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« Giulia, mi passi quel libro per favore? »

Alzai la testa al professore Arca mentre ero seduta sullo sgabello della cucina del professore.
Si, sembrava strana come cosa ma ero andata a ripetizione a casa sua.

Gli porsi il libro che era più in là e lo guardai mentre scriveva qualcosa su un foglio di carta bianco.

« Prof.. secondo te posso chiedere al preside le DAD? Magari potrei trasferirmi dal mio ragazzo a Londra e seguire sempre le lezioni.. »
« Giulia, non mi sembra il caso.. ci mancano 5 mesi per la fine del secondo quadrimestre.. »

Sospirai annuendo guardando poi il mio libro cercando di ripetere.

-

Ciro era tornato a Londra da quasi 15 giorni.. il tempo passava così velocemente e sentivo così la pena della lontananza che ci divideva.

E poi non ci siamo lasciati nei migliori dei modi, era partito il giorno dopo dal mio compleanno, avevamo avuto una discussione proprio su quest'argomento.. adesso che ero maggiorenne non era cambiato assolutamente ma lui voleva almeno farmi una piccola torta.. cosa che rifiutai.

Sapevo che era un gesto gentile ma io volevo festeggiare la mia maggior età senza il mio papà.

Volevo andare da lui, fargli capire che per quanto fossi arrabbiata.. alla fine con lui mi passava subito.

Girai lo sguardo al mio cellulare..

« Prof.. io vado.. »
« Giulia ma abbiamo altri 30 minuti.. »
« Ho da fare.. »

Lo guardai annuire e sospirai appena prendendo il giubotto infilandolo siccome faceva abbastanza freddo siccome eravamo ottobre e presi lo zaino lasciando poi casa del prof, andando via con la mia auto.

Tu, ca tien o' sol int' e mman
E dint' e carezze, tu m scarf' e suonn
Par' a primmavera ca me buss a port int e brutt jurnate
E nun t pozz verè
Ca me pigl' o' scuorn
Pecché so accussì
Nun t'o' facc capì
Ma ce mor pe' te
L'unic l'unic l'unic ca ce sta ancor
Ogg t'ammierete o' meglio ca' te 'ra stu core
Ma che faje
Liev e fior a sti juorn ca sap'n e addor'n e te •

Sospirai appena guidando guardando avanti alzando il volume della canzone.. L'unica di Gabriele Esposito.

Mi fermai al semaforo poggiando le dita sugli occhi, Ero davvero stanca.. non riuscivo a chiudere gli occhi la notte da non so quanto tempo.. studiavo come una dannata per poter dare per prima gli esami e soprattutto spesso dimenticavo persino di mangiare visto che ero sempre sola a casa.. siccome Christian era andato a convivere con la sua ragazza.

Il sentirmi sola ormai mi accompagnava ogni giorno.. sentivo Valeria solo per lavoro.. le altre ragazze avevano i loro impegni e Ciro non mi messaggiava più come prima, sapevo che fosse un po' arrabbiato ma.. allontanarmi da tutti e' sempre stato il mio forte.

E poi per non finire era tornata lei.. l'ansia.

Se avessi potuto parlarle di sicuro le avrei detto con tutta fermezza:

« Mia cara amica ansia..
Che strano e che bello chiamarti così..
Ma quanto ti ho odiata?
Talmente tanto da odiare,
A un certo punto, Perfino me stessa.
Quanto mi hai fatta piangere, Hai colorato tutto di grigio e.. in un certo momento la nebbia era diventata così fitta da non riuscire a scorgere i miei piedi, Le mie mani, O qualsiasi altra possibilità.
Non mi libero di te, Ci ho provato in ogni modo E più cercavo di allontanarmi, Più tu ti stringi addosso a me, Mi entri quasi nella pelle,
Negli occhi, Nella testa.. sei ovunque,
Non vedevo che te, Che forme indistinte, Che realtà irreali, Che paure sconnesse.
Sei ovunque!
E io non c'ero più.
Ma sai come ci si sente a sapere d'esistere
eppure sentire di star scomparendo?
Eppure, cara amica mia, non mi hai rovinata.
Perché in fin dei conti, al di lá del magone, dei tremolii incontrollati, delle notti insonni, dai pianti senza sosta nascosti.. perché non vedevo una fine, al di lá di tutto, voglio vincere io!
Mi hai sopraffatta per tanto tempo e quasi mi sembrava di sentirti ridere tutte le volte che al tuo "non ti stai preoccupando abbastanza"
io cominciavo a morire di paura ogni volta un po' di più.
Ho avuto l'illusione, per un po', di cercare di risalire quando ancora non ero arrivata sul fondo.
Solo a posteriori ho capito che è quando i piedi toccano il fondo, che puoi darti lo slancio per risalire che devi darti tempo per guarire.
E alla fine, voglio vincere io.. ne ho bisogno..
e ho imparato a volermi bene..
A volerti bene perché ora non mi sembri più
troppo spaventosa da quando ho lui.
E ho imparato, a discapito dei miei singhiozzi silenziosi, che a saper essere fragile si acquista un sacco di forza.
E sai cosa ti dico?
Che io alla faccia tua, mi sono resa conto d'essere amata e circondata dal bene, che vado assolutamente bene cosi.
E voglio che tu sappia che
Io oltre tutto amo la mia vita e ci resto attaccata coi denti, io non mollo. »
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Appicc n'ata sigarett
Allà c sta mammà ch chiagn e nun da rett
Cu sta fatic mo c'accattamm pur a Regg e Casert
So crisciut miezz a vie, o sacc chell che m'aspett
Nu guaglion ro sistema, mo vo sistemà tutt cos
Miezz a vie e megl a ten e fierr o a vennr e ros •

Alzai subito la testa sentendo la canzone allo stereo e sorrisi appena notando che la mia playlist era andata avanti.. mentre la voce di Edoardo cantava..

Nun te preoccupa' guaglio, c sta o mar for
C sta o mar for, c sta o mar for
Aret e sbarr, sott o ciel c sta o mar for
C sta o mar for, c sta o mar for
Nun te preoccupa' guaglio, c sta o mar for
C sta o mar for, c sta o mar for
Aret e sbarr, sott o ciel c sta o mar for
C sta o mar for, c sta o mar for.. »

Girai la testa continuando a guidare e canticchia la canzona rendendomi conto di dover far una sola cosa.

Pazzo di te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora