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ASHLEY

Ho sempre amato la quiete della notte.

Era l'unico momento della giornata in cui mia madre non mi stava addosso. Gli odori della cucina erano ancora forti e io potevo rimanere a letto, al calduccio, nascosta sotto le coperte a fantasticare su una famiglia, una vera famiglia.

Non come la mia.

Io non sarei mai diventata come mia madre.

Non avrei mai picchiato i miei bambini, non li avrei mai umiliati, non li avrei...

Una lacrima mi percorre lo zigomo, la lascio andare. Sono impegnata sulla chitarra, sto suonando Mario takes a walk, un pezzo flamencato che adoro.

Mi rilassa suonare mentre Cass m'intreccia i capelli.

Lei si prende cura di me, e io mi godo la sensazione di essere coccolata. Non si tira mai indietro, quando glielo chiedo.

Avrei voluto che anche mia madre lo facesse, ma... lei non...

«Te co 'sto flamenco, eh... ci vai a nozze.»

Inspiro e sorrido. Mia madre non vanificherà gli sforzi della mia migliore amica.

«Jesse Cook non è uno qualunque», rispondo con un sorriso sghembo che non può vedere.

«E chi l'ha detto? Quando sei pensierosa suoni sempre questa. Che è successo?»

Plettro un'ultima volta e chiudo gli occhi. Il suono delle corde acustiche è rassicurante, armonioso. Mi fa stare bene, e mi godo la sua sfumatura finché non tace del tutto.

Glielo dico. Sì, glielo dico.

«Jean sta adottando comportamenti che, boh... non è che mi piacciano tanto.»

«Che vuoi dire?»

Cass sistema la prima treccia sulla mia spalla.

Come glielo spiego? Vorrei posare la chitarra, ma questa storia m'impensierisce così tanto... e la chitarra è la mia coperta di Linus.

Alzo le spalle, «Non lo so, potrei sbagliarmi io, ma... mi dà l'impressione di avermi puntata

«Te l'abbiamo già detto anche noi. Che ha fatto?»

Sto per raccontare, ma mi blocco. Non voglio che gli altri ci sentano, magari da fuori. Quelle due suocere di Nero e Seth sarebbero capaci di origliale dalla porta, quindi afferro il telefono, apro Spotify e faccio partire un pezzo a caso.

Cass ride, ed è strano. Si porta la mano alla bocca, come una ragazza qualsiasi, il che per un momento mi tranquillizza.

«Parte Vogue mentre mi parli di Jean. L'hai fatto apposta!» esclama.
«Ma che, è tutto contro di me! Ha allungato le mani e...»

«Che ha fatto, quello? Su di te?»

«Ma no, non in quel senso! Cioè, in effetti mi ha toccata ma non come pensi te. Eravamo in cucina, prendevamo le ciotole per buttarci dentro degli snack, e... boh... era vicino. Troppo vicino, capisci? Me lo sono ritrovato a due centimetri, poi mi soffia sulla pelle, mi sussurra le cose... io non so che cos...»

«Vuole scoparti», m'interrompe, «Seth non si sbagliava.»

«Non è che mi faccia piacere questa cosa.»

«Neanche a me, si è totalmente rincoglionito se vuole scoparsi anche noi.»

Mi poggia la seconda treccia sulla spalla libera e dall'alto cala lo specchio. I miei occhi pallidi mi guardano senza espressione, come sempre.

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