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Tornare a scuola, tornare all'istituto, quasi alla normalità, ma forse con qualche cicatrice in più da risanare. Era tutto così strano, seppur di ciò che fosse successo gli unici a saperlo eravamo: Io, Ciro, Edoardo, Salvo, Milos e papà e Rosaria.. sembrava quasi che tutti sapessero anche se era una cosa mia, perché nessuno aveva aperto bocca.

Erano passate due settimane da quel giorno, e soltanto da due giorni ero tornata in istituto.
Ero riuscita a farmi interrogare da quasi tutti i professori e davvero stavo cercando di dare il massimo.. spesso aiutavo papà in officina e anche Christian mio fratello oltre a fare il benzinaio ci aiutava, perché da quando era successo tutto ciò sembrava che la gente iniziasse a venire di più in officina di papà.

Ero arriva in istituto da un quarto d'ora, dopo aver fatto una lunga chiacchierata con la direttrice dicendogli che andava tutto bene e cazzate varie avevo beccato Teresa e Edoardo dietro le tende rosse dell'IPM.. non si stavano baciando ma erano vicinissimi.

Non mi dava affatto fastidio, ma io ed Edoardo da quando era successo tutto quel casino mio, non ci siamo più parlati o meglio lui non mi aveva più rivolto la parola.

E soprattutto non mi dava fastidio perché io soltanto a sentire il nome "Ciro" sentivo così tanto le farfalle stupide allo stomaco, e quasi rimanevo come se avessero nominato un Dio.

Avevo mandato un messaggio a Nicolas siccome era qui a Napoli e gli avevo chiesto di venirmi a prendere fuori all'istituto per le 19:00 e mi aveva detto di sì, dovevo parlargli.

« We we, a chi stai pensando? »
« A nessuno.. »
« Ma hai visto quei due? »
« Mh? »
« Teresa e Edoardo.. »

Annui appena guardandolo Silvia sedersi accanto a me sulla panchina in cortile, alzai gli occhi al campetto.. c'erano i ragazzi che stavano giocando e stranamente c'era anche Ciro a giocare.

« Hai sentito? Ieri Ciro ha picchiato Filippo.. »
« Perché? »
« Credo per motivi futili.. ma è strano da quando ha avuto il primo permesso.. »

Annuì appena mordendomi il labbro inferiore e alzai lo sguardo ancora.. forse l'unica cosa vera era che stavo cercando il suo sguardo che nemmeno una volta mi avevano guardata da quando ero lì.

Aveva quell'idea che doveva stare lontano da me, mi aveva lasciato un bigliettino nel mio zaino, diceva: "Ti proteggerò da lontano, ma non amarmi perché non ti merito." Era così convinto di quella cosa, eppure sapevo che l'unica cosa che volevo era.. amarlo.. io non sapevo cosa volesse significare essere innamorati, ma da quando l'avevo conosciuto qualcosa mi faceva capire che era proprio questo "Rinunciare a tutto pur di stare con quella persona".

« Giulia! C'è Mimmo che vuole parlare con te! »

Girai lo sguardo verso la direttrice, era affacciata alla finestra dell'edificio e sospirai appena annuendo, il dovere chiamava.

Passai più o meno mezz'ora insieme a Mimmo che cercava di aprirsi con me, ma la verità era che li tutti nascondevano qualcosa di atroce, fantasmi enormi dentro di loro chiedevano di uscire..

-

« Giù.. grazie per aver passato del tempo con me »
« Stai tranquillo.. e ricordati quello che mi hai appena detto. »

Lo guardai sorridere e mi alzai uscendo dalla cella mentre lui se ne stava sul lettino.

Mi aveva parlato della sua famiglia, del fatto che non riusciva ad accettare da dove proveniva e per di più che quando ebbe un confronto con la mamma che lo mandò via.

Qui tutti eravamo così uguali, ecco quando vi dico che loro insegnano a me qualcosa.

Avevo lo sguardo basso e stavo camminando per il corridoio, mi accorsi che la cella di Ciro era aperta.. alzai un sopracciglio avvicinandomi piano alla cella..

C'era lui, seduto sulla sedia di spalle.. aveva le cuffiette alle orecchie e stava canticchiando qualcosa che non riuscì a capire.

Sospirai appena mordendomi il labbro inferiore e feci per andare ma lui si accorse di me, guardai i suoi occhi guardarmi dallo specchio attaccato al muro e si voltò subito togliendosi le cuffiette.

« Rossa.. »
« Hey.. »
« Vieni ja.. »

Lo guardai aprire le braccia e poggiare le cuffiette sul tavolo avanti a lui..

Mi avvicinai subito sedendomi sulle sue gambe sentendo le sue braccia attorno al mio corpo.

« Come stai? »
« Sto bene, tu? »
« Come uno che cerca di stare lontano dall'ossigeno.. »

Girai gli occhi verso di lui poggiando la mano sulla sua che aveva sul mio fianco coperto dal maglioncino azzurro che indossavo.

« Non devi mica per forza starci lontano.. »
« È meglio così, tieni nu futur tropp sistemat e io non voglio rovinarti niente.. realizzati, fai ciò che desideri fare e se le cose andranno bene e se siamo destinati a stare insieme.. ci rincontreremo. »

Lo guardai per qualche istante fissandogli le labbra e deglutì appena allungando le dita sulla sua guancia accarezzandogli appena la guancia con l'ombra della barba non cresciuta.

Lo guardai sorridere appena e sussurrai a bassa voce:

« Se esci con la messa in prova puoi venire con me..? »
« No, non posso lasciare l'Italia.. »

Sospirai appena poggiando la mano sulla sua.

« Nun fa nisciuna strunzat Giulia.. mi incazzo to giur, e non ti parlo più.. »
« Si, tanto già Edo non mi parla, perché non puoi farlo tu? »
« Credo che Edoardo ci sia rimasto male.. ci parliamo poco anche noi da quando sono entrato qui.. però sembrava che le cose erano apposto.. »

Alzai le spalle sospirando e allungai le dita dietro la sua nuca accarezzandogli appena i capelli.
Stavo per fare una cosa che non dovevo..

Mi avvicinai piano alle sue labbra e poggiai le mie sulle sue baciandolo.. apri' gli occhi guardando che lui si staccò appena e deglutì sussurrando:

« Scusa.. »

Cazzo, ero sempre la stessa stupida.
Mi tirai su dalle sue gambe facendo per uscire ma mi girai subito quando la sua mano afferrò il mio braccio tirandomi a lui e le sue mani finirono sul mio viso, e nello stesso momento la sua bocca sulla mia.

Pazzo di te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora