CASS

Pensavo che, uscire a prendere un caffè avrebbe fatto bene a Jean, e invece... col cazzo.

Se ne sta chiuso tipo ricco, su se stesso, arrotolato come un asciugamano.

Mi dispiace davvero vederlo così. Non so davvero cosa consigliargli, io che ho perso Leon per sempre. Lui, invece, Ashley ce l'ha a pochi chilometri e non può più manco chiamarla per telefono. Poveraccio.

Io almeno posso metterci una pietra sopra, cazzo, ma lui...

Dico, «Hai... provato a...»

«Sì», m'interrompe, «Ashley non vuole più vedermi.»

«Non si è nemmeno presentata alle prove, ieri», valuto.

Non mi ero mai resa conto di quanto Ashley fosse attaccata a Leon, ma se ci ripenso... quando faceva da mangiare, lui era sempre il primo ad arrivare e darle una mano. Noialtri, sempre in puntuale ritardo.

Chissà di cosa parlavano, da soli. Forse è per quello che Ash si è accorta delle cazzate che ci raccontava.

Mi giro verso Jean. Ha delle occhiaie che non gli ho mai visto, la sua pelle di solito è tipo traslucida, bianca, perfetta. Non s'è manco pettinato, ha uno chignon che tra due secondi crolla per terra, non s'è truccato e la camicia è spiegazzata.

Roba che lui sa stirare meglio di me!

«Cass», mi guarda con occhi stanchi, «torniamo a casa?»

...cazzo, senti questo come sta. Mi ha trapassata con quella voce!

Jean è sempre stato quello più tosto di tutti, il più forte, il leader... adesso pare un bambino bullizzato, e basta. Inerme, totale.

Sospiro, «A fare che?»

«Mi vergogno a farmi vedere così dalla gente.»

Se non altro non ha perso la spontaneità.

Stringo le labbra, «Senti, Jean... forse è il caso che torni in terapia, che dici?»

«Sono guarito, non sono più istrionico.»

Sì, eh?

«Ma potrebbe aiutarti a superare la rot...»

«Ho affrontato cose peggiori, Cassandra. Questo è solo un momento, devo... devo lasciar andare fuori tutto ciò che ho dentro. La tristezza è una conseguenza, ci sta, devo accettarla, viverla e assecondarmi. Se rifiuto me stesso... è peggio, capisci?»

Sorrido appena: Jean sta lucido come al solito, anche nei momenti bui.

Beh, ora sono un po' meno preoccupata. Mi lascio andare allo schienale, l'avevo sottovalutato.

Apre la bocca, lo sguardo è fisso a terra, nemmeno batte le palpebre.

«Ora possiamo andare a casa, per favore?»

«Ora possiamo andare a casa, per favore?»

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