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« questa idea di merda che hai avuto.. Secondo me dovresti stare fuori da queste cose. »
« Lo sto facendo soltanto perché voglio aiutare qualcuno.. »
« Due criminali? »
« Non hanno ucciso nessuno Vale.. »
« Ij nun t capisc, to giur.. »
« Ti ricordi quando mi hai detto che qualsiasi cosa mi avresti appoggiata? »
« Si, ma non questa.. ti stai buttando in mezzo alla merda Giulia.. »
« Perchè pensi questo di due ragazzi soltanto perché hanno fatto una scelta sbagliata? »

Guardai la sua espressione seria e sospirai appena girando la testa quando capii cosa volesse dire davvero, la sua intenzione era che io stessi lontana da tutto ciò, ma volevo essere utile per qualcuno, per loro. Salvare una sola persona lì dentro per noi era qualcosa di magnifico..

« Non ti sto chiedendo niente, semplicemente di non dire a papà che non è un compito.. »
« Ma tuo papà si fida di me.. »
« Oddio Valeria, ma quanto sei puntigliosa.. »

Sentii il suo sospiro e feci la stessa cosa guardandola come per implorarla. La guardai annuire e sorrisi appena intrecciando le braccia al petto sedendomi nella sua Smart al suo fianco mentre lei era al lato del guidatore.

Valeria era più grande di me, aveva già 18 anni perché era ripetente, aveva la patente e spesso andavamo ovunque con la sua auto.

Come quel giorno, in uscita da scuola, avanti al Cardarelli di Napoli.

-

Soltanto 10 minuti dopo di traffico riuscimmo ad arrivarci, ma non la convinsi ad entrare con me, infatti rimase giù in auto nel parcheggio.

Mi guardai attorno notando diverse persone al pronto soccorso e girai lo sguardo alla guardia che era di punta.

« Signorì, chi cercate? »
« il Dottor Esposito, sono la nipote.. »
« Aspettat ca.. »

Annuii subito guardandolo e mi appoggiai al muro tenendo le mani nella tasca posteriore dei jeans che avevo indossato la mattina per andare a scuola.

ero stanchissima, avevamo avuto 3 ore di fila di letteratura, per carità.. mi piaceva un sacco ma la professoressa Colucci non aveva esistano nemmeno un istante a farci alzare gli occhi da quei libri.

I miei occhi caddero su un gruppetto di ragazzi lì presenti, stavano parlando tra di loro.

« Speriamm sol ca sta meglij.. »
« Ma tu hai visto il dottore? »
« No... »
« E comunque papà si riprenderà.. »

Sospirai appena mordendomi le labbra, forse era successo qualcosa al loro papà.

Odiavo solo il pensiero di perdere il mio papà, avevo bisogno di lui più di ogni altra cosa al mondo e la paura mi accompagna tutti i giorni..

« Signurì.. ja forza, vostro zio vi aspetta.. »

La voce della guardia mi fece tornare alla realtà e annuì subito tenendo la mano sulla spallina dello zaino seguendolo fino all'interno dell'ospedale.

Infondo al corridoio c'era Vincenzo.. l'amico di mio padre, primario del cardarelli.. era come uno zio per me, diciamo che era un amico stretto di famiglia. Mi avvicinai subito a lui e gli sorrisi ricambiando il suo abbraccio.

« Da quand'è che non ci vediamo Nennè? Papà come sta? »
« Da quando papà l'anno scorso è stato in ospedale, sta benissimo.. »
« E tu che vuoi da qui?? »
« Devo fare una compito e.. »

Lui si accorse subito del mio balbettare ogni volta che dicevo una bugia, sospirai appena guardandolo serio mentre intrecciava le braccia al petto coperto dal camice bianco.

« Ma ric a verità o no? »
« Volevo vedere una persona.. »
« E papà o sap..? »
« Nun ladda sapè Vincè, pe favor.. »
« E chi è questa persona? »

Lo guardai e deglutii aprendo lo zaino prendendo uno dei fogli che avevo preso dall'IPM, l'aprii porgendolo a lui.

Guardai le sue dita prendere il foglio e iniziare a leggere ad alta voce:

« Ciro Ricci, 17 anni, detenuto.. Giuliè.. »

Alzò subito la testa verso di me e sospirai appena guardandolo:

« Per favore.. »
« Ma tu li fai volontariato giusto? »
« Per favore, ti prego.. »
« Ma come faccio, si pat't m chied.. »
« Perché nessuno sa dire una bugia a mio padre? »
« Perché è un uomo con la U maiuscola e non si merita bugie.. »
« Lo so ma lo sto facendo per una buona causa.. »
« No.. ti stai mettendo nei guai.. »
« Posso vederlo o no? »
« Come devo fare con te..? »

Lo guardai facendo un mezzo sorriso..
Vincenzo aveva l'età di mio padre, 54, due giovanotti.. eppure il mio papà non aveva mai amato un'altra donna che non era la mia mamma.

Lo seguii subito quando prese a camminare per il corridoio, finché non arrivammo nella parte opposta dell'ospedale dove c'era scritto "Terapia Intensiva" alzai subito lo sguardo a lui mordendomi le labbra quasi sentendo un leggero nervoso..

Vicino alla porta c'era un poliziotto.
Vincenzo gli fece segno di sposarti ma lui parlò subito:

« Non posso farla entrare se non è una parente.. »
« È una tirocinante, gli devo mostrare delle cose, ed io sono il primario. »

Lo disse con quasi più autorità del poliziotto, quest'ultimo annuii subito e gli mostrai un finto sorriso entrando in stanza dopo Vincenzo.. mi guardai attorno sentendo il rumore dei monitor e il mio sguardo cadde sul lettino.

« Giuliè.. 10 minuti poi vai via.. »

Annuii subito guardandolo e gli sorrisi leggermente guardandolo uscire dalla camera e chiudermi in stanza con lui.

Quasi mi sentii strana, perché stavo facendo una cosa che nemmeno mi riguardava? Abbassai subito la testa al mio cellulare, vibrava: Amore.

Deglutii guardando che a chiamarmi era Nicolas e ingoiai la mia stessa saliva mettendo il cellulare nella tasca avendo la suoneria abbassata.

Appoggiai lo zaino sulla sedia infondo alla stanza e feci semplicemente due passi prima di arrivare al lettino..

Non me l'aspettavo così.. sembrava un bambino, non aveva un filo di barba, dei capelli scombinati dal cuscino e l'ossigeno che entrava dal naso.. era a dorso nudo e aveva delle medicazioni, 3 per l'esattezza.. questo ragazzo era vivo e non riuscivo a capire come fosse possibile dopo tre pallottole nel petto.. chi proteggeva questo ragazzo lì in alto?

Cercai di fare meno rumore possibile, sapevo che era vigile e che era soltanto sedato per non fargli sentire dolori..

Poggiai la mano sul lettino avvicinando lo sguardo più a lui.. Ciro Ricci..

« Pe quantu tiemp ancor me guardà..? »

Sussultai spaventandomi quando sentì le sue dita avvolgere il mio polso,mi spostai subito togliendo la mano dalla sua..

« Ti piaccio? Noto che mi guardavi con.. »

Lo guardai tossire fermandosi nel parlare e toccarsi subito il petto e l'addome forse per il dolore.

« Con stupore.. »

Aggiunse.

Pazzo di te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora