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• POVs Ciro •

Ci pensa la vita, mi hanno detto.
Lo fa in modi strani. Quando cerchi le risposte lei ti fa le domande, quando vorresti la pace lei ti crea il caos. Ci pensa la vita, dicono. E noi viviamo quello che viene, teniamo strette le persone a cui teniamo, cerchiamo di tenerci abbastanza ricordi belli, anche se poi sono quelli brutti a prendere il sopravvento.
Tendiamo ad essere protettivi verso chi amiamo. Vorrei dirvi anch'io che ci pensa la vita, ma non so. È tutto così tanto strano che dire soltanto "ci pensa la vita" mi sembra davvero assurdo. Vorrei pensare io a me, vorrei che mia mamma fosse qui per raccontarle che ci sono giorni in cui non va tutto bene. Vorrei che tu prendessi il cellulare e mi chiamassi su quel numero che sappiamo solo io e te. Solo per sapere come sto, io ti direi che sto bene anche se forse non sarà vero, ma non importa, in quel momento penserei che non ci sta pensando la vita a me, ma qualcuno si sta preoccupando per me.

« Stasera tu scendi giù no? Ci sta la serata che ha organizzato la direttrice, pizza e film.. »
« Ma cre sti strunzat Edoà.. »
« Eh Fratè.. camma fa, chest c'è pass o guvern »

Sospirai appena alzandomi dal tavolo lasciando Edoardo lì vicino al tavolo, era strano che mi stava parlando.. da quando c'era stato l'accaduto di Giulia a sento la mattina mi dava il buongiorno, era strano perché io e Edoardo non avevamo mai discusso.

Uscì in cortile aprendo il pacchetto di Merit portandolo alle labbra e sospirai appena accendendo la sigaretta poggiando al muro.

In quei giorni avevo mille pensieri.
Ieri Pietro, mio fratello, era venuto al colloquio e avevamo avuto una piccola discussione perché mi aveva detto che papà non mi avrebbe mai perdonato se fossi entrato nella mischia della sua famiglia.

Io davvero volevo stare lontano da tutto ciò, ma come facevano, erano loro a bussare alla mia porta, erano i guai a dirmi "Stiamo aspettando te" e non lo facevo apposta.

« A che cosa pensi Ciro? »

Girai subito la testa seduto sulla panchina avanti al campetto, guardai la sagoma di Viola..

« Ti importa? »
« Non più di tanto, è solo per parlarti. »

Sospirai appena guardandola mentre si sedeva al mio fianco e strinsi la cicca tra le dita dopo aver ispirato del fumo.

« E' arrivata la bellina da un po', sta in classe »
« Viola, ma tien coccos contro a Giulia? »
« Oltre al fatto che sembra averla soltanto lei.. »
« Finiscila. »
« Non credo che a tutti faccia piacere sapere che è una prostituta.. »

Girai la testa subito verso di lei alzandomi e istintivamente afferrai il suo collo guardandola negli occhi lasciando cadere la sigaretta sull'asfalto.

« C cazz n sai tu? »
« Ho amici ovunque.. Maria? Così si faceva chiamare? »
« Viola.. fai uscire qualcosa e to giur t'accir che man meij... »

« Ooh che sta succedendo qua? Ricci.. »

Tolsi le dita dal suo collo senza smettere di fissarla mentre la voce di Lino, la guardia, arrivava alle mie orecchie.. la guardai sorridere e serrai la mascella mormorando.

« Si fuss femmn t chiavass.. ma m fai schif.. »

La guardai sorridere ancora e scossi la testa sentendo la mano di Lino afferrare il mio braccio, mi feci lasciare subito e entrai in edificio salendo le scale per andare nelle celle.

« Manc a vuo ferni tu eh? »
« Io sto per fatti miei Lino. »
« Sisi, come no. Vatten va. »

Sospirai appena camminando nel corridoio e mi fermai quando arrivai vicino alla stanza comunale, dove si solito passavamo il resto delle ore libere che avevamo per fare qualcosa ma che di solito io non facevo.

C'era Giulia seduta sul divano rosso e aveva una chitarra tra le mani, alzai un sopracciglio nascondendomi appena per non farmi vedere e accanto a lei c'era Teresa.

« Dai.. soltanto una.. fallo per me.. »
« Ma non voglio farlo avanti a loro.. »
« Okay ma adesso siamo solo noi due. »

Sospirò appena e la guardai toccare le corde della chitarra acustica e sorrisi subito appoggiandomi con la spalla al muro.

« Ti proteggerò.. dalle paura delle ipocondrie,
Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via. Dalle ingiustizie, dagli inganni, dal tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura attirerai. »

Quella canzone.. quella canzone me la cantava sempre la mia mamma.
Io, Pietro e Rosa prima che andassimo a vivere in questa casa di adesso, nella vecchia dormivamo in un letto soltanto matrimoniale tutti e tre insieme. La casa era piccola e non c'erano tanti letti quindi ci toccava dormire insieme.

Deglutì sentendo la sua voce.. dove l'aveva nascosta tutto questo tempo?

« Ti solleverò dai dolori e dagli sbalzi d'umore,
Dalle ossessioni delle tue manie..
Supererò le correnti gravitazionali,
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
E guarirai.. da tutte le malattie,
Perché sei un essere speciale,
Ed io.. avrò cura di te. »

Chiusi gli occhi pensando alla mia mamma, la sua voce mi faceva sentire così a casa e speravo davvero non avesse smesso in quel momento.

« Hey.. che stai facendo qua? »

Girai la testa sentendo Liz poggiare la mano sulla mia spalla e gli feci segno di stare in silenzio.

« Ti porterò.. soprattutto il silenzio è la pazienza
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.
I profumo d'amore inebrieranno i nostri corpi,
La bonaccia d'agosto  non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto, conosco le leggi del mondo.. e te ne farò dono.

Supererò le correnti gravitazionali,
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
Ti salverò da ogni malinconia,
Perché sei un essere speciale ed io..
Avrò cura di te. »

Sentì un leggero brivido sulle braccia e girai la testa a Liz che stava sorridendo ascoltandola..

Proprio quest'ultima fece per parlare e Giulia e Teresa si accorsero della nostra presenza, la prima lascio' subito la chitarra come se non l'avesse mai toccata e si tirò su dal divano allontanandosi vicino alla finestra.

Pazzo di te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora