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« Oh Comandà.. che ci fate qui? »
« Nennè ma tu si pericolos.. »
« No.. è solo che sono da sola.. »
« Ciro aro sta? »
« È.. a comprare qualcosa per mangiare.. »

Sospirai appena mordendomi il labbro inferiore posando il vaso sul mobile che c'era lì e girai lo sguardo a lui.

« A comprare qualcosa per mangiare? »
« Perché Comandà.. lei non mangia? »
« E.. ma song e 4 quasi.. »
« Ci siamo svegliati tardi.. ma pur a chest dobbiamo pensare? »

Lo guardai sorridere appena in modo ironico e intrecciare le braccia al petto guardandomi come se avesse capito che stessi mentendo.

« Vat appiccecat? »
« No.. »
« Giulia.. non mentire a me.. song o primm c se accort del vostro amore nell'IPM.. »

Sospirai appena girando lo sguardo sedendomi sul letto e lo guardai fare la stessa cosa.

« Comandà.. e' tutt accussi difficil.. »
« Giulia.. Ciro non è quello che pensi, ten chiu pall di un uomo di 40'anni.. la vita l'ha cresciuto in questo modo e i suoi genitori l'hanno cresciuto con tutta l'umidità possibile di questo mondo.. t par ca s po fa andare bene le tue bugie? »
« Ma io lo faccio solo per proteggerlo.. »
« Giulia! Non lo proteggi così.. lo distruggi. Puoi proteggerlo solo col tuo amore e soprattutto.. si protegge da solo ma ci siamo anche noi a proteggerlo.. io.. »

Scossi la testa serrando la mascella poggiando le braccia sulle mie cosce coperte dai jeans che avevo indossato poco prima che sentissi la porta e poi mi alzai guardandolo.

« Comandà.. p me e tutt nuovo.. io fino a pochi mesi fa nemmeno sapevo cosa stava dire essere innamorata.. e poi è successo tutto così velocemente.. e.. »
« Giulia, devi dimenticare il tuo passato. Non devi per forza dimenticarlo ma volta pagina, hai tuo padre.. i tuoi fratelli, hai Ciro.. »

Abbassai gli occhi sentendo quest'ultimi gonfi di lacrime e girai appena lo sguardo fuori dalla finestra notando il cielo scuro dal mal tempo e poi lo sentii parlare.

« Io mo torno in istituto.. dirò che Ciro era tranquillo qui con te.. ma mi raccomando risolvi. »

Annuii subito guardandolo e lo vidi accarezzare il mio braccio e poi fare per andare via.

« Comandà.. »
« Nennè.. »
« Grazie.. »
« Questo ed altro se c'è amore.. »

Lo guardai sorridere e lasciare la casetta.

Appoggiai subito la schiena contro il legno della casetta e poggiai i palmi delle mani sugli occhi sentendo quell'enorme magone allo stomaco arrivare alla gola.

Ci sono momenti in cui guardi indietro e non capisci cosa sia successo di preciso; sai solo che da quando è successo, niente è stato più come prima.

Evidentemente l'unico tassello che mi mancava del mio passato era "perdonare" di sicuro non cambiava il mio passato ma avrebbe cambiato il mio futuro.

-

Afferrai la borsa che avevo sul divano dove l'avevo poggiata il giorno prima e sospirai appena girando la testa al letto ancora sfatto da noi..

Chiusi gli occhi passando subito la mano sulla guancia per asciugare le lacrime che avevo lasciato cadere e sospirai appena chiudendo la porta alle spalle lasciando quella casetta.

-

« Giulia, sei tu? »

Sospirai appena sentendo la voce di mio padre uscire dalla cucina e appoggiai la borsa a terra all'entrata della porta entrando in cucina guardandolo.

« Hey.. cos'è quella faccia? »

Alzai le spalle sorridendo appena e mi avvicinai a lui abbracciandolo subito.

« Bambina mia.. »
« Perché non va mai come vuoi che vada? »
« Perché tu.. non sei in grado di perdonare.. »
« Io ci provo, te lo giuro che ci provo, provo anche ad aprire il mio cuore, ma finisco sempre per ferire qualcuno e odio tutto questo.. »

Guardai il suo sguardo cambiare e quasi spostarmi, alzai un sopracciglio guardandolo mentre si toglieva gli occhiali da vista e mi fissava.

« Com'è il tuo nome? »
« Cosa? »
« Tu.. come ti chiami? »

Sorrisi appena guardandolo pensando che mi stesse prendendo in giro e sussurrai appena

« dai papà non sei divertente.. »
« no.. mi ricordo quando sei nata.. ma come ti chiami? »

Capii che era serio.. girai subito lo sguardo notando Christian uscire dalla sua camera e guardarmi, capì la cosa perché mormoro':

« Giù.. anche a me stamattina non mi ha riconosciuto.. »

Deglutì annuendo appena pensando alle parole di Vincenzo, il dottore amico di papà.. dove mi diceva mesi fa che forse aveva ereditato L'Alzheimer da nonno.

« Papà.. sono io.. Giulia.. »

Mio padre posò gli occhiali sul tavolo e poi guardando me e poi Christian mormorò:

« Christian io vado in camera, vedi se questa signorina vuole mangiare qualcosa.. »

Trattenni le lacrime notando che mio padre non era più lo stesso, ed io per stare dietro ad altre cose nemmeno me ne ero accorta..

Guardai mio fratello con lo sguardo basso e sospirai appena annuendo come per dirgli "è tutt'okay"..

Andai in camera mia chiudendo la porta alle spalle sedendomi sul letto e poggiai la schiena alla testata del letto chiudendo gli occhi stringendoli forte cercando di non far uscire le lacrime.

Afferrai il cellulare dalla tasca dei jeans e non c'era nemmeno un messaggio di Ciro.

Pazzo di te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora