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« Ma c sfaccim Christià.. teng bisogn è na man »
« Oi Pà.. sto lavorando ma il datore mi ha rimandato la paga io non posso farci niente.. »
« Ci staccheranno la corrente, a tua sorella gli serve un libro per filosofia.. ho appena pagato l'acqua e sembra che nessuno venga più in officina.. nun sacc chiu caggia fa.. »

Entrai in cucina guardando mio padre e Christian, alzai un sopracciglio posando lo zaino sulla sedia.

« Che succede? »
« We.. tu stai ca? » papà
« Che succede Pá? »
« Nient amo a papà, lo sai.. io e Chri discutiamo sempre.. com'è andata la scuola? »

Spesso per loro ero ancora la bambina di casa che non doveva sapere niente.

Lo guardai sospirando siccome aveva capito che avevo sentito e annuì appena, non avevo voglia di discutere.. ma dovevo fare qualcosa.
Ringrazia che la casa fosse di proprietà o di sicuro un proprietario ci avrebbe sbattuto fuori di casa.

« Bene.. mi faccio una doccia e vado in istituto »
« Ma stai semp la dint tu? » Christian
« Almeno c'è gente più cristiana di te.. »

Lo guardai alzarmi il dito medio e feci la stessa cosa guardandolo male mentre mio padre si intromise:

« Wee We, ij sto ca eh. »

Sospirai appena andando in camera prendendo qualcosa di pulito e riuscì a prendere l'intimo andando poi in bagno chiudendomi dentro.

Tolsi i vestiti della mattina e il mio squadro cadde sul cellulare che iniziò a vibrare appoggiato al lavandino, allungai la mano prendendolo:

- Per essere primavera fa abbastanza freddo qui dentro. -

Era un detenuto.. poggiai le mani sul mobile del bagno restando a guardare il messaggio.
Deglutì mordendomi il labbro inferiore e risposi subito:

- Mi dici chi sei? -
- Cosa ti cambia? -
- Prometto che sei sei nell'istituto non dirò a nessuno che hai un cellulare.. -
- Quando può fregarmene? -
- Se stai per uscire non sembra il caso.. -
- Nahh, ci vuole ancora abbastanza tempo.. -
- Chi sei.. ? -
- Giulia, tempo al tempo. -

Serrai la mascella sbattendo la mano sul mobile e poi misi il blocco al cellulare infilandomi in doccia.
-

Hai diciassette anni, a volte
ne senti molti.. altre dieci.
Ma nell'amore sempre ci credi, anche quando
stai male, che non riesci a tirarti su in piedi.

E io dovevo fare qualcosa, non potevo starmene con le mani in mano a guardare mio padre farsi in quattro.. qui a Napoli per lavorare dovevi buttarti solo nei bar ma io avevo anche la scuola e per tanto non ti pagavano neanche bene.

Avevo così tanti pensieri mentre lasciai l'auto di mio padre che decise di darmi uno strappo al minorile e dopo aver salutato Nicola ai cancelli entrai.

C'erano i ragazzi in cortile, stavano giocando a pallone e mi guardai attorno guardando più in là le ragazze.

« We we, Frischezz.. »

Girai subito la testa a Naditza che mi afferrò per sotto il braccio accompagnata da Teresa che sorrideva come non l'avevo mai vista.

« Che e' successo qui dentro? Ci manco da un giorno.. »
« Io e Filippo ci siamo baciati.. »
« Giura.. »
« Te lo giuro, e' stat tropp bell.. ma strano.. come se.. un cane e un gatto si accoppiano.. »
« Che schifo Nad.. »

Sentì Teresa ridere e girai lo sguardo sorridendo guardandola:

« Tu come mai così felice? »

Lei non apri bocca, alzò lo sguardo e indicò con gli occhi qualcosa o meglio qualcuno.. guardai dove stava indicando, c'era: Milos, Totò, Gaetano, Carmine, Filippo.. Edoardo.. e Ciro..

La guardai di nuovo non capendo ma stavolta ma indicò sempre con lo sguardo Edoardo.

« Quindi..? » chiesi
« Abbiamo parlato tutta la notte.. sono rimasta qui stanotte e mi ha parlato così tanto di lui.. »

Annuì facendo una smorfia e poi finsi un sorriso mormorando:

« Vado a posare le mie cose, firmo e torno.. »

Entrambe annuirono e sorrisi leggermente camminando fino all'entrata passando avanti al campetto sentendomi leggermente osservata..

Girai la testa notando Ciro avvicinarsi alla rete seguendomi:

« Oh.. Giuliè.. »
« Hey.. »
« L'altro ieri ti ho chiamata ma sei corsa via.. »
« Si scusa, avevo da fare.. »
« Avevi da fare o stavi scappando da qualcuno? »

Girai subito la testa a dove aveva guardato lui: Edoardo, sospirai appena serrando la mascella e poi guardai di nuovo lui avvicinandomi appena siccome la rete ci divideva.

« Ancora con sta storia..? »
« Guarda che so tutto.. me l'ha detto.. »

Okay, Edoardo non stava mai zitto.
Rimasi in silenzio per tutto il tempo guardando Edoardo da lontano e la voce di Ciro mi fece tornare alla realtà:

« Bastava dirlo che ti piaceva eh.. »
« Ciro.. nun c'è sta nient. È stat na strunzat.. »
« E chi ti piace qua dentro? »

Mi chiese poggiando le mani sulla rete. Sospirai appena guardandolo negli occhi.

« Nessuno.. sono fidanzata da due anni. »

Notai il suo sguardo cambiare e abbassai subito lo sguardo lasciandolo li entrando dentro.

Salutami il comandante passando per il loro ufficio, salutai la direttrice e dopo mi fermai nell'ufficio comunale a firmare.

« Nennè tutt appost? »
« Tutto apposto Comandà.. »

Gli sorrisi lasciando la penna sul tavolo e uscì dalla stanza camminando nel corridoio fermandomi sentendo parlare:

« Abbiamo appena aperto un club ma non abbiamo ragazze.. »
« Ua ma o local e' o tuoi Milos? »
« È un nightclub, lo stanno aprendo per me quando esco è tutto mio.. »

Entrai nella stanza guardando Milos e Gaetano parlare, alzai un sopracciglio mormorando:

« Dov'è questo locale? »
« Eh? a Posillipo.. la famiglia Ricci mi sta aiutando.. »
« Hai bisogno di ragazze? »

Chiesi d'istinto guardando Milos fare segno a Gaetano di uscire e lo guardai avvicinarsi con le braccia consorte al petto.

« Non so se hai capito Giulia.. è un nightclub.. abbiamo bisogno di ragazze immagini.. »
« Cioè.. ai tavoli?.. »
« Si, hai tavoli.. ti faccio sapere io stasera dove andare e a che ora e quando.. »

Annuì appena guardandolo come per ringraziarlo e lasciai la cella andando in cortile andando in stanza comunale, dove l'unico che c'era era Gianni: Cardiotrap, che stava cantando qualcosa.

Pazzo di te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora