NEREO

«Dai che manca una sola rampa di scale! Pronta? Stringi i fiori per zia Ashley, che se volano via è peccato!»

Stringo la manina di Alexi, che sta appena uno scalino dietro di me.

«Op...là!» Arriva in cima e mi lancia un'occhiata. Ha gli occhi di sua madre.

«Brava, amore di papà.»

La prendo in braccio ed entro nell'appartamento di Ashley. Alexi si agita, vuole scendere, discola che non è altro. L'accontento.

«Zia!» La vocina si perde nel corridoio. La lascio scorrazzare in libertà e butto un occhio nel salotto.

Non mi ero accorto di lei.

Piegata sulle gambe come un vecchio telefonino primi duemila, se ne sta Emerson, seduta a terra con le punte dei piedi allungate in avanti.

Ammazza se è flessibile! Tira su la schiena e ruota il collo, apre gli occhi e si accorge di me.

«Oh, ciao!» Mi saluta con un sorriso.

«Ciao. Fai stretching?»

Spalanca di botto le gambe, mi ricorda il compasso che usavo a educazione tecnica alle medie.

«Sì», risponde, «il mio partner sostiene che io debba mantenermi in allenamento, ma siccome non sono ancora guarita del tutto...»

Ah, giusto. Porta ancora il tutore, ma nonostante quello è molto aggraziata.

Chissà quante ore si è esercitata in una vita per raggiungere quei movimenti così studiati. L'attività artistica ti prende un casino di tempo, io lo so bene.

«E tu?» Ruota sul bacino e fa la spaccata, «Come mai sei qui?»

«Alexi ha saputo che zia Ashley sta male, ed è voluta venire a trovarla.»

«Ma Ash sta benissimo, ha ottenuto ciò che voleva.»

Sorrido appena.

«Alexi non ha più la mamma», spiego, «è molto attaccata ad Ashley, non potevo dirle di no.»

«Capisco.»

Ecco, il solito silenzio che cala quando parlo di Nadia.

«Hai detto di avere un... partner?» Non voglio far cadere la conversazione.

Lei abbassa la testa, «Sì, è il mio compagno di danza. Si chiama Remi, danziamo insieme dai tempi della scuola, abbiamo provato ogni stile ma alla fine... classico e contemporaneo non si battono!»

Non ho idea di cosa stia parlando, ma annuisco per non fare la figura dello scemo.

Certo che ha davvero il collo lungo, sembra un cigno.

Si muove, la pelle sottile quasi mi mostra ogni movimento delle ossa, quello scaldacuore verde acqua le sta davvero bene.

...dannazione, le sto guardando il seno! Mi sono scimunito?

Guardo altrove per non essere beccato. Che figura ci farei?

Non ho mai guardato nessuna donna dopo che Nadia è morta.

In effetti non che abbia avuto molte occasioni. Frequento solo quelle tre tipe losche.

Sento uno strano fastidio nel petto, che cos'è? Non riesco a focalizzare.

«Beh, io andrei a fare una doccia.»

Emerson unisce le gambe e si alza. Scioglie i capelli, l'odore del suo corpo mi raggiunge e mi colpisce. Non è forte, ma neanche troppo lieve.

Dolciastro, tipo fiori di campo.

Non riesco a rispondere: Alexi corre portandosi dietro Ashley, che ha delle borse sotto gli occhi da far paura

«Lexi!» esclamo, «Zia Ashley sta male, dovevi lasciarla dormire!»

«Tranquillo, almeno mi sono alzata e faccio qualcosa.» Ash si gratta la testa ed entra in cucina, Alexi le zampetta dietro tutta contenta. A casa facciamo i conti.

Emerson mi supera, mi tocca il braccio, «Allora ciao.»

Rispondo con un solo cenno della testa, turbato.

Rispondo con un solo cenno della testa, turbato

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