LEON

Accendo la luce della mia stanza, sono appena rientrato dal concerto e già devo giocare con Seth.

Nereo ha detto che mi sta controllando e devo starci attento.

Vediamo... come potrebbe controllarmi, a distanza?

Mi guardo attorno. La tv a tubo catodico può essere un modo, ma la superficie è tutta storta. Non va bene.

La porta a soffietto del bagno? Sotto il tavolo? L'armadio?

...va bene, ma quando ce le avrebbe messe?

Scuoto la testa, mi avvicino alla finestra, apro la tenda e guardo fuori. Le luci di Torino sono belle, mi placano un po' l'ansia.

Ho già detto a Fabio questa cosa, stanno cercando tramite il suo indirizzo IP. Che siti ha visto, che ricerche ha fatto, cos'ha comprato... tanto Seth vive online.

Qualsiasi cosa ha fatto, l'ha fatto via web, sono sicuro.

Sospiro, sfilo il maglione e mi ritrovo di fronte allo specchio. Sto dimagrendo, porca puttana. Succede ogni volta che devo cambiare vita.

Stavolta è peggio, c'è lei. E anche loro, sono tutti importanti.

Afferro i jeans, li tiro un po' sù. Mi calano sui fianchi, e sono anche stretti.

Devo sforzarmi e mangiare un po' di più, gli altri non devono preoccuparsi di niente.

Mi tolgo i pantaloni senza nemmeno aprire il bottone, tanto non serve. Esco dagli anfibi, il telefono squilla proprio quando ho il jeans sulle caviglie. Cristo, vedi se non finisco faccia a terra!

Lo prendo, guardo lo schermo e rispondo, «Fabio, dimmi.»

Guardo fuori, quello che mi dice mi stupisce. Mi giro e guardo la chitarra.

«Ho capito, forse so anche dove le ha messe. Grazie.»

Lancio il telefono e m'inginocchio sulla custodia, l'apro e sposto la chitarra sul letto, con delicatezza. Lei è l'unica traccia vera di me stesso tra una vita e l'altra, l'unica cosa che conservo. Ci tengo.

Infilo la mano nella custodia e tasto, accarezzo la stoffa, esamino gli angoli, e poi lo sento. Sembra un bozzo, è così minuscolo che se non me l'avesse detto Nereo non ci sarei mai arrivato da solo.

E brava Seth, la nostra piccola spia.

L'ha incastrato bene eh, devo fare leva con le unghie a più riprese, ma alla fine riesco a scrostrarlo via. Lo porto molto vicino agli occhi, è piccolissimo.

Sembra proprio un piccolo microfono, e anche ben fatto. Trasmetterà a un dispositivo remoto?

Infilo uno degli anfibi, metto per terra la cosa e la schiaccio.

Crack.

Sono libero e in gabbia allo stesso tempo. Non posso parlare con nessuno del mio passato, nessuno deve sapere chi sono davvero, persino il mio aspetto non è il mio.

E così, il mio segretuccio è ancora al sicuro. Ma per quanto tempo?

Seth è davvero tenace. Finirà per scoprirmi, accidenti.

Bussano alla porta, inspiro a fondo. Infilo di corsa una maglietta e i pantaloncini, non voglio che lei mi trovi in mutande.

Forse Nereo ha ragione.

Forse devo troncare subito la storia con Cass, limitarmi a sparire e non rischiare di coinvolgerla. Apro la porta, ce l'ho davanti e tutto s'illumina.

«Ciao, posso entrare?»

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