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NEREO

«Credo tu ci sia andato giù pesante, Jean.»

Lui mi guarda.

«Ashley è lenta su certe cose», dice.

Leon si lascia sfuggire uno sbuffo, «La verità è che sei un pervertito. Come ti viene in mente di scoparti una del gruppo? Vuoi mandare tutto a puttane?»

«Non sarebbe semplice per noi trovare un'altra persona, non tanto dal punto di vista tecnico. Non abbiamo certo molti contatti col mondo al di fuori del nostro gruppetto, lo sai», continuo.

Jean sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sfodera uno sguardo molto serio che quasi mi fa impressione.

«Sono innamorato di lei da un anno, ho provato a togliermela dalla testa ma non ci sono riuscito. Il rapporto che abbiamo noi sei è profondo. Siamo legati dalla sofferenza, e scommetto che non sarò l'unico a fare questa fine.»

Leon apre la bocca, ma il chiacchiericcio delle ragazze che stanno arrivando in saletta ci raggiunge. Nessuno parla più.

Lui arpeggia South of heaven, lo provoca apposta suonando sempre le stesse cose. Jean alza gli occhi al cielo, «Cicci, basta con 'sti Slayer.»

«Cicci lo dici a tua madre.»

«Quale madre, scusa?»

Lui scuote la testa, ci rimane sempre male quando Jean gioca sulle mie sfortune.

Mi volto, saluto le ragazze che sono appena entrate. Ashley risponde ma Cass evita di alzare gli occhi e va diretta sulla tastiera.

La solita tattica per evitare Leon. Non potrà andare avanti per sempre, però!

Incrocio gli occhi di Seth, mi sembra preoccupata.

«Con cosa ci scaldiamo?» Sistema i volumi del basso.

Scrollo le spalle, «Mah, io proporrei Scavenger of human sorrow, ma temo che la nostra tastierista potrebbe risentirsi dall'essere di nuovo esclusa!»

«Jean, facciamoci un pezzettino io e te!»

Cass inizia a suonare Underwater. Così, senza aspettare nessuno.

Ho idea che voglia vendicarsi dell'altra volta.

Jean aggrotta le sopracciglia, «Ma Mika va alto, io ho la voce bassa.»

«Dai che c'arrivi, falla finita!» Cass non vuole sentire ragioni, Jean cede.

Sto per entrare alla mia battuta, ma lei mi ferma, «Non c'è bisogno, Nero. Uso la base.»

Ho capito. Le dedico un sorriso e la indico col mento, «Stronza.»

Ok, ti sei vendicata. Uno a uno, palla al centro.

Seth mi si avvicina, «Ti ricordi Fishing

«Per chi mi hai preso? Certo.»

Certo, sì. Come si può dimenticare quel pezzo scritto da Cass, che parla di come Albert Fish adescava le proprie vittime nei primi decenni del novecento?

La mente di quella lì a volte mette paura.

Guardo mia figlia, cerco d'immaginare il grado di sofferenza provata nel subire qualcosa del genere, e d'improvviso i ricordi riemergono nella mia mente.

Il dolore, la rabbia, l'incredulità.

La morte.

Nadia...

«Ehi?»

La voce di Seth mi strappa alla malinconia. Forse se n'è accorta?

«Sto bene», rispondo, «davvero.»

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