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• POVs Ciro •

Mi sentivo come mai mi ero sentito prima d'ora.

Quando sto con lei sto benissimo, benissimo come non stavo da tempo.
Tutti i pensieri, le paure, il futuro e il passato non mi torturano più sorrido senza motivo, sento delle cose dentro che non sentivo da troppo tempo e in qualche modo se ho il suo profumo addosso mi sembra tutto bello.

Vedete, quando sto con lei sto benissimo ma benissimo come non so spiegarlo ma quando non c'è sto di merda, quando se ne va via o l'accompagno e mi lascia ad aspettarla, mi sento stupido.. ho paura che non tornerai, ho paura di essermi illuso, di aver visto nei tuoi sguardi qualcosa che non esiste soltanto perché è ciò che voglio vedere disperatamente.
Quando non ci sei divento triste, me la prendo con tutti, non mi tira su niente, rido per ridere non rido veramente e non so come uscirne.

Quando c'è invece è bellissimo come non è bello da tempo ma quando non c'è ed è una tortura.
Perciò ascoltatemi.. io così non ce la faccio
o rimane o vai via, ecco tutto.
-

Abbassai la testa al mio basso guardandola dormire mentre aveva la sua guancia perfetta e calda, spiaccicata sul mio petto nudo.

Sarei rimasto ore ad accarezzare i suoi capelli rossi che mi facevano impazzire.. aveva le labbra chiuse e appena gonfie forse ancora troppo rosse da ciò che avevamo fatto tutta la notte.

Seppur sapevo che si sentisse in colpa per non essere stato il suo primo io in qualche modo sapevo che era come se fosse la sua prima volta.

Girai la testa appena alla finestra che c'era affianco a letto, si vedeva il mare.. feci in modo di non svegliarla e piano mi alzai dal letto sentendo un suo lèggerò lamento.
Mi abbassai baciandole la fronte e là corpi' con la coperta che avevamo sul letto.

Non faceva freddo perché era estate ma eravamo avanti al mare e credo sia normale che vicino al mare dove c'era appena l'alba faceva abbastanza freschetto.

Uscì fuori in veranda dopo aver indossato i boxer e afferrai il cellulare e una sigaretta dal mio pacchetto di Merit quasi finito.

Mi appoggiai al divano girando il viso al mare e poi guardai nuovamente il cellulare, avevo diversi messaggi tra cui uno di mia madre.

- Ciro.. aro stai? Mi sto preoccupando -
- Mà.. stai tranquilla, il comandante lo sa dove mi trovo, mi controllerà qui.. e anche papà sa dove sono, quindi stai tranquilla. -

Mi toccava sempre tranquillizzarla quando mi allontanavo da casa o soprattutto quando la sera non tornavo, la capivo.. un anno fa stava per perdere il suo secondo figlio, la "pecora nera di casa".

Infatti abbassai gli occhi al messaggio del comandante:
- Uaglio.. tutto apposto? Posso fidarmi che sei con Giulia? -
- Comandà.. sono con lei, le lascio la posizione così viene quando vuole. -

E poi notai il mio cellulare squillare o meglio vibrare visto che avevo la suoneria abbassata da quando ero andato a prendere Giulia.

« Edo.. »
« Oh, aro stai.. »
« Sono con Giulia,'pecchè? »
« Hai sentito le voci? »
« Non ne parliamo al telefono, ma tu tutt appost? »
« Si fra, ma sei nella casetta? »
« Sisi.. o Chi.. mi raccomando.. »
« Fra.. ma si scem? Stai tranquillo.. »
« Sta lontano dai guai, p favor.. »
« Tranquillo, stasera hai calcetto? »
« No domani mattina ho una partita.. »
« Casomai vengo così dopo andiamo a lavoro insieme. »
« Vabbuò ja.. mo vado.. »
« Stai t innamorat.. »
« Vafancul Chicco.. »

Sorrisi staccando la chiamata ispirando del fumo dalla sigaretta che quasi avevo finito mentre ero al cellulare con Edoardo.

Speravo con tutto me stesso che stesse lontano dai guai, l'ultima l'aveva fatta quando eravamo nell'IPM con la finzione di andare al compleanno della cugina e invece aveva fatto un favore alla famiglia Valletta.

Poggiai la testa sul divano guardando appena il vuoto e morsi il labbro inferiore spegnendo la cicca di sigaretta nel posacenere che c'era sul tavolino avanti al divano grigio.

Per essere agosto quella mattina non era così tanto soleggiata, il mare non era per niente calmo e il cielo era grigio..

Sospirai appena girando la testa verso l'uscita della casetta e notai Giulia appoggiata a quest'ultima con la spalla, aveva il lenzuolo attorno al suo corpo e sorrideva..

Cazzo, era bellissima..

« Hey.. » sussurrai a bassa voce.
« Che ci fai qui fuori? »
« Tu che ci fai sveglia? »
« Ho sentito che non c'eri nel letto e.. »
« Non me ne vado via, Giulietta.. »

Le sussurrai aprendo le braccia come era mio solito fare guardandola avvicinarsi e mettersi tra le mie braccia in mezzo alle mie gambe.

« Non hai freddo..? »
« Un po'.. forse stamattina è mal tempo.. »

Sentì le sue braccia abbracciarmi mentre copri' metà del mio corpo con il lenzuolo che aveva addosso e sussurrai a bassa voce notando che era ancora nuda.

« Ringrazia che qui nessuno ci vede, a casa nostra te lo scordi di camminare così per casa »
« Ah.. perché avremo una casa nostra? »
« O dic pur? La più grande di Napoli.. devi essere una regina Giù, e avè tutto quello che non hai avuto. »
« A me basta stare con te Cì.. »
« Pur a me Giù, ma la sento un po' come una vendetta alla vita stessa.. »

La guardai appoggiare la testa sulla mia spalla e spostai appena i suoi capelli dal suo orecchio e sorrisi appena, spesso la infastidivo.. aveva le orecchie piccolissime.

Appoggiai le labbra sulla sua tempia tenendo tra le dita i suoi capelli rossi e la sentii sussurrare:

« Ti devo dire una cosa.. »

Pazzo di te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora