JEAN

Il suono delle campane rimbomba a morto nella piazzola tra i vicoli di Frascati, stiamo tutti in silenzio ad attendere sulle scale della chiesa.

Ci siamo solo noi quattro, più Alexi.

Qualcuno è dall'altra parte della strada, credo facciano parte del funerale, a giudicare dagli abiti scuri che indossano. All'apparenza, gente di un certo livello, più anziani di noi e con sicuramente più soldi. Non che ci voglia molto...

Temo facciano parte della squadra che teneva sotto controllo Leon, stando a ciò che mi ha accennato Nereo.

Una goccia mi colpisce il volto, volgo il viso al cielo.

«Pioverà», valuto.

«Non tirarcela, per favore», mi riprende Seth.

«Papà... dov'è zio Leon?»

Non ho il cuore di rispondere ad Alexi, e gli altri come me. La station wagon arriva in questo istante, tutti si zittiscono, il rumore che produce sui sampietrini è abbastanza ovattato, rimbomba appena sulle mura dei palazzi.

Guardo Ashley. I suoi occhi sono sconvolti, spalancati, pieni di lacrime. Non accetterà mai la morte di Leon.

Forse doveva restare a casa con Cass.

Le stringo la mano, non ottengo nessun cenno in risposta. Sospiro.

Tirano fuori la bara, è in legno di ciliegio, lucida come uno specchio. La trasportano sulle spalle in sei, percorrono la navata fino all'altare.

Il corpo di Leon era messo così male che non ce l'hanno neanche fatto vedere.

Contraggo un pugno, ne ho bisogno. Vorrei... spaccare tutto, aprire quella cassa, tirarlo fuori e portarlo a casa. Non gli hanno neanche messo la chitarra, che cosa farà per il resto dell'eternità?

«Papà, dov'è zio Leon?»

La domanda di Alexi risuona nella chiesa, una foto di Leon viene incastrata tra i pochi fiori del cuscino sulla bara.

Povera stellina... inizia a lamentarsi e a piangere, credo abbia capito. Mi si spezza il cuore, a sentirla.

Nereo la prende in braccio, la piccolina continua a singhiozzare forte.

«Scusate», sussurra, «devo...»

Annuisco. Lo guardo tornare verso l'uscita e oltrepassarla, ed è come vederlo uscire da un incubo oscuro, verso la luce.

E la vedo.

Nascosta tra le ultime file, il cappuccio calato sulla testa, lo sguardo coperto da grossi occhiali neri, la riga inconfondibile delle labbra.

Cass rimane a braccia incrociate, come se si stesse consolando da sola.

Le rivolgo un lieve sorriso. Lei si asciuga una guancia, mi ha visto. Le sue labbra non mutano forma, rimangono strette, dure. Deve essere davvero difficile, per lei, essere qui. Mi volto verso Ashley, adesso devo concentrarmi su di lei.

Ha lo sguardo assente, mi mette tristezza vederla così. Ero riuscito a farla sorridere, a farla stare meglio, vivere con un po' più di leggerezza, e ora... davvero è stato tutto inutile?

Poso gli occhi sulla bara.

Leon... perché?

 perché?

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