LEON
Faccio zapping alla tv per zittire i pensieri.
Siamo in hotel, ci siamo sistemati tutti quanti e sto aspettando Cass, come ci siamo accordati.
Sono un po' nervoso.
Ho paura che abbia di nuovo quel tipo di reazione.
E poi... ormai lo so, dovrò abbandonare anche questa copertura. Non so dove andrò, che fine farò, so solo che devo lasciarli, e questa cosa mi fa sentire a pezzi.
Per loro, per lei.
L'idea di lasciarla, mi annienta. Non sarà sola, ci sono gli altri, ma non è la stessa cosa, lo so. Lo vedo con Jean, che ormai ha sviluppato una vera dipendenza con Ashley.
Vale lo stesso, per Cass? Non sarebbe un problema per me, so cos'ha passato e mi accollerei qualsiasi cosa per farla felice.
...ma non posso.
Mi hanno trovato, sono tutti in pericolo. Se mi dice bene, è questione di mesi.
Che dico, di giorni.
Mi piego sulle ginocchia, prendo la testa tra le mani.
Come farò senza di loro?
Come farò senza di lei?
Bussano alla porta, so chi è. Mi alzo, apro e quando la guardo, tutta la negatività sparisce dalla mia mente. Forse sono io, quello dipendente.
«Ciao.»
Mi accorgo solo in un secondo momento di com'è conciata. Ha una maglietta lunga e larga, le arriva a malapena al ginocchio. Cristo se non è sexy, ma non devo pensarci.
Sono così preso dal ripetermi di non saltarle addosso, che dimentico pure di salutarla. Quando mi ricordo, ormai è tardi. Sono seduto sul letto, lei fa lo stesso e si avvicina.
Quel dannato straccetto si alza, le scopre un po' le cosce. Non poteva mettersi un calzoncino, almeno?
Lo fa apposta? Mi provoca per mettermi alla prova?
Oppure... si fida davvero così tanto di me?
«Che stavi guardando?» Lo chiede con un'innocenza che mi manda ai matti. Avesse avuto un'altra situazione, mi sarei già infilato tra le sue gambe.
«In realtà nulla, facevo zapping.» Mi esce la voce roca, spero non si renda conto.
Mi prende il telecomando dalle mani, inizia a scorrere i canali e io la scruto di nascosto. Sembra rilassata, felice. Non si vede spesso quella luce, nei suoi occhi.
«Non hai sonno?» chiedo.
«No, sono contenta e nervosa. Ho immaginato questa cosa per tre anni, non mi sembra vero.»
...e lo dice così? Senza farsi problemi?
«Non hai... paura?»
«Mi fido di te, Leon.»
Fai male. Fosse per me, 'sta maglietta sarebbe già volata via.
Cristo, ma che dico? Devo smetterla di pensare al sesso con lei, non è proprio una cosa fatta bene, da quando in qua non riesco a regolarmi?
Però è pure normale fare certi pensieri sulla persona che desideri, no? Facciamo che rimangono pensieri, e basta.
«Che ne pensi dell'amica di Ashley?»
...ma come se ne esce?
«Boh, mi sembra amichevole. Perché?» Non capisco.
Abbassa la testa, disegna cerchietti con l'indice sulle coperte, «Ho visto come le hai stretto la mano senza esitazione, guardandola dritta in faccia, e...»
No, continuo a non capire. Quindi?
«Forse è meglio dormire.»
Fa per girarsi, ma la fermo, «No, finisci il discorso.»
Voglio capirci di più, non può dirmi le cose a metà e poi scappare. Una sua mano va sul collo, sembra a disagio. «Beh, io... mi sono ingelosita. Ero invidiosa di quella tizia che è venuta lì a presentarsi a tutti, sembra davvero una senza problemi, e poi ha quel fisico esile, magro, senza forme... l'ho odiata, davvero.»
Ho capito solo che si è ingelosita, ma non capisco perché. Mi sono comportato normalmente... aspetta, ha parlato di fisico.
Sono molto diverse, però...
«Non devo ricordarti che ho occhi solo per te, vero?»
Mi esce naturale. Le farei passare subito le fisime che ha sul suo aspetto, se solo potessi.
Arrossisce, «No, è una mia insicurezza. Mi sento sempre troppo... ingombrante. Seth e Ashley sono magre, possono mettersi tutto ciò che vogliono senza sentirsi a disagio, ma io devo stare attenta a cosa metto, a non scoprirmi, a non farmi notare...»
«Perché?»
Non risponde. Tiene gli occhi bassi, lo fa fin troppo spesso. Non mi piace quando fa così, sembra un cane bastonato dagli esseri umani.
«Lui ha iniziato a vendermi perché ero già... così.»
...cristo.
E chi c'aveva pensato? Quindi lei si veste così solo per coprirsi.
Non posso credere che sia così insicura. Nonostante me?
Non le chiedo più niente, guardo in basso. La sua mano è proprio sotto i miei occhi.
La prendo, la giro, ne bacio il dorso.
«Non ti accadrà più nulla del genere. Non sei più sola.»
Sono serio, sarà davvero così.
Lei sorride piano, sembra recuperare un po' di tranquillità, e ne sono felice.
«Allora, vogliamo dormire un po'?» propongo.
Annuisce. Mi giro, spengo la tv, le luci e mi stendo. Ho proprio sonno.
Il rumore delle lenzuola mi sorprende, lei si stringe a me, sento i pugni chiusi sulla pancia, il suo respiro sul petto.
Che faccio?
«Abbracciami.»
Piano, molto piano, appoggio la mano sul suo braccio. Lo risalgo, arrivo alla spalla, sembra rilassata.
Voglio stringerla. Lo faccio?
Lo faccio.
Smetto per un attimo di respirare, lei non si muove, non si ribella. Dopo qualche attimo, sembra dormire.
Meno male.
Dovrò ringraziare Jean, domani.
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Creep
RomanceCassandra ha ventitré anni, suona le tastiere in una band, è innamorata di Leon, chitarrista principale, e nasconde un terribile segreto. E non sa che lui ha una doppia vita. Nessuno di loro lo sa, nemmeno Seth, diciottenne bassista del gruppo, il...