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« Allora? Perché non parli? »
« Hai tutte queste forze, Ricci..? »
« Non saranno due pallottole ad uccidermi, come sai il mio cognome? »
« Sono qui per Edoardo.. »
« Edo.. comm sta? »

Il suo sguardo cambiò subito, come se avessi pronunciato il nome di qualcosa di troppo importante per lui.

Restai a guardarlo mentre teneva la mano sul suo addome cercando di alzarsi, non parlai per qualche istante, lo guardai appoggiare la schiena sul cuscino per alzarsi leggermente e poi quando capii di stare comodo mi rivolse lo sguardo.

« Vuó parlà o no? »
« È nell'IPM.. mi ha chiesto di aiutarlo e sto cercando di farlo.. »
« Ma tu chi si? »
« Giulia.. lavoro nel carcere minorile.. »
« E si venut sol p verè si sto buon così puoi portarmi dentro? »
« Guarda che non sono mica una poliziotta.. me ne frego se entri oppure no.. »
« Va bene, adesso hai visto che sono vivo. »

Annuii subito guardandolo prendendo lo zaino e la giacca che avevo appoggiato sulla sedia prima che mi avvicinassi a lui.
Feci per andare via ma la sua voce mi fermo:

« Sient.. Giulia.. »

Girai la testa verso di lui.

« Nun dicer nient a Edoardo.. digli solo che sto bene, com'è fatto lui si darà colpe che non ha.. magari digli che gli voglio tropp ben.. »

Annuii semplicemente restando a guardarlo e socchiusi le labbra sussurrando a bassa voce:

« Non so quando entrerai.. e non so nemmeno perché l'hai fatto, ma si può sempre cambiare Ciro.. »
« E secondo te.. io non c'ho provato? Ma po quand vir che tuo padre si spacca in due, tua madre lava cessi della gente da una vita intera.. e quand e frat mij vogliono andare a mangiarsi una pizza non possono perché non hanno un euro.. c fai? Cerci di portare soldi a casa o elemosinare un po' di lavoro che qui a Napoli non ti danno? »

Rimasi ferma ad ascoltarlo, sembrava conoscerlo da una vita.. mi avvicinai al letto ancora poggiando le mani sulla ringhiera di ferro della fine del letto.

Lo guardai allungare la mano cercando di prendere la penna che aveva sul quel comodino di quei ospedali e allungai la mano a prenderla porgendogliela, lui mi sorrise semplicemente e poi afferrando un quadernino che c'era lì si mise a scrivere velocemente qualcosa.

« Ti posso chiedere solo una cosa? Vuoi darlo ad Edoardo..? »

Annuì subito guardandolo strappare il foglio e porgermelo. L'afferrai mettendolo nella tasca del jeans e restai a fissarlo..
 
« Voglio solo sapere.. chi hai in cielo per essere ancora vivo.. »
« Nun o sacc, quando lo saprò sarai la prima a saperlo.. Giulietta.. »

Lo guardai pronunciare il mio nome e trattenni il sorriso annuendo indietreggiando appena:

« Tornerai? Magari mi fai compagnia più spesso. »

Mi chiese prima che lasciassi del tutto la stanza.. ma gli sorrisi, senza dargli una risposta.

-

Camminai velocemente per il corridoio dopo aver salutato il poliziotto di piantone che aveva fuori alla porta e guardai attorno cercando Vincenzo, che trovai subito dopo in una stanza dove c'erano tante scartoffie e mobili.

« We, hai preso appunti per il compito? »
« Io non prendo appunti Vincè.. è tutto qui.. »

Indicai la testa sorridendo.

« Vatten va, tarantè.. prima che glie lo dico a tuo padre, sta fuori dai guai.. »

Lo guardai sorridendo e salutandolo con la mano lasciai l'ospedale camminando fino a dove Valeria aveva parcheggiato un quarto d'ora prima.

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Era col cellulare tra le mani appoggiata con la testa al finestrino, stava guardando dei tiktok come suo solito, oddio quel social..
Anch'io lo usavo ma non c'avevo mai fatto un video in vita mia, preferivo guardarli

« Ah.. oddio era Ora.. »
« Scusami ma non trovavo Vincenzo. »
« Allora? L'hai visto? »

Annuì semplicemente e gli sorrisi leggermente poggiando lo zaino sulle gambe mentre lei aspettava che gli dicessi altro.. tipo..

« Allora? È sveglio? Ha parlato? »
« Davvero ti interessa..? »
« È figo? »

Scoppiai in una fragorosa risata sentendo l'ultima domanda, perché si, era quello che voleva sapere davvero..

Restai a guardarla sorridendo e mormorai subito dopo:

« Sta bene.. qualcun altro sarebbe morto con quei proiettili.. con precisione tre, non capisco come faccia ad essere ancora vivo.. abbiamo parlato.. »
« Cosa vi siete detti? »
« Niente di che, mi ha chiesto di dire ad Edoardo che sta bene, di salutarlo.. e poi non so perché ma mi ha chiamata Giulietta.. »
« l'unica che può chiamarti così sono io.. »

Era vero, nessuno mi chiamava così se non lei e ogni tanto la mia famiglia per prendermi in giro.
Le sorrisi girando lo sguardo al finestrino mentre lei guidava.

« Non mi hai fatto la cosa più importante.. »
« È bello.. Valè.. è bello.. »

Pazzo di te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora