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• POVs Ciro •

Io prima di Giulia non sapevo di essere in grado di amare qualcuno così tanto da regalarli tutto me stesso.

Mettiamola così: se io avessi soltanto questa vita da vivere, voglio farla fino alla fine dei miei giorni con lei. E so che può risultare abbastanza smielato ma vi giuro che era davvero la luce.
E seppur sapevo che lei quella l'aveva un po' spenta.. provavo in tutti i modi di renderla sempre più luminosa.

Non ho mai detto di essere un buon affare, anzi, non lo sono per niente. Non conosco le mezze misure, predico bene ma razzolo male, non so cos'è la calma quando ho voglia di urlare. Non so ascoltare quando mi metto in testa qualcosa. Ho un caratteraccio, mi metto in testa qualcosa e allora per me nulla diventa importante finché non raggiungo il mio obiettivo. Non so fare le cose "piano", per questo amo la parola "forte" perché per me deve essere forte tutto, forte il sentimento, forte la voglia, forte il desiderio, forte l'addio, forte la mancanza. Non mi sono mai piaciute le cose fatte per farle, ho sempre fatto perché mi sentivo qualcosa dentro, come qualcosa che non smette di far rumore.
Lo sento sempre, anche quando dico che non sono affatto un buon affare. Odio ammetterlo ma è così. Non sono fatto per niente, se non per le cose forti. Giulia per me.. era una delle "cose" forti nel mio cuore.
-

« Amore.. svegliati.. »
« Cinque minuti.. »
« Dai ti ho preso il tuo cornetto preferito e il succo ad albicocca.. »

La guardai aprire appena gli occhi e sorrisi appena appoggiandomi al letto affianco a lei indicandogli le cose sul comodino.

Erano le 11:15.
Mi ero svegliato alle 8:10 quella mattina, ero andato agli allenamenti e poi la sera sarei dovuto andare a lavoro. Dovevo scontare ancora un altro anno e mezzo, però andava benissimo così.

La guardai ancora e allungai la mano nei suoi capelli rossi e scombinati.

« Ma da quando sei sveglio? »
« Amo.. stamattina sono uscito, sono andato agli allenamenti, e sono tornato qua.. »
« La sveglia.. non mi funziona.. »
« Te l'ho staccata io Giù.. »
« Perché? »

La guardai alzarsi dal busto e coprirsi il petto nudo dalla notte passata insieme a fare l'amore e sorrisi istintivamente mordendomi le labbra.

« Perché ho notato che in questi giorni sei abbastanza stanca, lunedì inizi la scuola e quindi volevo lasciarti dormire.. »
« Ma.. dovevo stare con papà stamattina »
« No, in realtà ci sono stato io con tuo padre! »
« Eh? »

Già, ero passato all'officina di suo padre e avevo chiesto a Christian se potevo portarlo con me al campo, dove avevo avuto gli allenamenti.
Poi al ritorno l'avevo ripotato a casa dove c'era suo fratello di ritorno da lavoro e avevo portato l'auto ad Edoardo.

Mi ero promesso di prendermi la patente, infatti non so come ma il mio papà mi aveva regalato una 500 per il mio diciottesimo, dove mi aveva detto: « Te l'ha do solo perché devi portare Giulia a casa, o non l'avresti portata. » sapeva meglio di me che l'avrei portata non solo per portare Giulia a casa.

« Si.. è stato con me agli allenamenti.. mi ha riconosciuto subito poi al ritorno mi ha chiesto perché era con me.. poi ha iniziato a parlarmi di una certa Antonia. »

La guardai cambiare espressione e poi guardarmi

« "Mamma" dovrebbe essere. Ma comunque tu e papà in giro insieme mi fate quasi paura.. »
« Ti giuro, sembrava stare in giro con un mio amico.. »

La guardai sorridere mostrandomi tutti i suoi denti bianchi e le sue braccia finirono attorno al mio corpo più grande del suo e le baciai la testa sentendo l'odore dei suoi capelli.

« Grazie Ricci.. »

La sentii sussurrare..
Sorrisi abbassando la testa alla sua e gli accarezzai la guancia col mio pollice sussurrando a bassa voce.

« Smettila di ringraziarmi.. lo stai facendo da giorni al mare.. Giù io e te siamo una cosa.. lo vuoi capire o no? »

Guardai il suo sorriso e appoggiai le labbra sulle sue senza baciarla.. sorrisi appena socchiudendo le labbra che avevo appoggiato sulle sue ma non la baciai e la sentii sussurrare:

« Lo sai che ti dona questa tuta a divisa? »
« Mh? A te ti donano i vestiti.. ogni tanto..»
« Ma sei geloso? »
« Ringrazia che in casetta non ti vedo nessuno »
« Che antipatico.. »
« Mangia ja.. si fa il cornetto freddo.. »

La guardai ridere e tenersi il lenzuolo sul petto.

Sarei rimasto ore a guardare quel suo sorriso.
Mi appoggiai con la testa al cuscino e accesi la tv mentre lei mangiava la sua colazione.

Rimasi un canale dove stava facendo una partita vecchia e la sentii parlare:

« Amo.. tu mo l'hai lasciato il calcio.. »
« Amo, stasera gioca il Napoli, viene Edo qua! »
« Tanto più tardi vado a prendere tua sorella »
« Mh? »

Mi porse il suo cellulare, c'era un messaggio di Rosa: - Giulia, mamma mi ha detto di sì! Ci vediamo oggi alle 18:00? -
Iniziavamo bene.

« Solo tu e lei mancavate per Napoli.. »
« Cre.. qual'è o problem tuoi? »

La guardai rispondermi a mo' di dispetto e trattenni il sorriso alzando le spalle poggiando il suo cellulare sul letto ma una notifica mi fece tornare a guadare il suo cellulare:

« Amo te arrivat un email.. »
« Non ci pensare, è il professore.. »
« Ma nemmeno l'ha fatta iniziare la scuola »

La guardai alzare le spalle mentre cercava di pulirsi le mani dalla cioccolata.

Abbassai gli occhi al suo cellulare sbloccandolo e entrai nella posta, cliccai sul messaggio:

Ciao Giulia, sono il professor Arca.
Volevo dirti che lunedì prima di entrare a scuola se puoi aspettarmi fuori, magari parliamo meglio devo darti delle notizie che possono interessarti. Un bacio. •

« E cre o prufssor t ric sti cos? »
« Che ha detto? »

Chiese sporgendosi leggendo mentre reggevo il suo cellulare mostrandoglielo.

« Fa vre a chist ja.. » mormorai guardandola

Odiavo il fatto che anche una piccolezza la trattavo in malo modo, non per qualcosa ma non sopportavo il fatto che un uomo diverso da me che non sia suo amico.. potesse trattarla in quel modo, e poi.. un professore non chiede di vedersi fuori dalla scuola.

« Oh amo.. ten 30'ann.. »

La guardai male abbassando gli occhi alla foto del professore, Francesco Arca. Così si chiamava.

Pazzo di te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora