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• POVs Giulia •

Sono qui da almeno 3 mesi e ho assistito a parecchie cose, ma.. non a questa.

Ero a conoscenza di due ragazzi che avevano fatto una rapina non riuscita, che uno dei due era stato sparato e che stava per perdere la vita per una cazzata che era passata ad entrambi nella testa.. ancora mi chiedo cosa spingesse questi ragazzi a fare queste cose.

Quella mattina ero rimasta in classe con il ragazzo.. Edoardo, aveva chiesto il mio aiuto e i suoi occhi erano così pieni di lacrime ma non aveva versato una lacrima, proprio come se volesse dimostrarmi: "Io sono qui, ho 17 anni, mi prendo le mie responsabilità.. sto perdendo un amico ma non piango." Sapete no?!

Mi guardai attorno seduta sul divanetto della stanza comunale, i ragazzi erano tutti chiusi nelle rispettive celle e per questo decidi di stare col pc, tra un po' sarei dovuta tornata a casa e mi sarei messa studiare.. ma mi sentivo in dovere di aiutare quel ragazzo perché qui nessuno gli diceva come stesse l'amico ed io.. sapevo com'era perdere una delle persone che ami.

« E tu che ci fai ancora qui? »
« We Comandà.. sto vedendo delle cose.. »
« L'avete visto il nuovo arrivato? »
« Si.. »
« Come sta? »
« Come un ragazzo che non sa se il suo miglior amico e' vivo o morto.. »
« L'amico è stabile, i proiettili non hanno perforato niente, sono riusciti a salvarlo e credo che appena si riprenderà arriverà qui.. »

Restai a guardare il comandante che si stava sedendo al mio fianco dandomi spiegazioni che volevo sicuramente soltanto per assicurare Edoardo.

« Com'è che si chiama...? »
« Ciro Ricci, 17 anni appena compiuti, nipote di uno dei boss di Napoli, Papà muratore, mamma casalinga, Quartieri Spagnoli. Suo padre ha sempre cercato di farlo restare fuori da questa mischia proprio come ha fatto lui rinnegato la famiglia Ricci 20 anni fa, ma evidentemente non ce l'ha fatta.. »

Guardai il comandante, sembrava saperne di più, come se avesse vissuto sulla sua pelle tutto ciò .. deglutì appena annuendo e spostai lo sguardo alla porta della camera, stavano entrando altre guardie.

« Nennè.. »
« mh? »
« Non ne fare parola con nessuno.. »
« Posso rassicurare Edoardo? »

Guardai il suo sguardo, da quando ero qui avevo legato molto con la direttrice e il comandante, diciamo che riuscivo a capirli con uno sguardo..

E questa volta mi stava dicendo "si, ma mi raccomando, io non ti ho detto niente.." sorrisi appena annuendo e indietreggiai avvicinandomi a Lino;

« Mi porti da Edoardo Conte? »
« E che fa tu addo nuov arrivat? »
« Linuu quante domande che fai.. »
« Veloce ja, 5 minuti. »

Gli sorrisi per ringraziarlo e lo seguì fino alle celle maschili sapendo di dover stare accanto a Lino perché li una ne pensavano e cento ne facevano.

-

« Conte!! C'è qualcuno per te.. »

Edoardo si alzò subito di scatto dal suo letto, era solo in cella.. Lino apri quest'ultima e poi aggiunse:
« Nun a tuccà. »
Lui annuì subito, Lino socchiuse la cella e alzai lo sguardo a lui deglutendo..

« Allo? C vuo..? »

Deglutì avvicinando piano a lui e sussurrai con voce più bassa possibile scandendo bene il labiale:

« È fuori pericolo.. appena si rimetterà.. entrerà qui per tentato rapina a mano armata.. come te! »

Guardai lo sguardo di Edoardo cambiare, sorrise subito sbattendo la mano sul suo letto.. quasi come un esultanza.. mi rivolse lo sguardo sorridendo e poi afferrò subito il mio viso, quasi come se mi conoscesse da una vita..

Indietreggiai d'istinto ma lui non mi lascio'

« grazij .. veramente grazie.. »
« è.. tutt'okay.. »

Feci per farmi lasciare le guancia e lo guardai quando si rese conto di ciò che aveva fatto, tolse subito le mani mettendole sui suoi fianchi dove aveva una t-shirt larga nera e gli sorrisi semplicemente uscendo dalla in cella, lasciando che Lino la chiudesse e poi dopo aver firmato il pomeriggio passato li come ogni volta da tre mesi a questa parte, lasciai L'IPM.

Pazzo di te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora