NEREO

Stasera l'atmosfera è molto diversa.

Siamo di nuovo in tour, un piccolo tour di quattro date, ma sembriamo molto più rilassati dell'ultima volta.

Leon e Ashley stanno facendo casino con le chitarre staccate, si stanno divertendo con una delle loro jam session pre concerto. Ashley ha abbandonato la salopette, stasera. Indossa un paio di jeans a vita alta e una magliettina bianca un po' corta, che tanto ha le forme appena accennate. Chissà se è merito di Jean?

Lui se ne sta a dividere la postazione del trucco con Seth. Si sta spalmando quella matita nera sugli occhi come se dovesse finirla tutta stasera, lei invece sta ancora combattendo con quel ciuffo per fissarlo ed evitare che le cicatrici si mostrino in tutto il loro splendore durante la performance.

Non ha ancora capito che non si vede nulla, dal palco. Le luci piallano la pelle, la lontananza fa il resto, e Seth sembra avere il viso più perfetto del mondo.

Cass li osserva tutti dal suo solito angolino, ma stavolta in una posa inedita per lei.

A gambe accavallate, addirittura.

Ma il suo viso è rilassato, sorride, i suoi occhi sono diversi dal solito. Dolci.

Uno sguardo molto bello, quasi non sembra lei. Le farei una foto, se non fossi impegnato a tamburellare sulle cosce con le bacchette.

Sento vibrare la panca e guardo in basso. Il telefono di Ashley sta squillando, è Emerson, ma la padrona non può rispondere.

Prendo la chiamata, «Ciao, Emerson. No, Ashley si sta scaldando, stiamo per salire sul palco.»

Mi saluta di rimando e inizia a parlare. Non capisco tutto alla perfezione, il suo accento è troppo marcato e il mio inglese un po' arrugginito.

Comprendo solo che ha problemi di alloggio, «Mi dispiace... com'è successo?»

C'è troppo rumore, così esco dallo spogliatoio e mi appoggio al muro.

«Mah, se posso permettermi, non penso che per Ash sia un problema che tu rimanga in casa loro. Cass? No, nemmeno per lei, figurati. Anzi, capace che ti lasci anche la stanza...»

I problemi di questa ragazza sono davvero delle scemenze, paragonati ai nostri. Lei ha chiamato Ashley mentre è al lavoro per chiederle se può installarsi a casa sua, noi non abbiamo mai chiamato nessuno per i nostri casini.

Deve essere bella la vita delle persone normali, senza troppi pensieri.

Vedo Alice farmi cenno. Ho passato dieci minuti ad ascoltare questo scricciolo al telefono e non me ne sono proprio reso conto.

Mi avvio verso il backstage, «Scusa se attacco così, ma devo andare su. Ti conviene sentire Ashley domani matt...»

Resto di sasso. «Sì, non c'è problema... figurati. Allora a domani. Ciao.»

Chiudo la chiamata, sono un po' confuso.

Perché domani vuole parlare con me?

Entro nel camerino con un sorriso stampato in faccia

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Entro nel camerino con un sorriso stampato in faccia.

Sono molto soddisfatto di com'è andata la serata, siamo stati bravi, siamo riusciti a coinvolgere di più il pubblico... si vedeva che l'alchimia fra noi è aumentata. L'hanno percepito anche lì sotto.

Mi tiro indietro i capelli zuppi, non vedo l'ora di fare una doccia. La camicia è praticamente da strizzare, la slaccio fino all'ombelico per far prendere un po' d'aria alla pelle accaldata.

Leon mi passa vicino, lo fermo per un braccio e mi avvicino al suo orecchio,

«Seth ti sta controllando. Fai attenzione.»

Lui sbotta a ridere, come ogni volta che gli dico una cosa importante che deve rimanere segreta. Lo fa talmente spesso che ormai gli viene naturale.

«Di che parlate?»

Cass... che spavento. Non l'ho proprio sentita arrivare. Tiro la camicia fuori dai pantaloni, lei arrossisce e gira gli occhi da un'altra parte.

Che le prende? Non era mai successo.

Leon si mette fra noi, di fatto coprendomi. Eh, adesso è anche geloso di me!

«Nero ha provato a dirmi che ho steccato sul palco, ma non l'ho bevuta.»

Mente sapendo di mentire, ed è pazzesco. Questo qui meriterebbe l'oscar.

Cass ridacchia, la mano sulla bocca, gli occhi pieni di luce guardano Leon. Non l'ho mai vista così, lui ricambia tutto.

Questi due si amano, ma ancora non lo sanno.

Si rivolge a lui, «Ti va se... resto da te anche stanotte?»

Strabuzzo gli occhi.

Anche stanotte? Cioè, questi hanno dormito insieme? Ma quando?

Mi giro verso Leon, che annuisce tutto rilassato.

Ma che cazzo sta facendo?

Si scambiano un bacio a stampo e Cass va via. Ci guardiamo, vorrei ammazzarlo ma è lui il primo ad aprire bocca, «So a cosa stai pensando.»

Inspiro, devo soffocare i nervi, «Ti rendi conto di cosa stai facendo?»

Annuisce, sembra combattuto, «Sì. E non so più come tornare indietro. Più ci provo, più mi lego a lei.»

«Poi ne riparliamo.»

Mi allontano.

Sì, poi ne parliamo. Perché adesso sono davvero troppo incazzato e rischio di mettergli una mano in faccia e fare un casino.

 Perché adesso sono davvero troppo incazzato e rischio di mettergli una mano in faccia e fare un casino

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