10.

142 18 137
                                    

CASS

Mettiti così.
Appoggia i gomiti, abbassa le spalle.
Così, brava.
Ora, apri le gambe.

Apro gli occhi quasi di scatto, la luce dell'home page di Netflix mi dà un fastidio della madonna.

Lacrimo, porca troia. Meno male che stanno tutti dormendo.

Asciugo le guance. No, in effetti non stavo lacrimando, sono quei ricordi di merda che tornano quando dormo.

Ormai c'ho fatto l'abitudine, faccio spallucce a me stessa.

Tanto questi non sanno un cazzo. E mai lo sapranno.

Ho il collo indolenzito, 'sto divano non è poi tutta 'sta comodità, ma almeno... siamo tutti insieme.

Ma dove cazzo sta il telecomando?

Ah... ce l'avevo sotto il culo. Mi pare giusto.

Lo avvicino alla faccia perché con 'sto buio non leggo una sega, familiarizzo coi tasti e alla fine riesco a decidere io che film mettere.

Posso finalmente scegliere il cazzo che mi pare, tanto dormono. Che metto?

Un mugugno attira la mia attenzione. Non mi dire che...

Mi giro appena.

Porco...!

Leon si sta svegliando. Di cinque persone, proprio lui doveva svegliarsi? Cristo ce l'ha proprio con me.

Non riesco a staccare gli occhi dai suoi capelli mentre si tira a sedere. Quando apre gli occhi, ho una voragine in petto.

Santo Dio, ma non potevi essere un po' più cesso?

Lui mi guarda, io mi giro dall'altra parte. Non riesco a sopportare il suo sguardo, lui è troppo buono, ammazza tutte le mie convinzioni.

Non mi era mai piaciuto nessuno prima di lui, ma il punto è che nessuno è come lui. La musica... è tutta colpa sua.

La mia via di fuga. Forse è per questo, perché lui suona e ha occhi solo per la sua chitarra. Non è un morto di figa, è riservato, rispetta sempre tutti.

Tutti i pezzettini che lo compongono lo rendono fottutamente bello. Perdio.

«Sei sveglia da molto?»

La sua voce è bella da sentire anche quando è impastata di sonno. Non riesco a rispondergli, riesco solo a parlargli per litigarci, a provocarlo, a insultarlo.

Non vorrei, ma... non riesco a fare altro. Devo respingerlo.

Lo sento sbottare, «Sarei curioso di... sapere cosa ti gira in quella testa.»

Non lo saprai mai, attaccati al cazzo.

«Prima mi tratti male, poi mi ignori... posso capire cosa ti ho fatto?»

Abbasso lo sguardo. Ha ragione, cazzo, sembro pazza.

Beh... forse lo sono.

Dopotutto, ho fatto cose che nemmeno immaginano... sono una vera psicopatica, ma loro non lo sanno. E col cazzo che glielo dico.

«Esisti», scrollo le spalle, «già questo è abbastanza.»

Gli getto uno sguardo veloce. Lui scuote la testa, «Che cazzata.»

Sbadiglia di nuovo, si lascia andare sul divano e si riaddormenta in pochissimo. Mi mordo un labbro perché vorrei appoggiarmi a dormire sulla sua spalla. Mi sentirei molto meglio, già.

Chiudo gli occhi, sospiro, tremo.

Non posso farlo. Non lo posso trascinare nei cazzi miei, non se lo merita.

Dovrà farsi bastare le cazzate che dico.

Dovrà farsi bastare le cazzate che dico

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
CreepDove le storie prendono vita. Scoprilo ora