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65 giorni lontani.

Non so se l'amore esiste so che esiste qualcosa che ci fa sentire come se all'improvviso tutto avesse un senso che non avevi previsto, sul quale non avresti scommesso un senso che forse non c'ha molto senso ma che ti fa sentire come se tu finalmente ce l'abbia, capito che intendo?
So che esiste qualcosa che ti fa venire voglia di essere più allegra e più in vita, di svegliarti presto la mattina per un abbraccio più forte dove il cuore sta più stretto ma tu stai comoda lo stesso, qualcosa che ti fa sorridere senza ragione, che ti fa mettere l'orgoglio da parte, che ti fa piangere senza ragione, che ti spoglia di ogni timore, che ti spaventa da morire e poi ti fa superare la paura, che si incastra nel tuo rancore rendendoti libera, che ti fa arrossire quando parli coi tuoi amici e dici "stavolta è diverso" che ti fa stare incazzata quando non c'è, tipo tutto il tempo, che ti porta sulla luna e un secondo dopo ti porta negli occhi la luna storta esiste qualcosa che ti porta via dalla realtà creandone un'altra contemporanea, solo per te dove non devi chiedere scusa per ciò che sei, anzi, è un merito in più.
Non so se l'amore come lo intende la gente esiste, tipo sentimento universale che non può cambiare, che non si può fermare
so che esiste qualcosa che quando finisce fa così male da farti pensare che non avresti dovuto iniziare e quando inizia fa così bene da non farti pensare che prima o poi dovrà finire, so che esiste qualcosa che ti riempie di brividi
togliendoti i vestiti che ti fa ballare a piedi nudi che ti fa tremare le gambe se solo ci pensi che ti fa ridere di cuore
che non ti fa seguire i film perché c'hai troppi baci da dare.
lo non so se esiste l'amore so che esiste qualcosa,
che non si puo spiegare perché ti toglie le parole che non si può ignorare perché non ti fa respirare che non si può contare
perché è troppo per un solo cuore so che esiste qualcosa che ci fa venire voglia di credere che la vita sia una cosa meravigliosa anche quando ti fa soffrire, qualcosa per cui vale la pena lottare, credere, anche perdere.. qualcosa che non si può vedere e toccare anche se sta negli occhi e nelle mani, ma sai che c'è... e di solito non sai mai perché.

Cercare di vivere con dei sensi di colpa non era il massimo dei casi, diciamo che voler ricomincia  tutto da capo senza la persona che ami non è da tutti i giorni.

Soprattutto perché in questi 65 giorni lunghi e intesi senza di lui, sono cambiate così tante cose.

Un estate intera a cercare di cambiare qualcosa ma con la costante paura di non essere mai perdonata, però una cosa l'avevo capita.. le bugie a fin di bene non esistevano.

Mio papà aveva ufficialmente quella odiosa malattia che spesso non mi riconosceva, non conosceva i suoi figli, la sua nipotina.. e tanto meno avrebbe conosciuto fra anni i miei figli o quelli di Christian, ci stavamo convivendo e a turno io e Chris stavamo con papà.

Christian aveva preso il posto di papà in officina e io la mattina lavoravo con Valeria per un brand di moda che aveva aperto visto che lei la scuola l'aveva finita, così mi supplicò di farle da modella.
Mentre io dopo il "lavoro" da lei il pomeriggio passano da Christian e con gli insegnanti di papà riuscivo ad essere una "donna sbagliata" fingendomi un meccanico per aiutare Chris.

Giuseppe era con la sua famiglia e spesso veniva da noi ma sapevamo di non poter contare su di lui.
Tra un po' sarebbe iniziata la scuola e io All'IPM ci andavo soltanto il lunedì è il giovedì.

Sapevo che Edoardo stava spopolando con una canzone, la famosa canzone che lo sentì cantare quando era affacciato a quelle sbarre.
Ciro avevo saputo tramite Edo che aveva avuto un contratto da una squadra di serie B ma non tanto famosa.
Per di più stavano cercando di aprire una pizzeria al centro di Napoli insieme.

Mi piaceva sapere che tutti quei ragazzi,
Comprendo loro due.. avevamo un futuro lontano dai guai.

Ed io? Beh.. io avrei fatto l'ultimo anno di scuola e poi sicuramente avrei preso a lavorare in modo serio, qualsiasi cosa.

-

« Giulia.. credo sia per te.. »

Girai la testa cercando di pulire il nero che avevo tra le mani della macchina che Chris stava cercando di insegnarmi a sistemare mentre mio padre era seduto su una sedia fuori all'officina e ogni tanto lo sentivamo cantare qualcosa.

Mi porse il cellulare e sospirai appena prendendolo poggiando lo straccio.

« Chi è? »
« Giulia.. sono Teresa.. »
« Oh.. ma perché mi chiami qui? »
« Hai il cellulare spento.. senti stasera ti va di venire ad falò? I ragazzi si sono riuniti tutti e hanno deciso di fare una piccola riunion.. »
« Ah.. si va bene.. »
« Bene, allora ci vediamo al lido quello dove c'è il Chiosco di Tonino. »
« Ah, okay.. d'accordo.. »
« Alle 22:00 non fare tardi!! »
« Vabbenee »

Staccai la chiamata poggiando il cellulare sull'apposito oggetto e poi afferrai il mio cellulare dalla tasca notando che era spento e sbuffai appena.

« Giù, se devi tornare a casa vai non preoccuparti. Io finisco questa e la moto e poi torno con papà.. »
« Grazie Chri.. »

Lo guardai sorridere e uscì dall'officina avvicinandomi a mio padre e gli lasciai un bacio sulla guancia.

« Ma grazie signorina.. »
« Papà.. fai il bravo.. »

Sussurrai prendendo le chiavi della mia Smart,
Si. Avevo preso la partente o meglio il foglio rosa quindi per il momento potevo guidare solo per qui intorno.

-

Arrivai a casa e mi limiterai dei vestiti.

Tra un po' l'estate sarebbe finita e la scuola sarebbe ricominciata, avrei avuto la maturità e soprattutto la scuola sarebbe stata così vuota senza quella pazza di Valeria.

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