ASHLEY

«Allora, si può sapere che succede?»

Ops! Sono inciampata come una bambina, tanto sono curiosa di sapere come mai Cass stasera era così spensierata.

Ho aspettato che facesse anche lei una doccia vera e si asciugasse i capelli per bene, ma ora sono qui, pronta per il gossip. Questo è quello che manca tra di noi, un po' di allegria, di leggerezza... ne ho bisogno, e anche lei.

Anche se... non vedo l'ora di andare a dormire.

Lei mi rivolge un sorriso, ed è strano perché sembra serena. Non è normale, per lei, di solito ha lo sguardo teso, torvo, la mascella dura... stasera, invece è...

Mi guarda, ha davvero un viso diverso. Sì, sereno è proprio la parola giusta, «Jean mi ha fatto un discorso... motivante. No, meglio, mi ha fatta riflettere su una mia incoerenza. Sulle mie paure. Ho fatto quello che ho fatto per liberarmi di mio padre, eppure... mi faccio ancora condizionare da lui.»

...ah, ecco.

C'è lo zampino di Jean. Sarebbe stato troppo strano che si fosse ripresa da sola.

«Ma è normale», dico. Perché è vero, e io lo so bene.

Gli occhi di Cass puntano a sinistra, lei piega il capo di lato, «Sì... e no. Il passato mi ha formata, è vero, però... però non è giusto continuare così. Jean è molto più forte e maturo di me, devo prendere esempio da lui per uscirne. O almeno conviverci.»

Wow.

Un semplice discorso di Jean, le ha fatto questo effetto benefico.

Sono davvero incredula di fronte alle capacità di quel ragazzo.

...oh.

Oh, no.

Mi è tornato in mente solo ora... quella sera, quando lui stava dicendo di aver subito abusi. Di certo è per questo che è riuscito a colpirla al cuore.

E, adesso che ci penso, l'ho trattato male. L'ho zittito, ho...

Appoggio la mano sul viso, inizio a sentire il senso di colpa farsi strada in me. E come potrebbe essere altrimenti? Ho trattato male Jean, che stava parlando del suo trauma.

E perché? Perché è maschio.

Perché i maschi non possono soffrire per degli abusi sessuali, certo. Li immaginiamo sempre pronti a fare sesso non appena qualcuno glielo chiede.

E poi, lui, sempre così pacato, equilibrato, padrone della situazione... nei suoi occhi non c'è traccia di sofferenza.

Ha superato il suo trauma, o ha solo imparato a nascondere il dolore?

Inspiro, espiro, inspiro di nuovo. Cielo, sono proprio una pessima persona.

Devo scusarmi con lui, a tutti i costi. Glielo devo, davvero.

Spero mi perdoni.

Mi ricordo di Cass solo perché lei si muove, infila una vecchia t-shirt e afferra la spazzola. Ha deciso di pettinarsi, finalmente.

Mi avvicino a lei, «Cass, io sono... contenta. Anche se mi fa strano vederti cambiare umore in così poco tempo.»

Lei mi lancia uno sguardo, e di nuovo la percepisco. C'è un qualcosa di drammatico in quelle iridi scure, ma la rabbia sembra essersi in parte dissipata.

Sarebbe magnifico!

«Ha ragione Jean», dice, «Senza offesa, Ash. Sei la mia migliore amica e sempre lo sarai, ma per fortuna non puoi capirmi.»

Posa la spazzola e s'infila nel letto. Cosa posso dire? Ha ragione.

Qui ognuno ha il suo trauma, anche io ho i miei, ma vorrei avere qualcosa di più tranquillo di cui parlare con lei.

Si sta voltando per dormire, ma io non voglio. Vorrei ancora parlarle, capirla, vedere se possiamo chiacchierare come due amiche normali.

Mi piacerebbe davvero tanto!

Mi sporgo verso di lei, «E... Leon? Che hai deciso di fare?»

«Proverò a trattarlo come tutti gli altri. Sarà dura... ma se voglio migliorare la mia vita... Jean mi ha fatto capire che devo combattere, se voglio stare meglio.»

Non so cos'altro dire. Forse sto sopravvalutando la mia voglia di normalità, in fondo tutto sono tranne che normale, come lei.

Sto ancora cercando qualcosa di simpatico da dire, quando lei si allunga e spegne la luce.

Sto ancora cercando qualcosa di simpatico da dire, quando lei si allunga e spegne la luce

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
CreepDove le storie prendono vita. Scoprilo ora