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Eccoli Simo, Richi e Dadda che salgono sul palco rallegrando l'umore di tutti. Salutano con i loro soliti modi e iniziano subito un susseguirsi di battute esilaranti e divertenti. Ma non devo dimenticarmi che sono qua per conoscerlo e capire chi lui sia! Non dico che lui mi interessi davvero, perché chiaramente non lo conosco neanche, però voglio poterci parlare. Sono davvero stilosi tutti e tre a modo loro, Richi ha una maglietta in stile hawaiano di colore marrone con dei disegni e un jeans corto grigio/azzurro. Simo ha un pantalone grigio elegante e una usuale canottiera bianca, dei capelli belli ma molto alla Elvis Presley. Sia Simo che Richi hanno delle scarpe da ginnastica, quelle di Simo sono delle Adidas nere e bianche mentre quelle di Richi sembrano normali scarpe da tennis di color ocra. Dadda invece indossa una maglietta bianca con sopra un giacchino nero e dei pantaloni lunghi, eleganti e neri con ai lati una riga bianca che percorre l'intero pantalone. Ha poi uno stivaletto nero un po' alla Michael Jackson, visto che è la sua grande passione e il suo grande idolo. Lo spettacolo prosegue benissimo e ridiamo tanto tutti insieme. Ogni tanto Simo sembra incrociare il mio sguardo, e mi sento rabbrividire. Li osservo, li ascolto, si ride tanto, e ascoltiamo i vocali che loro propongono relativi alle persone che li hanno mandati. Arriva poi la parte in cui fanno parlare il pubblico e lo fanno intervenire, raccontando delle storie che le persone hanno voglia di condividere. Io non riesco praticamente a intervenire minimamente, però mi dico che non c'è da preoccuparsi perché sicuramente troverò un modo. Lo spettacolo procede benissimo e guardando Simo lo trovo davvero sempre molto interessante. Alla fine dello spettacolo non sono riuscita a fare assolutamente nulla, ma non demordo. Mi dico, fra me e me, che appena loro tre usciranno riuscirò a parlarci. Vado fuori dal teatro e mi metto in un bar vicino al posto ad aspettare mentre bevo un thè alla pesca. Passa quasi mezz'ora fino a che mi decido a rientrare nel teatro dato che non li vedo uscire
"signora, mi dispiace, non si può rientrare" dice una signora della sicurezza sulla mezza età
"ma come, io ero dentro! ho il biglietto"
"sì, lo so, ma non si può rientrare una volta usciti"
"no, ma come? per favore! io sto aspettando qua fuori da mezz'ora... mi aspettavo uscissero, non lo sapevo che si dovesse restare dentro!"
"mi dispiace, non posso farla rientrare... Ma resto a disposizione..."
Sconcertata da queste parole e molto delusa, percorro afflitta la strada per tornare alla macchina e per ritornarmene a casa. Sono davvero triste e mi sento completamente scema ad aver pensato che avrei potuto fare qualcosa venendo qua, accendo la macchina e molto vuota dentro di me torno a casa. Da quel momento decido di lasciare perdere tutto nuovamente, mi dico che da lì in avanti mi sarei guardata i loro video solo per passatempo ma non avrei dovuto più assolutamente fare nessun tipo di pensiero su Simone che mi avrebbe fatta solo ossessionare e solamente "andare in fissa".
A volte, in effetti, se vogliamo contrastare l'ordine naturale dell'universo e ci imponiamo a esso con forza, succede semplicemente che veniamo raggirati dalla forza dell'universo stesso.

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