NEREO
«Come stai, oggi?»
Come, come? Eros che si comporta in maniera gentile?
Alzo lo sguardo, ce l'ha con Cass. Mh, gatta ci cova...
Non mi dà fiducia, davvero. Sembra che sia lì per lei, per ascoltarla, ma... non so, mi sembra viscido. Troppo.
Guardo l'orologio, è già pomeriggio inoltrato e di Jean ancora nessuna traccia.
Chissà che sta combinando...
«Secondo te c'è da fidarsi?» Seth si avvicina, me lo chiede con una certa cautela. Si riferisce a Eros, palese.
Non le è mai stato simpatico, dal primo momento che l'ha visto al Masquerade.
Alzo le spalle, «Non lo so. Sì, è uno stronzo, ma ora...»
«Io non mi fido. Teniamolo d'occhio, ok?»
La guardo, le sorrido appena, «Ti preoccupi per Cass?»
«Quello non mi piace, non mi è mai piaciuto, ma... non lo so. Va oltre, non mi dà fiducia.»
Come me, wow. Neanche fossimo fratelli, anche se considero Seth una sorellina minore da sempre.
Non smettiamo di guardarlo, lo teniamo d'occhio di sottecchi, senza farci notare, e tiriamo un sospiro di sollievo quando se ne va.
Sposto gli occhi su Cass. La sua tristezza mi persuade che quel tizio non è riuscito nel suo intento, qualsiasi esso fosse. E non era una cosa positiva, ne sono sicuro.
«Ehi», la chiamo, «se fa lo stronzo, diccelo. Ok?»
Lei ci rifila un sorriso mesto, inclina la testa, «Arrivate tardi, allora.»
«Cioè?» Seth si avvicina.
Cass scrolla le spalle, «Mi ha baciata. L'ho lasciato fare, perché... speravo di sentire certe emozioni, certe cose che provavo con Leon.»
Sgraniamo gli occhi. Ma è pazza?
Rettifica subito, «Ma è impossibile. Leon è unico. Non può esserci nessun'altro. E poi mi sono... vista da fuori.»
«...da fuori?» Io e Seth ci guardiamo, confusi.
«Sì», annuisce Cass, «ho visto la scena come un film, mi sono resa conto, e quindi niente, sono scappata a casa. Una notte di merda, ho passato.»
Rimango come uno stoccafisso. Si è dissociata da se stessa?
Cazzo se è grave!
«Dovresti allontanarlo», Seth si fa avanti senza indugi, e non ha mica tutti i torti.
Cass abbassa lo sguardo, «Fa parte della band, non posso fare altro casino, direi.»
«Non mi fido di quello.»
«Seth, io ho ucciso mio padre. Non ci metto un cazzo a rifarlo. Non ho davvero più niente da perdere, adesso.»
Finisce di avvolgere i jack e ci saluta, se ne va come se non fosse accaduto nulla.
Seth mi guarda con aria supplichevole, «Teniamola d'occhio, ti prego», dice, «Quello è una bestia, ho un bruttissimo presentimento.»
«Non piace nemmeno a me. Andiamo, dai, ti porto a casa.»
Sta tirando giù più acqua qua che sotto alle cascate del Monte Gelato, ma per fortuna siamo chiusi in macchina con l'aria condizionata.
Siamo alla fine della primavera, l'estate si avvicina e si fa sentire. C'è un'umidità pazzesca, persino Seth ne risente e ogni tanto fa per allargare il colletto della maglietta.
Il rumore della pioggia battente non m'impedisce di stare al telefono con Alice.
«Faccio tardi, c'è un casino per strada che non finisce più. Ah, sta mangiando. Ok, grazie. Poi mi dici quant'è.»
Riaggancio, «Alice ha già fatto mangiare Alexi. Meno male, perché mica lo so se riuscirei a farle la cena entro un'ora decente.»
«Ogni volta che fa due gocce è così, che cazzo», Seth sembra infastidita, «Manco fossimo a Roma centro.»
La guardo di sbieco, chissà perché le rode così tanto. Non è la prima volta che rimaniamo imbottigliati nel traffico.
«Senti un po'», dico, «ci pensavo da qualche giorno... ma perché non ci facciamo un'uscita noi quattro?»
Seth si tira il ciuffo dietro l'orecchio senza riflettere. Tempo due secondi, e lo rimette subito al suo posto, ben sistemato a coprire la guancia.
«Scusa», farfuglia.
Guardo in aria, «Seth, per la trilionesima volta, non me ne frega niente della tua ferita. Io manco la vedo!»
«Sì, ma non devo prendere l'abitudine di scoprirmi la faccia davanti alla gente.»
Sbuffo. Non sono d'accordo con lei, non ha niente che non va e sarebbe ora che la piantasse di nascondersi. Che cosa farà quando avrà il primo appuntamento? Si presenterà con un sacco di carta in testa?
«Quindi? La facciamo quest'uscita?» insisto.
Sembra pensarci. «Ma noi quattro, chi? Siamo rimasti in cinque, vuoi escludere qualcuno?»
...sul serio, non ha capito? Scherza?
«Ma no, io intendevo noi due e gli australiani!»
Rimane immobile, approfitto dell'imbottigliamento per guardarla meglio. Le guance si colorano appena di rosso. Saranno le luci delle macchine davanti? Boh.
«Allora?» incalzo.
Di colpo torna in sé, «Ok.»
Non mi sembra molto convinta...
«Seth... vuoi parlarne?»
Non so nemmeno io di cosa, ma è ovvio che ha qualche tarlo per la testa.
Inspira, «Cass... sono preoccupata, dopo quello che ci ha detto. Dobbiamo parlarne con Jean.»
«E Ashley?»
«Ashley non sa neanche in che anno siamo, e poi ci ha mollati.»
Ha ragione.
«Comunque, ci sto per l'uscita a quattro», dice alla fine, «Ci meritiamo un po' di svago, dopotutto.»
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Creep
RomanceCassandra ha ventitré anni, suona le tastiere in una band, è innamorata di Leon, chitarrista principale, e nasconde un terribile segreto. E non sa che lui ha una doppia vita. Nessuno di loro lo sa, nemmeno Seth, diciottenne bassista del gruppo, il...