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Il ragazzo ci fece entrare in casa sua, mostrando ai due ragazzi una foto incorniciata di lui e John.
<Ti ha portato a una partita di baseball?> chiese esterrefatto il maggiore.
<Si, per i miei 14 anni. Papà a volte veniva per il mio compleanno> rispose il ragazzo.
Sam aprì il diario del padre.
<29 settembre 2004. Una parola: "Minnesota"> disse il minore leggendo una pagina del diario.
Dean continuò ad osservare quella foto.
<Ti ha portato a una partita di baseball?!> ripeté quello con un tono amaro.
<Si. Papà non vi ci portava per il compleanno?> rispose Adam, non ottenendo risposta.
<Hai detto che tua madre è sparita. Da quanto tempo?> gli chiesi.
<Tre giorni. È stata vista rientrare dal vicino, ma la mattina dopo non è andata a lavoro. Il direttore d'ospedale ha chiamato la polizia e io sono venuto qui> rispose il ragazzo.
<Che ha detto la polizia?> chiese il maggiore.
<Hanno setacciato la casa senza trovare niente> la voce del ragazzo si spezzò e i suoi occhi diventarono lucidi <Non se ne sarebbe andata senza avvisare. È come se fosse sparita dalla faccia della Terra>.
Mi avvicinai a lui, mettendogli una mano sulla spalla.
<Sta tranquillo, la troveremo>.

Ci dividemmo, perlustrando la casa e alla fine Sam ci richiamò, facendoci allontanare dal ragazzo.
<Hai parlato con la polizia?> gli chiesi e lui annuì.
<Non c'è traccia della madre, però ho trovato questo> rispose mostrandoci un vecchio articolo di giornale <Nel 1990 ci sono stati 17 furti di bare a Windom. Papà stava seguendo questo caso e forse ne parlava in quelle pagine strappate. Il mese scorso sono ricominciati i furti di cadaveri: tre dal cimitero del luogo>.
<Qualunque cosa fosse, non l'ha uccisa e adesso è tornata> rifletté il maggiore.
<Si, ma perché ha preso Kate? Voglio dire, non era morta>.
<Forse si è stancato dei cadaveri e vuole carne fresca> ipotizzò il minore, passandoci una foto di un uomo <Oltre a Kate, manca anche un barista di nome Joe Barton>.
Mostrammo la foto al ragazzo, che però non lo riconobbe.
Abbassai un attimo lo sguardo, notando dei graffi sul pavimento, in corrispondenza del letto.
<Ragazzi, datemi una mano con il materasso>. 
Insieme lo spostammo, trovando sotto di esso una grata.
I due fratelli si misero a fare sasso, carta, forbice per decidere chi si sarebbe infilato lì dentro.
Sfortunatamente per lui, perse Dean, che si apprestò ad entrare.
Molto presto, però, si rese conto che il condotto era troppo stretto.
Mi offrii volontaria per quella missione e, tenendo pronte una torcia e la pistola, entrai nella grata.
Strisciai prudentemente, trovando delle tracce di sangue, che alla fine mi condussero in un angolo ricoperto del liquido denso e scarlatto e di carne umana.

Ci trovammo ben presto una camera in un motel e qualcuno bussò alla porta, per poi rivelarsi essere Adam, che entrò agitato.
<Voglio sapere chi siete!> esclamò.
<Adam, ehi, sta calmo->.
<Non mi dire di stare calmo!> lo interruppe il ragazzo <La mia casa è la scena di un crimine, mia madre probabilmente è morta e voi due mi dite di chiamare la polizia, ma ve ne andiate prima che arrivi?! Chi siete veramente?> chiese ancora, ma nessuno rispose <La polizia non sapeva dove cercare, ma voi si. E prima vi ho sentito dire qualcosa su dei furti di cadaveri!> continuò, per poi notare la pistola di fianco al maggiore, seduto tranquillamente sul letto <Non siete dei meccanici. Voglio solo sapere cosa sta succedendo. Per favore>.
<Siamo cacciatori> rispose il minore.
<Sammy!> lo richiamò il fratello.
<Lui deve saperlo, Dean>.
<Che vuol dire "cacciatori"?> chiese il ragazzo.
Ci lanciammo degli sguardi e iniziammo a spiegargli tutta la faccenda.
<Quindi mi state dicendo che tutti i mostri e gli incubi sono reali> sintetizzò il ragazzo ancora tramortito.
<Si e noi li cacciamo, come papà> rispose Sam.
Il ragazzo ci guardò per un po'.
<Okay> disse infine.
<Okay? Tutto qui?! Dovresti dire che siamo pazzi, bugiardi. Nessuno dice solo "okay"!> protestò il maggiore.
<Beh, siete miei fratelli. State dicendo la verità?> chiese ancora quello e il minore annuì <Allora vi credo. Quindi, che è successo a mia madre?>.
<Non ne siamo sicuri. In città qualcuno ruba i corpi, morti o vivi che siano, ma non sappiamo chi> risposi.
<Credete che possa essere ancora viva?>.
Noi non rispondemmo, abbassando solo il capo.
<Va bene, come posso aiutarvi?> chiese ancora.
<Non puoi> rispose subito Dean.
<Si è preso mia madre. Vengo con voi se gli date la caccia->.
<No> ripeté il maggiore.
<Dean, senti, forse->.
<Forse cosa?!> esclamò ancora il maggiore interrompendo il fratello. 
<Ha perso sua madre. Possiamo capire bene come si sente!> alzò la voce il minore.
Dean si alzò, avvicinandosi.
<Perché credi che papà non ci abbia detto nulla? Perché credi che ha strappato le pagine?!> ribatté il maggiore alzando anche lui il tono <Perché voleva proteggerlo, ecco perché!>.
<Papà è morto, Dean->.
<Non importa! Non voleva che lui vivesse come noi e noi rispetteremo la sua volontà!> lo interruppe ancora il maggiore quasi urlando.
<Posso dire una cosa?> chiese Adam, ma i due gli negarono la possibilità.
Dean ci voltò le spalle, prendendo la giacca.
<Voi accudite il marmocchio> ci ordinò, andando verso la porta.
<Dove vai?>.
<Non lo so!> urlò in risposta, per poi sbattere la porta.
Il silenzio calò nella stanza.
<È sempre così?> chiese Adam.
<Benvenuto in famiglia> commentai.
Sam uscì la pistola dalla giacca, porgendola al ragazzo.
<Sam, ma che fai?> lo fermai.
<Gli voglio solo insegnare qualcosa> rispose quello.
<Ma Dean ha detto->.
<So cosa ha detto> affermò il minore interrompendo Adam, per poi mettergli in mano la pistola <E so cosa sia il desiderio di vendetta>.
<Sam, non mi sembra il caso->.
<Perché?>.
<Dean ha ragione. Perché lo dobbiamo coinvolgere in tutta questa merda?!> risposi.
<Ti fidi di me?> mi chiese lui.
<Si, ma->.
<E allora gli insegneremo qualche trucchetto>.
Sospirai e alla fine accettai riluttante.

-Heroes don't wear capes 2-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora