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• POVs CIRO •

Non lo so come sto.
È un periodo in cui non ho voglia di niente e di nessuno, niente mi sfiora, nulla mi sorprende. Vorrei cambiare qualcosa, ma poi nulla cambia, nemmeno io, e allora vivo con la solita routine, i soliti giorni, i soliti volti. Con le solite persone che ti chiedono come stai e poi pensano ad altro,  perché per una persona la risposta non è importante.
Come sto?
Immaginate voi ad avere un mondo dentro e sentirsi esplodere ogni giorno.

Non ti so dire se sono felice, però ti so dire che tengo stretti i momenti di: felicità, che li vivo fino in fondo, fino alle lacrime. Così come accetto i momenti di meno buio.
Ho una filosofia che è quella di legarsi di più ai momenti felici perché sono quelli che poi ti serviranno da maniglia per tirarti su quando sei nel letto e non riesci ad alzarti.

-

L'unica cosa che volevo fare era correre il più veloce possibile dove Giulia aveva mandato un massaggio ad Edoardo:
" Coglions, se mi capita qualcosa la via e' questa. "

Non lo so perché, ma forse anche lei non si fidava del tutto di questo tipo.. eppure c'era andata..

Era notte, avevo preso a guidare velocemente e stava pure piovendo.

« Cirù.. Ciro frena siamo arrivati.. eccola! »

Mi indicò con l'indice Giulia che usciva dalla casa del ragazzo e quest'ultimo chiudeva la porta, ma
Prima che la chiudesse notai i suoi occhi guardare l'auto.

Mi girai notando dei fari lunghi e accecanti dallo specchietto e deglutì appena guardando Giulia attraversare per andare alla sua auto.

Non so cosa successe in quell'istante, ricordo solo che quell'auto correva così veloce e mentre io urlavo a Giulia di togliersi dalla strada quell'auto l'aveva presa in pieno.. e per quanto io e Edo scattammo per correre da lei il suo corpo fece un volo immenso..

Ricordo di essermi avvicinato al suo corpo mentre pioveva a dirotto, Edoardo non aveva perso tempo a prendere la targa e poi chiamare subito un ambulanza.

Sembrava quasi di aver perso la voce, Giulia perdeva sangue dalla testa credo perché aveva i suoi capelli rossi mischiati nella pozzanghera di sangue e la voce di Edoardo che urlava al cellulare qualcosa in inglese per farsi capire.. non aiutava. 

Ricordo ancora di aver appoggiato la mano sul suo petto e non riuscivo a sentire suo cuore.. era come se ogni battito mancato suo il mio veniva sempre più meno.

Ricordo il rumore della sirena dell'ambulanza, la mia rabbia che cercava di sfondare la porta di casa di quel tipo che non si vide più.. e le urla di Edoardo che mi dicevano di andare via con l'ambulanza mentre dei paramedici cercavano di rianimare il corpo di Giulia sull'asfalto immobile.
-

Aprii gli occhi appoggiato con la testa al muro dell'ospedale seduto sulle sedie e muovevo le gambe in modo nervoso..

I rumori, i ricordi della notte prima mi stavamo divorando l'anima, i sensi di colpa, lavarla lasciata sola.. era tutta colpa mia.

« Ciro.. ho parlato con tua mamma, credo che prenderanno il primo volo e in pomeriggio sono qui, i fratelli uno ha detto di non essere in Italia e l'altro che non poteva lasciare la figlia e la moglie.. »

Sentii la voce spezzata di Edoardo parlare e annuì semplicemente facendo una smorfia di disgusto alle ultime parole riguardo ai fratelli.
Giulia aveva dato l'anima per non lasciarli soli, com'era possibile che una sorella stava perdendo la vita e loro non potevano venire?

Avevamo passato tutta la notte in ospedale senza avere nessuna informazione..
Era appena arrivata Cloe che ci stava aiutando con l'inglese e c'era anche la polizia.

« Volevamo dirle che siamo riusciti a risalire al proprietario dell'auto.. si chiama Giovanni Valletta, era qui a Londra da 2 giorni e abbiamo interrogato Tommaso Gagliardi, dice che Valletta l'ha obbligato a sedurre Giulia e poi fargli fare tutto. Valletta era alla guida, siamo riusciti a prenderlo e la giustizia italiana farà il suo corso. »

Sentii la voce di Cloe tradurmi ciò che stava dicendo il poliziotto e rimasi impassibile guardando il vuoto.

« Vogliono sapere se voi conoscete questa famiglia di camorra.. »

Disse Cloe guardandomi. Nemmeno parlai, guardai Edoardo e lui capii.

« Si, diciamo che la famiglia di Ciro e' una famiglia impostante a Napoli, il nonno era uno dei boss Ricci ma adesso è morto e soprattutto noi non abbiamo niente a che fare con loro. »
« Bene.. allora aiuteremo la legge italiana »

Sospirai appena guardando Cloe con una borsa tra le mani e deglutì appena riconoscendola infatti l'afferrai dalle sue mani:

« Aro le pigliat? »
« Me l'ha data la polizia.. »
« Nun è tuccà e cos soij Cloe.. »

La guardai alzare le spalle e sospirai appena aprendo la borsetta e c'era il portafoglio con le sue cose, un inalatore perché lei soffriva di asma da bambina e sorrisi pensando alle volte in cui cercava di nascondere questa cosa e all'inizio che uscivamo insieme si nascondeva per farselo.

C'erano un paio di perline ad orecchìni e due Rossetti.. e il cellulare intatto.

Deglutì appena prendendo quest'ultimo e lo sbloccai notando che aveva ancora il nostro sfondo.. chiusi gli occhi tirando sul col naso asciugandomi subito gli occhi sentendo le lacrime e sentii la voce di Cloe:

« Ciro.. »

Mi spostai per non farmi toccare la spalla e lei tirò subito la mano:

« Io me ne vado.. quando avete bisogno chiamatemi. »

Annuì semplicemente sentendo Edoardo ringraziarla e poi accarezzai il cellulare guardando la cover che aveva, era una cover trasparente con dietro la nostra foto e sotto c'era la "dedica" che le avevo fatto il giorno che gli dissi del contratto alla squadra.

" Alla mia prima e ultima donna, dal tuo calciatore preferito. Ti amo Ciro Ricci."

Il mio nome era firmato col numero 5 come dietro alla mia maglia, sorrisi appena accarezzando la cover e la foto e guardai l'ora.

6:45 del mattino..
Abbracciai la borsetta poggiando la testa al muro e chiusi gli occhi cercando di sentire il suo profumo, la sua voce..

Non poteva finire così, io dovevo stare con lei, dovevo sposarla e almeno farci tre bambini.
Giulia non poteva lasciarmi così..
La mia Giulietta non poteva abbandonarmi in questo modo, lei ama la vita tanto e non può lasciarla così, senza aver fatto metà delle cose che voleva fare.

Se lei moriva, tutto ciò per me poteva andare a farsi fottere, avrei rinunciato al mio sogno, sarei tornato a Napoli e avrei fatto una strage finché non avrei visto il sangue di Giovanni Valletta.

Pazzo di te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora