95*

977 22 12
                                    

« Giulia alzati forza che si torna a casa!! »

Stropicciai subito gli occhi sentendo la voce del l'infermiera, si chiamava Claudia, era un infermiere italiana sull'età della mamma di Ciro, era stupenda e troppo simpatica.

Mi alzai dal busto guardandola avvicinarsi con dei fogli in mano che dovevo firmare e poi si mise a misurarmi la pressione.

Ero da sola perché avevo quasi supplicato Ciro di andare a riposare e speravo davvero che aveva dormito quella notte, perché si notava un sacco la sua mancanza di sonno.

« Ma per forza? »
« Per forza o non ti lascio uscire »

Sbuffai appena lasciando che mi misurasse ogni cosa e anche il cuore che stava dando problemini e notai il dottore entrare.

« Signorina, allora? Cosa si dice? Come sta? »
« Benissimo! »
« Benissimo perché vuole uscire o davvero? »
« Sto bene! »

Sorrisi guardandolo abbassare gli occhi alla cartellina che aveva tra le mani:

« Giulia, ti devo dire una cosa che ha scosso me è tutta la mia equipe.. »
« Che succede? »
« Scusami ma da quanto ti manca in ciclo? »
« Eh? Non lo so.. perché? »

Lo guardai avvicinarsi a appoggiare la cartellina clinica sulle mie gambe indicandomi dei valori:

« Non ho studiato medicina.. »
« Sei incinta Giulia.. »

Alzai subito la testa sorridendo in modo ironico e infatti soffiai una risata mormorando:

« Che scherzo è? »
« Giulia.. non lo so come sia possibile ma questo bambino e' sopravvissuto a tutto ciò, al tuo cuore e soprattutto al volo che hai fatto.. questo bambino è semplicemente un miracolo.. avrai qualche santo in paradiso non lo so.. »

Alzai subito la testa deglutendo appoggiando le mani sul letto facendo attenzione alla destra e quasi sentii venire meno..

« Non hai avuto sintomi ma evidentemente sono soltanto stati assaliti dai dolori dell'incidente o possiamo collegare la febbre che hai avuto i primi giorni dal risveglio .. »

Nemmeno realizzai neanche stavolta.. lo guardai annuendo semplicemente spostando lo sguardo all'infermiera che stava entrando con uno di quei monitor dove si facevano l'ecografia.

« Ma siete pazzi? »
« Giulia i valori sono altissimi, e poi ci siamo permessi di tardi con l'urina delle analisi due test di gravidanza.. positivi, vogliamo solo vedere se sta bene.. »
« Ma ho 19 anni appena fatti e soprattutto sto ancora studiando.. impossibile.. »

Nemmeno mi fecero parlare che mi ritrovai col l'aggeggio sulla pancia e subito dopo qualcosa tirò l'attenzione di tutti.

Boom, boom, boom ... •

Era piccolissimo ma veloce, alzai subito la testa guardando il dottore sorridere e serrai la mascella sentendo mille emozioni nel mio corpo..

E poi pensai subito a Ciro.. a come l'avrebbe presa.. A cosa sarebbe successo..

Chiusi gli occhi lucidi e trattenni le lacrime appoggiandomi con la testa al cuscino sentendo la mano di Claudia toccare i miei capelli e porgermi i due test di gravidanza positivi.

Il dottore mi porse il foglio con le foto dell'ecografia e dopo che firmai le dimissioni andai a liberarmi del mio pigiama e legai i capelli in una coda di cavallo, lavai i denti e il viso, e dopo poco fui pronta aspettando che Ciro arrivasse.
-

Avevo mille pensieri, mille cose da cercare da capire e soprattutto.. com'era possibile che questo bambino era sopravvissuto a tutto ciò.

« Hey.. sei pronta per andare via? »

Girai subito la testa alla porta guardando Ciro entrare con la testa e sorrisi appena mordendomi il labbro inferiore mettendo subito nella borsa i test con le foto e lo guardai entrare:

« Tutto bene? »
« Si.. »
« Sicura? »

Lo guardai avvicinarsi e appoggiare le labbra sulle mie.. ricambiai subito alzandomi dal lettino e poggiai la mano sul suo braccio sussurrando:

« Andiamo a casa? »
« Subito.. »

Lo guardai sorridere e dopo poco lasciammo l'ospedale insieme.
__

Ci leghiamo a qualcuno perché da soli non basta. Non basta essere soli per vivere questa vita che ci ha creati per viverla in due. Ci sono persone che credono che da soli si sta bene, qualcun altro invece dice che nessuno si salva da solo, io vivo in questa via di mezzo continua. Sono convinta che si può benissimo vivere da soli, conosco persone che ci sono riuscite, hanno trovato l'esatto equilibrio, la giusta forza per poter vivere questa immensa esistenza. E sono altrettanto convinta che bisogna viverla in due questa vita per capirne l'essenza. Decidiamo di vivere con qualcun altro perché capiamo che perdersi tra le braccia di una persona vuol dire ritrovare un po' se stessi. Decidiamo di non restare soli per arricchirci, e per dividere la nostra anima a metà. Non essere soli è una decisione che dobbiamo prendere non perché ci fa paura, ma perché una vita in due ha il sapore del cocco e una vista nuvole in un cielo azzurro.
Da soli possiamo andare ovunque, ma io non voglio una vita ovunque, ne voglio una in un solo posto, con una persona accanto e quella persona era lui.

« Tutt'okay? Non hai parlato per tutto il tempo »
« Si.. sto bene.. »

Gli sorrisi appena guardando la valigia sul nostro letto aperta, ero tornata nel suo appartamento.. seppur mi guardavo attorno per vedere c'è c'era qualcosa che non era di mio ma di donna.. no, non c'era assolutamente niente..

« Ti va se stasera andiamo a quel famoso appuntamento che non siamo riusciti ad andare? »
« Per accettare un appuntamento devi chiederlo no? »

Lo guardai sorridere in piedi avanti a letto mentre io ero al lato destro sistemando le cose nell'armadio e lo guardai..

« Giulietta.. ti va di venire a cena con questo ragazzo che è tutt Strunz? »

Soffiai una leggera risata guardandolo e alzai le spalle istintivamente poggiai la mano sul mio addome ancora inesistente e poi girai il viso a lui.

« Ti.. ti dico di sì soltanto perché ti sei chiamato Stronzo da sola.. »
« Ah.. no perché mi ami? »
« Forse ti amo anche più del dovuto.. »
« E quindi è un male? „
« Un po' si e un po' no.. »
« Tipo adesso? »
« Ci sono stati giorni in cui ho maledetto averti incontrato.. e giorni in cui benedicevo quel giorno perché Dio non poteva conservare di meglio per il mio futuro.. »

Lo guardai sorridere e sorrisi appena alzando gli occhi soltanto quando le sue mani afferrarono come suo solito il suo viso e mi baciò.

Mi era mancato tutto questo, quanto tempo era passato?

Pazzo di te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora