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Dopo esser riusciti a cambiare stanza, Sam uscì a cercare più informazioni sulla defunta moglie di Frank, mentre Dean e Claire rimasero in camera a fare ricerche su questa malattia del fantasma.
Il ragazzo continuava ad alzare lo sguardo ansioso sull'orologio, che ticchettava, in un modo stranamente fastidioso, in sincronia con il suo battito cardiaco.
Tic tac. Tic tac.
Riportò gli occhi sulla pagina, costernata da immagini inquietanti e sanguinolente.
"La malattia del fantasma comporta allucinazioni, febbre, deliri e, eventualmente, una morte orribile".
L'orologio continuava a ticchettare, ma il suo cuore prese ad aumentare.
Tic tac. Tic tac.
Dean fissò lo sguardo inorridito sulle figure, per poi riportarlo sul testo, che sembrava esser cambiato.
"Stai morendo. Di nuovo. Perdente" gli diceva adesso.
Tic tac. Tic tac.
Lui si stropicciò gli occhi confuso.
"Piangerai? Il bambino piangerà?".
Il ragazzo lasciò di scatto il libro.
Il battito accrebbe ancora di più.
Tic tac. Tic tac.
Continuava l'orologio.
<Dean, tutto bene?> gli chiese la ragazza notando come il suo respiro era diventato più corto.
Il ragazzo non le rispose.
L'unica cosa che sentiva era il suo cuore e le lancette di quel dannato orologio.
Tic tac. Tic tac.
Lei gli si avvicinò preoccupata e gli mise una mano sulla spalla.
Lui sobbalzò, scattando in piedi e, allungando il braccio, staccò l'orologio e lo gettò per terra con forza.
Il ticchettio cessò, ma il petto gli continuò ad alzarsi velocemente.
Dean fece di tutto per rallentare il respiro, ma non riusciva a pensare a nient'altro se non a quello.
Si allargò il colletto della maglia per cercare di far circolare l'aria nei polmoni.
Lui si appoggiò al muro, avendo la mente offuscata e non riuscendo a pensare lucidamente.
Piano si lasciò cadere sul pavimento, come se avesse un cappio alla gola.
Claire non sapeva cosa fare. Poi, però, le venne in mente una cosa.
Gli si inginocchiò davanti e gli prese la testa tra le mani, costringendolo a guardarla negli occhi.
<Dean, va tutto bene> cominciò lei mantenendo un tono calmo.
Si avvicinò leggermente.
<Non sei solo. Ci sono io adesso e resterò con te fino a quando vorrai. Non ti lascio e non lo farò mai, ok?> continuò.
Il ragazzo annuì solamente.
Lei lo accolse tra le sue braccia, facendogli appoggiare la testa sul suo petto.
<Concentrati solo sul mio battito. Solo su quello> gli disse accarezzandogli la nuca.
Piano piano il respiro del ragazzo si calmò, tornando regolare.
Nessuno dei due parlò.
Restarono così, stretti l'uno all'altro con gli occhi chiusi, per un tempo infinito, ma che per loro sembrò infinitesimale.
Tutto intorno a loro svanì e niente ebbe più importanza.
Erano insieme dopo tanto tempo. E stavolta per davvero.
Uniti da non si sa quale legame.
Ma erano sicuri fosse speciale.
<Grazie davvero, raggio di sole> sussurrò lui.
<Non c'è di che, cowboy>.

Si staccarono dall'abbraccio, non volendo comunque abbandonare quel contatto.
Il ragazzo le mise dietro l'orecchio una ciocca ribelle, sfuggita alla coda bassa che teneva imprigionati i capelli castani.
Lei, con ancora le mani dietro la sua nuca, gli accarezzò la guancia, ruvida per il filo di barba.
Lui, a quel tocco, chiuse gli occhi, abbandonandosi contro la sua mano, come se non venisse sfiorato così dolcemente da molto tempo.
<Quanto mi è mancato il tuo tocco> disse lui, per poi prenderle la mano e posarci su un leggero bacio <Le tue mani>. Le prese il mento, avvicinandolo a sé, per poi lasciarle un bacio sulla sua bocca <Le tue labbra>.
Lei annuì, capendo esattamente il suo stato d'animo <Anche le tue. Mi sei mancato, Dean. Così tanto>.
Si lanciarono in un bacio disperato e appassionato al contempo stesso.
Si aggrapparono l'un l'altro in un bacio tormentato.
Riversarono tutta la nostalgia e la mancanza reciproca in quel singolo bacio. E nelle carezze. E nelle parole. 
In tutto.

-Heroes don't wear capes 2-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora