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« Devo dirti una cosa.. »
« Che c'è Giu..? »
« Ti ricordi quando eri nell'istituto e.. quella notte uscii tornando tardi e tu eri affacciato? »
« Si, quando eri andata da Valeria la tua amica »

La guardai abbassare lo sguardo e fare "no" col capo. Alzai un sopracciglio staccandomi appena da lei guardandola.

« Quando.. ero in quel posto di merda no? »
« Giulia non girare intorno.. »
« Giovanni Valletta. »

La guardai subito sentendo quel nome. Giovanni era uno dei miei più cari amici, prima che la sua famiglia facesse in modo che mi odiasse per il semplice e fatto che ero un "Ricci" che aveva rinnegato quel codice come mio padre.

Soprattutto sapevo che era l'unico ad aver toccato più volte il corpo di Giulia.. quando era lì.

Abbassai lo sguardo sentendola parlare:

« Già quando abbiamo passato la sera nell'IPM, la serata cinema.. ricevevo messaggi da uno che nemmeno conoscevo e alla fine ho scoperto che era lui.. mi ha detto che il numero l'ha avuto da Salvo e che aveva bisogno di vedermi se volevo stare tranquilla.. »

Per un istante sentii la rabbia essermi così amica, abbassai gli occhi facendo una smorfia senza alzare lo sguardo nemmeno per un minuto.

« E quando ci siamo incontrati.. mi ha chiesto di fingermi per una sera la sua fidanzata, perché se non l'avrei fatto.. tutti sapevano chi fosse Maria. E sapeva per di più che tu avevi la messa in prova e non l'avresti più avuta.. »
« Non hai accettato vero? »

Chiesi subito girando lo sguardo a lei, serio.

Ma non fu la risposta che volevo, la guardai annuire appena e portare l'indice tra le labbra mangiandoci le pellicine delle cuticole in modo nervoso.

« tenevo paura.. che non ti davano la messa in prova e poi tutti avrebbero scoperto cosa facevo.. e tu saresti stato lo zimbello di tutti.. »
« Giulia.. aro ta purtat? »
« Eravamo ad una cena con un sacco di uomini e ognuno di loro aveva la propria "donna", parlavamo così in modo indecifrabile e.. io mi limitavo soltanto a sorridere e annuire come mi aveva detto di fare.. »

La guardai serrando la mascella.. sembrava che in quell'istante l'amore che provavo stamattina fosse tutto catapultato in delusione..

Perché qualsiasi cosa che finiva per fare finiva per tradire ciò che pensavo non riuscisse a fare? Perché continuava a dirmi bugie e poi alla fine dirmi la verità soltanto quando si sentiva obbligata.

« Poi alla stessa festa ho incontrato Edoardo.. c'è stata una piccola lite ma poi l'ho supplicato di portarmi via e da quel giorno ho deciso di non fare più scelte sbagliate dovendo pensare soltanto a noi due.. »
« Noi due? Giulia ma ti senti? Le tue bugie ormai sono come una bibbia, ripeti di voler proteggere il nostro amore ma se non mi dici cosa ti succede non potremmo mai proteggerlo il nostro amore. »

La guardai alzandomi di scatto dal divano e la guardai stringersi nel lenzuolo.

Poggiai le mani nei capelli scombinati che avevo dalla mattina e la guardai zittirsi, non disse più una parola.. restai a guardarla serrando la mascella e poi girai la testa mormorando.

« Vado a prepararmi, ho da fare. »
« Ciro.. »

Girai subito la testa guardandola afferrarmi da mio bicipite destro e la guardai malissimo nel momento in cui tolse la mano.

« Statt ferm Giulia. »

La guardai annuire e abbassare gli occhi.

• POVs Giulia •

Spesso quando senti le cose cose vanno troppo bene, c'è sempre qualche altra cosa che deve rovinare quel momento.
Però io non potevo prendermela con nessuno, perché li la colpa era mia.

Ogni volta che cercavo di fare qualcosa di giusto si rivelava soltanto sbagliata. Era sempre così.

Rimasi seduta tutto il tempo sul divano e soltanto 10 minuti dopo lo vidi uscire dalla porta con addosso la tuta del giorno prima e lo fermai con la voce.

« Dove vai? »
« Teng c fa. »
« Ciro.. ma ij.. »
« Ma tu un cazzo Giulia.. spesso quando ti guardo non riesco a capire di chi sono innamorato, di Giulia.. quella Giulia che non mi lasciava un secondo in ospedale o di quella che sei diventata adesso.. e mo lascem. »

Lo guardai siccome avevo appoggiato la mano sul suo braccio e la tolsi appena girando la testa guardandolo scendere le scale della casetta e andare via.
-

14:30.

Avevo passato la giornata in casetta, non ero uscita di li, soprattutto perché non ricordavo neanche come tornarci a casa visto che era la prima volta che ci mettevo piede in questo posto.

Forse la nostra è solo una storia come un'altra, forse non abbiamo niente di diverso dagli altri: le corse, gli affanni, i ritardi, le prime volte, i primi acciacchi.
Forse è solo un puntino, la nostra storia, tra tutti gli altri puntini che sono le storie degli altri e che, messi insieme, fanno una terra fatta a tratteggi, forse la nostra storia non avrà cambiato il mondo forse non avrà fatto nessuna differenza ed è solo una storia come un'altra ma per me è speciale, io dico che è speciale perché è la nostra.

La nostra storia quasi rovinata o del tutto rovinata dalle paure costante che mi porto dietro senza lasciarle un istante.
-

« Ragazzi.. We We.. »

Mi alzai subito di scatto sentendo una voce, capii di aver lasciato la porta socchiusa e deglutì appena guardandomi attorno cercando gli occhi qualcosa da poter afferrare.

Trovai subito un vaso e deglutì appena avvicinandomi dietro alla porta.

« Oh.. Ciro? »

Istintivamente feci per tirargli il vaso dietro la testa ma mi fermai subito quando notai che era il comandante.

« Oh Oh.. Giulia.. ma Cre? »

Lo guardai scansarsi subito e deglutì appena stringendo tra le dita il vaso.

« Song ij oh.. »

Pazzo di te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora