REMI
Ora metto la freccia... cooosì.
Mi volto, faccio manovra. Con calma... che se no, altro che leasing.
Fiù... ce l'ho fatta! Senza problemi, incredibile.
Scendo dall'auto e raccolgo la pila di pizze per i ragazzi, la bambina mi viene incontro tutta contenta.
Saltella ripetendo, pizza, pizza, pizza... spegnetela, vi prego!
Sulla porta di casa di Jean, compare Nereo, che subito mi dà una mano. Non so se essere contento perché le pizze bruciano, o se non esserlo perché... beh, lui è quello che piace alla mia Emi.
«Grazie», dico a denti stretti. In fondo, è stato gentile.
Mi rivolge un mezzo sorriso, non risponde. Forse ha capito che non mi piace.
Vedo Seth, non mi dà molta fiducia la sua posa. Ha le ginocchia al petto, in mezzo il suo viso. Sembra preoccupata...
Poggio le pizze, tengo la mia, la sua e torno da lei, le tocco la spalla col cartone.
«Quella col coso piccante è la tua, no?» Le regalo il migliore dei sorrisi, magari la tiro su.
Ma lei annuisce, mesta, «Si chiama diavola.»
«Perché?» Mi siedo sul divano vicino a lei.
«Beh, è piccante... l'associamo tipo all'inferno.» Poi allunga il collo verso il mio cartone, «Te che hai preso?»
Io lo apro, «C'era questo formaggio blu, dicono che è buono.»
La sua espressione diventa disgustata, «Quel coso puzzolente. Devono piacerti i sapori forti.»
Strappo coi denti la punta di una fetta. Ho una fame...
«Io mangio tutto», lo dico a bocca piena. Troppa fame, per aspettare!
Lei alza le spalle, i suoi occhi tornano sulla pizza, «Anche a Leon piaceva la diavola.»
Rimango fermo con la fetta a mezz'aria. Dannazione.
«Scusa», si gira dall'altra parte, «non dovrei parlarne.»
«Beh... no. Volevo dire, io non lo conoscevo, però... se vuoi parlarne...»
Seth inspira a fondo. Da questo lato non posso vedere i suoi occhi, il ciuffo copre tutto il viso. Sporge solo il nasino all'insù.
«Non ci riesco. Non riesco a tirare fuori quello che ho dentro. Io... non so com'è soffrire. I miei sono morti e non mi dispiace nemmeno un po'. Però, Leon...»
«Con lui hai dei ricordi, è diverso.»
Annuisce, «Deve essere questo, sì.»
Di colpo, si tocca la guancia ferita. I capelli si scostano, riesco a vedere una piccola parte di quella cicatrice. Orribile, davvero.
Si tocca con un dito, se lo porta di fronte al viso, poi guarda me, sembra stupita.
«Io... è la prima volta che... che piango per lui.»
Ah.
«Ti lascio sola, se vuoi.»
«No... io... non so come affrontare questa cosa.»
«Mangiandoci su?»
Aggrotta le sopracciglia, sistema i capelli sulla guancia, «Ti sembra una soluzione?»
Mi stringo nelle spalle, «No, però se si fredda la pizza, è un peccato.»
Posa gli occhi sul cartone che tiene sulle cosce. Sembra riflettere, ma su cosa?
Si fredda, se non mangia. Prende la fetta con due dita, come se le facesse ribrezzo, la porta alla bocca e ne addenta un angolo microscopico. Prima che addenterà il secondo, avrà già digerito e bruciato questo.
Torno alla mia pizza, rifletto.
Emerson mi ha sempre detto che sono un superficiale perché non ho mai aiutato nessuno in difficoltà, ma, a parte che non mi ritengo in grado, e poi... chissà, magari sono meno stronzo di come dice lei.
«Se la band dovesse sciogliersi...», riprende Seth, «No, scusa. Fai finta di niente.»
Eh no, ora voglio sapere!
«Dai, continua.»
«Beh, non saprei cosa fare. Ci penso spesso... Jean sta così, Ashley è sparita... Cass ci sta e non ci sta con la testa... Non so.»
«Ci sarà qualcos'altro che ti piace fare e ti riesce bene, no?»
Non parla più. Devo aver toccato un nervo scoperto.
Vorrei dire qualcosa, ma i miei occhi vanno oltre le spalle di Seth. Vedo Emerson, ci guarda con aria civettuola. Mostra il pollice.
Mi avvilisco un po'. Quella scema non ha proprio capito niente.
Siamo usciti da casa di Jean, la notte è gradevole e rientro in macchina. Emi mi segue, continua a fissarmi senza togliersi di dosso quel sorriso idiota.
«E così sei diventato buono, non l'avrei mai detto!» dice.
Sospiro, «Vedi di finirla.»
Accendo la macchina.
«Senti Remi, tu non sei mai stato così.»
«Si cambia nella vita, ok? Ora piantala.»
Fastidiosa come una mosca, quando ci si mette. Si mette in testa una cosa, e non te la scolli più di dosso!
«Hai pensato che quella ragazza possa piacerti?»
Ma che cosa dice, ha bevuto?
«Sei scema? Non hai visto in che condizioni ha la faccia?»
Finalmente, sta zitta. Possibile che non capisca?
«Non posso credere che tu l'abbia detto davvero.»
Sì, l'ho detto, e mi dispiace. Però è così ottusa, non ha ancora capito che sono innamorato di lei da sempre!
«Emi, senti, non diciamoci cazzate. Sembra Due facce di Batman, non potrebbe mai piacermi qualcuno del genere.»
Perché me la prendo con Seth? Lei non c'entra niente, se questa è tarda. Beh, è vero che sembra Due facce, ma...
«Ritiro tutto. Sei sempre il solito stronzetto superficiale, viziato da mammina e papino.» Me lo dice con un'espressione disgustata.
«Bla bla bla.» Le faccio il verso. Vediamo se, almeno questo, lo capisce.
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Creep
RomanceCassandra ha ventitré anni, suona le tastiere in una band, è innamorata di Leon, chitarrista principale, e nasconde un terribile segreto. E non sa che lui ha una doppia vita. Nessuno di loro lo sa, nemmeno Seth, diciottenne bassista del gruppo, il...