Emerson si voltò di scatto: la porta d'ingresso si era appena richiusa, e si aspettò di veder comparire Remi oltre la soglia.

«Allora? Com'è 'sto posto?» chiese.

Il ballerino appoggiò una busta di carta a terra, prendendo posto sul divano. Lasciò andare la testa all'indietro, esausto, «Quanto cazzo è difficile trovare una casa decente in Italia!»

«Niente anche oggi? Accidenti, Remi, dobbiamo lasciare l'appartamento di Cass, non può rimanere per sempre da Jean.»

I due avevano occupato in precedenza casa di Cass e Ashley, ma, ora che Leon era morto, la tastierista doveva rientrare il prima possibile.

«Siamo sicuri di volerla lasciare sola?» Remi posò lo sguardo sull'amica, «Voglio dire... non era lei ad avere tendenze suicide?»

«Non possiamo rimanere in casa sua senza invito», Emerson sospirò.

Un momento di silenzio spezzò il loro discorso. I clacson dalla strada apparivano lontani, come se esistessero in una dimensione parallela.

«Comunque l'ho trovata, una casa.»

La ragazza guardò l'amico, regalandogli un largo sorriso, «Davvero?»

L'altro annuì, «Quasi cento metri quadri, dicono qui. C'è una grande stanza dove possiamo allenarci, e due bagni. Comunque è grande.»

Emerson balzò in piedi dalla felicità, saltellando per tutto il salone tra pacchi già pieni di roba, e Remi rimase interdetto.

Non riuscì a provare il suo stesso entusiasmo, cosa anormale per lui. La ragazza di cui era innamorato da anni l'aveva sempre influenzato nell'umore, ma questa volta non era così.

Cos'è questo vuoto?

L'oscurità che le si parò davanti non la stupì

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L'oscurità che le si parò davanti non la stupì.

Aveva scelto di tornare a casa sua nel momento in cui il sole era tramontato da un pezzo, senza avvisare nessuno, senza neanche dirlo a Jean.

La prenderà malissimo.

L'uscio spalancato le ricordò la bocca dell'Inferno, lo stesso in cui stava scivolando da qualche giorno. Portò il collo della bottiglia di birra alla bocca e ne trasse un lungo sorso, oltrepassò il varco e lasciò cadere il borsone a terra, esausta. 

Cercò a tastoni la luce, e premette l'interruttore. La casa rivelò forme e colori, e si accorse del bigliettino abbandonato sul tavolo del salone.

Non lo lesse neanche, camminando piano fino alla sua stanza. Le lenzuola del letto erano state cambiate, e lei sorrise.

Emerson è davvero una brava ragazza.

Scalciò via gli anfibi, rimanendo a piedi scalzi, la bottiglia di birra incollata alla mano. Il suo sguardo andò sulla chitarra acustica, chiusa al riparo dalla polvere nella sua custodia. Sospirò.

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