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Credo che erano passate più o meno 5/6 ore da quando quella la polizia era arrivata.
Era nel tardo pomeriggio e i miei erano arrivati così velocemente che neanche gli avevo chiesto come stavano, d'altronde l'avevano chiesto l'ora a me.

Mio padre voleva delle spiegazioni e quando Edoardo gli spiegò tutta la verità, e io avevo aggiunto anche la mia voglia assettata di vendetta.

« Embè tu invece di mettere la pace vuoi continuare la guerra, Cirù ? » chiese papà
« È la prima cosa che devo fare appena scendo a Napoli. Lagg accir'r. »
« Non risolvi niente così, lascia che la polizia faccia il suo percorso e sta lontano da queste stronzate. »

Alzai lo sguardo guardandolo in malo modo e girai la testa fissando la finestra dell'ospedale.

« La giustizia lo lascerà sicuramente, viviamo in un mondo dove per una rapina sei dentro e per tentato omicidio sei fuori a testa alta, quindi se loro non mi faranno giustizia allora lo farò io con le mie mani. »

Girai la testa sentendo mio padre sospirare e poi guardai mia madre che aveva il viso bagnato e pieno di lacrime come se Giulia fosse sua figlia.
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Credo passarono almeno 10 minuti, erano le 16:35. C'era un via e vai di dottori e infermieri ma di Giulia non si sapeva niente.

« Dobbiamo pur sapere qualcosa no? »

Girai la testa a Rosa seduta accanto ad Edo e i miei occhi caddero subito sul dottore che era appena uscito.

« Giulia Attechi? Con chi posso parlare.. »
« Noi, siamo la sua famiglia. »

Disse mia madre avvicinandosi e io rimasi dietro alzando la testa al dottore che notai il fatto che guardasse me perché ero quello arrivato con lei con Edo.

« Le condizioni non sono delle migliori.. ha avuto un tramuta cranico e per la botta è stata abbastanza forte.. non so quest'auto a quanto correva ma di sicuro non poco.. ha un polso rotto e per giusto bene 10 minuti il suo cuore ha smesso di battere.. abbiamo cercato in tutti i modi di rianimarla e ci siamo riusciti.. ma il cuore è debole ed è collegato ad un macchinario che lo lascia pulsare.. la lasciamo così per un po' poi domani vediamo di toglierli il macchinario e se funziona il cuore andrà tutto bene okay? Sarà fuori pericolo e vediamo un po'.. »

Sentii il pianto di mia madre è quasi mi infastidiva, sembrava che ogni cosa mi infastidiva in quel momento.. serrai la mascella appoggiandomi al muro chiudendo appena gli occhi sentendo poi una mano appoggiarsi al mio braccio..

Era Rosa.. la guardai facendo una smorfia trattenendo le lacrime e quando le sue braccia mi abbracciarono le accarezzai la nuca girando la testa verso il vuoto.

« Possiamo vederla? » chiese Edo
« Ragazzi almeno uno alla volta okay? Dieci minuti per ciascuno e magari poi resta chi vuole restare. »

Lo guardai loro notando il loro sguardo sul mio e gli feci cenno di entrare prima loro, volevo essere l'ultimo a vederla, non tanto perché non volevo ma semplicemente per passare più tempo con lei.

Le ore passavano così velocemente e dopo mamma era entrato Edoardo e poi Rosa. Non c'era nessuno che non usciva col viso gonfio di lacrime.. non sapevo cosa mi aspettava all'interno, ne come stava ma le loro facce non mi promettevano niente di buono.

« Hey.. entra dai.. »

Guardai mia madre e annuì appena girando subito lo sguardo ad Edoardo che aveva il viso rosso e pieno di lacrime.. non l'avevo forse mai visti così se non quando suo padre morì da bambino.

Mi alzai facendomi lasciare da mia madre e entrai in stanza sentendo soltanto un rumore, quello del monitor..

Era distesa sul lettino, era così pallida e aveva un filo collegato al cuore come se fosse un tubbicino alla carotide che l'aiutava a far battere il cuore.
Aveva il polso e la mano ingessata e nell'altra mano aveva una flebo..

Aveva un sopracciglio rotto e aveva una medicazione sopra, il labbro inferiore leggermente fatto male e deglutì appena avvicinandomi a lei e allungai la mano sulla sua tirandola appena leggermente sentendo che era freddissima..

« Giù.. perdonami.. »

Riuscì a sussurrare iniziando a piangere come uno stupido.. come un bambino che aveva perso la mamma in un parco giochi o meglio come un bambino abbandonato.

Mi appoggiai alla sedia accanto a lei e gli accarezzai le dita guardandola distesa sul lettino.

« Amo.. parlami dai.. dimmi qualcosa.. ti prego urlami o fammi cazziate come fai solo tu.. ti prego Giu apri gli occhi.. »

Sussurrai tra i singhiozzi poggiando poi le dita della mano libera sugli occhi.

E invece no, lei non mi rispondeva nemmeno.. era lì forma, e io aspettavo che lei mi dicesse almeno un "coglione" ma niente..
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Rimasi tutta la sera li, i dottori mi avevano lasciato restare con lei e la mia famiglia era entrata per salutare Giulia e poi sarebbero andati nel mio appartamento..

Rosa credo sia la persona che stava più male, non so come ma sembrava avesse perso qualcosa di troppo importante per lei..

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Avevo la testa sulla sua mano poggiata sul lettino e stavo guardando il cellulare senza rispondere nemmeno ad un messaggio soltanto.

Non volevo sentire nessuno, non volevo ne tanto meno dare spiegazioni ai fratelli di Giulia che mi stavano messaggiando.. volevo restare al suo fianco li, senza muovermi, finché non avrebbe aperto gli occhi.

Era proprio vero, capisci di amare una persona ancora di più quando la stai per perdere, ma io Giulia non volevo perderla.

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