13.

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CASS

Freddo.

Sento freddo.

Sento il cazzo di freddo che mi prende e mi brucia il naso. Ma non mi sono coperta, stanotte? Sono scema?

...

...merda.

Merda!

Devo arrivare al bagno, devo...!

Scalcio via tutto, scendo di corsa, arrivo alla porta...

...e niente, ho rimandato giù tutto l'acido.

Cazzo, che botta! Pensavo di dover vomitare ancora.

Beh... è già tanto che mi sono rimasti gli occhi, direi anche basta vomitare oggi, no?

Porto una mano alla pancia. Che dolore...

Mangiare.

Devo mangiare qualcosa, ho sentito tipo che devi riempire lo stomaco con qualcosa di spugnoso quando hai l'acido, che lo assorbe, ti aiuta e bla bla bla, le solite stronzate che trovi su internet.

Mi affaccio fuori dalla porta, sbadiglio. Gli occhi s'inumidiscono e fatico a mettere a fuoco il corridoio, ma c'è della luce, quindi è giorno.

Già è qualcosa, anche perché ormai c'ho fame.

C'è un sacco di silenzio.. ma sono sveglia solo io?

Il freddo del pavimento mi aiuta a svegliarmi. Ma il parquet non era tipo caldo? Non lo mettono nelle case perché fa calore?

Ma come, costa l'ira di Dio e poi è freddo come il marmo? Quando mi stanno sul cazzo 'ste prese per il cu... oh, cazzo!

Ci metto un paio di secondi a capire che, no, quello seduto in cucina non è un ladro vestito da darkettone.

Il fottuto ladro è Seth.

«...dannazione Seth!»

Mi porto la mano al cuore, che cavalca manco fosse il cavallino della Ferrari. Porca puttana, che spavento m'ha fatto prendere! Ho le gambe come gelatina!

Butto l'occhio sull'orologio, che segna le sette del mattino. C'ha ancora i vestiti di ieri sera, addosso.

«Ma non hai dormito?»

Si gira piano, lenta come il bradipo che solo lei sa essere. Seth è spettrale, non solo nell'aspetto. Te la vedi e lo capisci subito che è vuota, che le manca qualcosa, e quel qualcosa è giusto giusto la sua personalità.

Niente di che, insomma, 'na cazzata.

Piega la testa come un manga e non guarda me mentre risponde, ma guarda oltre, come se io fossi trasparente. Mi mette i brividi, ho voglia di farle un esorcismo.

«Solo un po'. Biscottino?» dice.

Biscottino? Da lei? No, grazie, piuttosto muoio di fame.

Sento che il mio stomaco sta ancora ballando. Maledizione! L'odore del dolce mi sta smuovendo pure quello che non ho.

Mi porto la mano alla bocca, cerco di soffocare un rigurgito. Ho l'impressione che l'aria voglia strapparmi le viscere, che figura di merda.

Seth stringe le labbra, «Suppongo di no.»

S'infila in bocca il frollino. E certo, lei mangia, e io sto male.

Meglio pensare ad altro, se no 'sta pancia non si rimette mai a posto.

Guardo il suo tablet, e la vedo, la solita pagina di ricerca di Google. Seth ci perderà la vita intera a cercare informazioni su se stessa, quella che non conosce, che non ricorda.

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