winchester ritorna in vita e nessuno sa come. Si viene a scoprire l'esistenza degli angeli e del Diavolo che è rinchiuso in una gabbia nei meandri dell'inferno, ma ancora per poco. La venuta di...