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• POVs GIULIA •
1 settimana dopo l'allontanamento.

C'è una frase che ho letto ultimamente che dice: il destino non ti dà quello di cui hai bisogno, ma quello che sei.
Ed è una cosa che sto cercando di fare mia, smettendola di dare colpa alle cose che accadono, ma alle scelte che faccio.
Cambierei la parola destino con vita, il destino credo che ce lo facciamo noi, con le nostre scelte, con i nostri errori. Ma la vita ci mette davanti parecchie cose, alcune le notiamo, altre le lasciamo andare, altre ancora le viviamo solo per imparare, ma in tutto questo arriva quello che siamo, mai davvero quello di cui abbiamo bisogno. Quindi ho capito che la vita ci mette davanti chi siamo, sta a noi scegliere davvero
chi essere.

lo non so cancellare.
Mi arrabbio, rimango ferita dalle delusioni, dico che dimenticherò, ma non è vero. lo non so cancellare nulla. Gli sguardi, gli occhi, le mani, i sorrisi, i piccoli dettagli che nessuno nota per me sono droga, rimangono nella mia testa e non mi lasciano. Non so cancellare niente forse perché non voglio, sono estrema in tutto, nell'amore e nel dolore, e quando qualcosa mi fa male io ci metto tempo a lasciarla andare. Sono una masochista, una malata di emozioni, una di quelle che se ama lo fa incondizionatamente, senza dubbi, senza paure, e se smette di farlo lo fa altrettanto bene, senza guardarsi indietro. Ma non cancello, non si cancella quello che ti ha dato ossigeno, e nemmeno chi ti ha tolto ogni respiro.

Non erano stati giorni facili, ma diciamo che stavo cercando davvero di sistemarmi qui, anche perché non sapevo a Napoli cosa mi aspettasse.
Per il momento ero a casa di Edoardo ma volevo lasciargli spazio anche se lui non voleva affatto che io andassi via.

Spesso lo sentivo fare videochiamate con Rosa e non avevo mai visto qualcosa di più dolce, davvero credevo con tutta me stessa che stavolta si era davvero innamorato follemente, e poi aveva un sorriso enorme ogni volta che staccava la chiamata che quasi mi metteva di buon umore anche a me.

Poi mi bastava un attimo, uno sguardo soltanto, un piccolo pensiero, oppure rivederlo per le scale del palazzo.. perché io non mi ci avvicinano proprio al suo appartamento, era capitato una volta da quando non ci parlavamo e l'avevo visto entrare in casa con Cloe mentre l'abbracciava da dietro, credo stessero insieme.. se era felice andava davvero bene così.

Avevo conosciuto un ragazzo nel market due giorni fa, diciamo che mi aveva aiutata con le buste perché ero in difficoltà e grazie a lui avevo preso un auto qui da pagare mensilmente, si chiamava Tommaso, era Napoletano ed era qui da un pochino di tempo siccome aveva preso a lavorare per un azienda..
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) Una parte di me non si fidava di lui

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Una parte di me non si fidava di lui.. diciamo che era tutto strano, qualcosa nei suoi discorsi non quadrava ma alla fine volevo mettere da parte questa mia solita diffidenza che avevo negli altri.

Ero al parco più in là di casa e quel pomeriggio ero con lui, sapeva di Ciro.. infatti proprio in quell'istante stavamo parlando di ciò.. diciamo che ero un po' di mal umore quella mattinata e lui stava cercando in tutti i modi di farmi sorridere, infondo non era così male come pensavo.

« Allora? Ma lo fai un sorriso? »

Lo guardai sentendo il suo accento napoletano come il mio o quello di ragazzi che non sarebbe mai andato via e gli sorrisi appena.

« Ci sto provando.. ? »
« ma non devi provarci, ma farlo! »

« Devi sapere che io piango per un sacco di cose, ho gli occhi sensibili. Pero' non piango in pubblico. » mormorai
«Hai il cuore sensibile, gli occhi sono solo piccole finestre da cui lasci intravedere tutto il bene che hai dentro.» mi spiego'
«Non tutti riescono a vederlo.» sussurrai
«Le persone vedono quello che scelgono di vedere, niente di più, niente di meno.» sorrisi
«E allora quelle che non restano secondo te cosa vedono?» gli chiesi quasi curiosa.

«Vedono le loro paure riflesse nelle persone che amano.» sussurro guardandomi
«Spiegami meglio.»

Quasi mi misi meglio sulla panchina per ascoltarlo e dargli tutta la mia attenzione.

«Hai mai avuto paura di essere abbandonata ?»
« Non lo so.. si.. »
« lo sì, è forse una delle mie più grandi paure, e questa paura la rifletto nelle persone che amo, ecco perché spesso le allontano.
Per non essere abbandonato, abbandono..»
«E non ti fai male lo stesso?» mormorai con voce ovvia.

« Sì che me ne faccio, non hai idea, ma farmi male abbandonando a volte è meglio che morire dentro perché mi hanno abbandonato.»
«Credo sia stupido non vivere le cose per paura di essere lasciato da solo.»
«Lo è, è la cosa più stupida del mondo.»

Lo guardai alzare le spalle e sorridermi e sorrisi appena capendo ciò che volesse dirmi annuendo.

« Quindi con questo cosa vuoi dire? »
« Che voglio vedere il sorriso di due giorni fa quando al market mi è caduto un pacco di biscotti addosso.. »

Lo guardai e senza trattenere la risata annuì appena guardandolo ridere e girai la testa sorridendo.

« Ti va se stasera mangiamo qualcosa insieme? »
« Non lo so.. forse.. »
« Dai.. giuro faccio il bravo ragazzo »
« Va bene.. »

Gli sorrisi alzandomi dalla panchina prendendo lo zaino e guardai il messaggio di Edoardo:
" La song è ufficialmente su tutti i dispositivi bellezza mia! "
Sorrisi subito e sentii la voce di Tommaso:

« Chi è ? Il tuo spasimante? »
« Magari.. »

Sussurrai sorridendo prendendo lo zaino e lasciai il parco con lui.

Pazzo di te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora