CASS

La prima data del tour è arrivata, proprio nel mio periodo peggiore.
Gli altri sono tutti impegnati col soundcheck, io non so nemmeno che aspetto ha 'sto posto. 'Ste cazzo di luci mi danno anche fastidio agli occhi, con tutto quello che ho pianto questi giorni. Osservo tutto da un angolo, seduta su una sediaccia di plastica pescata da chissà quale spiaggetta fallita anni novanta.

Ashley si agita e indica la chitarra. Dice che non si sente quando arpeggia con l'acustica, i tizi del service trafficano con tutti quei bottoncini e lei fa cenno che va tutto bene.

Eh, a lei va tutto bene. A me, col cazzo.

Adesso fa il soundcheck della Gibson, e sento Leon urlarle contro, «Quella chitarra è più grande di te, quando la cambi?»

La sua voce è l'unica cosa che mi provoca un mezzo sorrisetto. Ma proprio accennato, eh.

«Compratela, la Gibson. La mia te la scordi.» Sempre generosissima, la mia amica.

Lui le fa un medio, lei risponde suonando Master of puppets.

Leon corre sul palco, ha già l'Ibanez a tracolla, e figurarsi se la lascia un attimo prima di un concerto. Si mettono a fare una battle su Il volo del calabrone, e mi giro verso Seth, che rimprovera Jean, «Alice ha detto di non fare video del backstage.»

Lui sospira forte, «Seth, Alice può anche...»

«... posso fare cosa, Jean?»

Uno sbuffo di risata mi sfugge, e vorrei sparire. Prego che non mi abbiano sentita e così pare. Alice è comparsa tipo ninja alle spalle di quei due mocciosi, sta con le mani sui fianchi.

Ma tanto lo so che a lui non gliene fotte una sega delle regole di Alice. E infatti si gira, fa pure il seccato con lei!

Mi porto una mano alla bocca per coprire un sorriso, e un secondo dopo rifletto: sto davvero ridendo?

Sento una sensazione nuova nella pancia, quasi di leggerezza. Gli altri mi stanno facendo ridere senza volerlo, solo perché... esistono.

Sì, è così. Loro esistono, fanno cose, e io rido.

E se fossi stata una normale? Quanto sarei stata meglio, con loro?

Abbandono la mano sul fianco, le dita toccano la seduta di plastica.

Sono proprio una sfigata del cazzo.

...

«Puoi anche continuare a dare ordini da boomer. Io non li seguirò.»

...sul serio, Jean? Ancora stai dando il tormento a 'sta poveraccia di Alice?

«Sei uno stronzetto irriverente, lo sai questo?»

Questa donna ha una pazienza infinita con quel ragazzino. Un carattere di merda come il suo ci trascina in questa follia, che se fosse per noi saremmo rimasti tutti chiusi in casa ad ammazzarci di pippe mentali, e invece no. Jean ci ha scovati nella folla, uno più stronzo dell'altro, ci ha presi per la collottola e ha deciso che avremmo tirato su 'sta cosa.

Che c'aveva, quindici anni? E la forza che mancava a tutti noi.

«Che t'aspetti, sono francese!»

Scuoto il capo, di nuovo mi scappa un sorrisino sghembo. Questo stronzetto riesce a manipolarmi anche a distanza.

Glielo faccio fare volentieri, Jean ti mette la voglia di vivere addosso.

«Certo, quando ti pare.» Alice solleva le sopracciglia, un sorriso fintissimo in faccia.

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