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Il potere di rifiorire. La speranza coraggiosa di sapere che, nonostante la durata incalcolabile dell'inverno, ci sarà sempre una nuova primavera pronta a fare capolino. La fiducia incondizionata che si fa spazio tra le gelate e le tramontane della vita. Ci sono venti fortissimi, bore inclassificabili, eppure il sereno, in qualche modo torna sempre.
Forse solo per dirci che ci sarà dell'altro, che
gin valentina
possiamo anche fare tanto, che possiamo avere più cura, più amore, più colori se smettessimo di ancorarci alle tonalità infinite di grigio.
C'è sempre qualcosa di diverso, qualcosa che sboccia di nuovo, che rifiorisce, dentro e fuori di noi. La cura sta nell'annaffiarsi, nel prendersi a cuore, nel comprendere quali terreni fanno per noi, quali sono fertili e quali aridi.
Non si può fiorire in ogni luogo: questo non è un torto, è un dono.

Leggerezza: soltanto quella servirebbe
di viversi e vivere qualsiasi cosa, prendendo la bellezza senza farsi condizionare dai problemi e dalle ansie, da quei tormenti che andrebbero rinchiusi in una piccola gabbia dentro il nostro io
Leggerezza che non sarà mai sintomo di superficialità, ma di ali leggere che con un battito riescono a godere di tutta la vista.
Leggerezza per chi sente pesi addosso e non sa scrollarsi.. quei macigni che stringono più di corda al braccio.
Leggerezza, soltanto quella.. perché si può essere chi siamo senza stravolgere ed annientare i propri sentimenti.

L'amore sano non ti fa sentire sbagliata.
Ti fa sentire speciale.

Un mese da quando le nostre vite erano cambiate radicalmente, da quando forse eravamo abbastanza più maturi e consapevoli che ci stavano aspettando molti progetti e responsabilità.

Ciro continuava a giocare a calcio, era riuscito a finire quel progetto sulla casa di cura che aveva aperto per gli anziani, ed era riuscito a dare anche lavoro a qualcuno che ne aveva bisogno.
Vederlo felice, tranquillo, e spensierato.. andare a dormire sempre col sorriso sulle labbra e vederlo avere sempre un po' di tempo per me..
Ero così fiera di lui.

Io stavo finendo gli studi e infatti in quel periodo avevo l'esame mentre aiutavo ogni tanto nella casa di Cura e per di più Edo si era messo in testa di cacciare qualche altro singolo. Lui stava spaccando un botto, e il quel periodo la presenza di Rosa gli faceva veramente bene, ma era andata via per la scuola e per la danza, anche se dopo questo trimestre avrebbe chiesto ai suoi genitori di poter stare qui con noi.

-

Quella mattina Ciro era agli allenamenti e io ero appena tornata dalla seconda visita dal ginecologo, lui era sempre così presente e infatti già mi aveva mandato 20 messaggi dove si scusava per non essere riuscito ad esserci come alla prima ecografia nello studio di un dottore privato che avevamo conosciuto qui.

Non sapevamo ancora il sesso ma sapevamo che stava benissimo e soprattutto che ero di più di tre mesi, aveva ragione Rosa: la gravidanza risaliva al ritorno di Ciro a Napoli dopo i funerali di mio padre.
Ancora non riusciamo a comprendere come questo bambino sia vivo e sano..

Sospirai appena aspettando l'ascensore per entrare toccandomi leggermente il pancino che iniziava a notarsi e mi appoggiai aspettando che le porte si aprissero.

Entrai dopo poco e dopo 3 minuti giusti fui avanti alla porta di casa, mi avvicinai alla porta prendendo la card per aprire la porta ma la mia attenzione cadde sulla porta affianco:
C'era Cloe e aveva appena chiuso la porta girando il viso verso di me.

« Ciao Giulia.. »
« Ciao! »
« Scusami ma.. Ciro è dentro? »
« Perché lo cerchi? »
« È passato il corriere, ci sono arrivati i loghi e volevo darglieli. »
« Puoi darli anche a me. »

La guardai annuire e sospirai appena.. alla fine non potevo trattarla sempre male, anche lei si era innamorata di quel cretino ma era consapevole che non poteva esserci niente di concreto.
Ciro le aveva dato illusioni per un po' e poi?

La guardai porgermi il pacco e l'afferrai alzando il viso a lei mentre mi guardava la pancia:

« C'è qualcos'altro? »
« No.. e' che.. sei davvero fortunata.. »

Poggiai il pacco sul pavimento girando il viso a lei e sospirai appena capendo cosa si riferiva, portai le mani in tasca della salopette e mormorai:

« Sai quanto c'abbiamo messo per arrivare dove siamo adesso? »

La guardai fare no con la testa e sospirai appena.

« Quando meno te lo aspetti arriverà qualcuno anche per te.. Cloe.. e so pure che sei presa un sacco dal mio ragazzo ma.. non può darti niente, ha già una famiglia.. è felice.. »
« Quando siamo stati insieme.. non abbiamo mai fatto niente Giulia, nemmeno una volta.. mai andati a letto insieme, diceva che non riusciva a toccare donna che non eri tu.. »

Alzai il viso trattenendo il sorriso e annuì appena mordendomi il labbro quasi a torturarlo.

« So che tu mi odi ma.. davvero t'invidio.. »
« Io non odio nessuno, l'odio è pur sempre un sentimento.. ma per me non esiste.. »

La guardai sorridermi e annuì appena prendendo di nuovo il pacco da terra poggiando la mano sotto al mio addome e poi mormorai:

« Se hai bisogno di qualcosa.. ci sono.. »

La guardai annuire e la salutai con un cenno di testa entrando in casa e chiusi la porta alle spalle.

No, ciro non era ancora tornato ed erano quasi le due del pomeriggio, ed era Sabato. Non avevo avuto lezione e di sicuro non mi sarei messa a studiare visto che ci avevo dato tre esami.

Mi misi a pulire casa e dalla tv misi delle canzoni con YouTube, credetemi.. in quel caso era come portare Napoli a Londra..

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