NEREO

«Capisci? Mi ha messo da parte, come, boh, non so... un giocattolo?»

Alzo gli occhi al cielo. Jean mi ha già raccontato quattro volte questa storia, e non so come scollarmelo di dosso. Ha bisogno di comprensione, di sfogarsi... però, basta!

«Capirai, un istrionico come te...» Leon ci va sempre leggerissimo.

«Ho seguito una terapia e sono guarito», puntualizza Jean.

«Seh, certo.»

Devo intervenire, altrimenti questi si menano, «Jean, lei non voleva ferirti. Voleva evitarti una grossa responsabilità, cerca di capirla.»

Non risponde.

Inutile, Jean è il tipo che non s'arrabbia mai, ma se succede... apriti cielo.

«Quindi?» la voce di Leon rompe il silenzio, ce l'ha con Jean, «Ci siamo visti per starti a sentire, e ora fai scena muta? Saperlo restavo a casa a suonare.»

«Che ti devo dire? Sono incazzato, è normale.»

Si sta calmando? Il tono è spento, rispetto a prima.

«Mi sembra, però, che siete rimasti fermi sulle vostre posizioni», ribatte Leon.

«Mi considera un ragazzino.»

«Beh, lo sei. Quella ha ventitré anni.»

«Ho l'età per votare, e comunque non è una buona ragione per escludermi.»

Jean è la solita testa dura, proprio non ci arriva.

«Forse», azzarda Leon con tono più morbido, «avresti dovuto spiegarti in maniera più tranquilla.»

La fronte di Jean si arriccia, «Chi ti dice che...»

«Per favore!» Leon rovescia la testa all'indietro, «Non t'incazzi mai, ma se t'incazzi... Cristo, Jean, scommetto che sei arrivato su come una furia e le hai urlato addosso.»

Ci avrà preso? Stando all'espressione di Jean, sì.

Leon prosegue, «Avresti dovuto soprassedere sulla sua mancanza, ma d'altro canto sei più piccolo... ci sta la tua reazione.»

Sorrido. Colpito e affondato.

Jean non dice nulla, è impietrito. Non muove un muscolo, sembra abbia visto la Madonna. Di colpo, si muove, afferra le sue cose e se ne va senza nemmeno salutare.

«Si sarà offeso?» domanda Leon.

«No, sta andando a scusarsi. Hai toccato il suo lato narcisista, adesso deve dimostrare di essere maturo», dico.

Scuoto il capo, «Oh no... mi ero dimenticato.»

«Che c'è, adesso?»

«Devo mandare un link Instagram a Seth... e non so se mandarlo anche a Jean. Se la stanno prendendo con Ashley.»

Leon si avvicina e gli porgo il telefono per farlo leggere meglio. Fa un verso, solleva le sopracciglia e torna al suo posto, «Non vorrei essere nei loro panni.»

I ricordi tornano alla mia mente.

Quando è morta Nadia, una massa di sconosciuti si è accalcata sotto il mio profilo Instagram per commentare con abbracci e parole di conforto.

Ma non sono mancati gli utenti più cattivi, quelli che sono andati a sommarsi allo stress del lutto. Il distacco, la malizia, la cattiveria, i giudizi gratuiti... tutto mi era è piombato addosso come una valanga, travolgendomi nel momento peggiore.

In quell'occasione ho iniziato a soffrire di sporadiche crisi di panico. Prima succedeva spesso, ora no, per fortuna.

E la storia sta per ripetersi su Ashley, ne sono sicuro. Guarda questi avvoltoi, come sono accorsi a ruotare sulle prede.

Il circo del web s'è già messo in moto.

Il circo del web s'è già messo in moto

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