NEREO

Mi piace alzarmi per primo, fare colazione in solitudine, godermi il caffé, la foschia del primo mattino. Cammino piano, cerco di non fare rumore.

Dormono ancora tutti, non voglio essere io a svegliarli.

Scendo le scale, come lo faccio il caffè? O meglio un cappuccino? Sono molto indeciso.

Oh.

C'è già Leon, in cucina. Addio solitudine.

Ed è ancora vestito come ieri sera, segno che non ha dormito, quindi è successo qualcosa.

Ecco qua, anche stamattina mi tocca fare lo psicologo.

«Ehi», lo saluto. Lui si gira lento. Che occhiaie...

«Buondì», risponde.

«Insomma. Non hai dormito? Ti faccio un caffè, se no vai a sbattere con la macchina quando rientri.»

Apro i pensili, prendo il caffè e la macchinetta. Preparo tutto e la metto sul fuoco, attendo qualche minuto e mi guardo attorno. Mi beo del silenzio.

«Ci siamo baciati.»

Quasi mi cade il barattolo dalle mani. L'ha detto davvero? Diamine...

«Leon... lo sai che non devi», dico.

«Ha avuto una reazione... Cristo, Nero, era una crisi di panico e non ho potuto fare niente.»

Non mi ascolta, è partito. Addio Leon.

«Adesso non iniziare», gli porgo la tazzina piena, «Non è colpa tua se Cass ha un passato terribile.»

«Si stava per buttare dal balcone. Ci stava provando di nuovo, devo dirlo agli altri, dobbiamo stare più attenti.»

Ci... ha provato, ancora?

Il sangue mi si gela nelle vene. Diamine, lei si stava... e noi eravamo di sotto, a divertirci.

«Cazzo», mormoro.

«Già. Per fortuna l'ho tenuta d'occhio.»

Butto giù il caffè senza neanche assaporarlo, tanto sono sconvolto. Leon nemmeno tocca il suo.

«Eppure sembrava stare meglio», considero.

Lui annuisce, «Il suo numero di telefono è iniziato a girare, c'è gente che le scrive in privato chiedendole di fare sesso a pagamento.»

Diamine. Mi passo una mano fra i capelli, li tiro indietro e sbuffo. Non ci voleva.

«Vorrei averli tra le mani», Leon ha lo sguardo fisso nel vuoto. E so bene quanto è serio. Può fargliela pagare, ha i mezzi e le conoscenze necessarie per farlo.

Suggerisco, «Non puoi parlarne a Fabio?»

Il suo volto s'illumina.

«Ho fatto degli screen e me li sono mandati. Glieli rigiro in mattinata.»

Fabio, l'entità oscura che manovra da dietro le quinte la vita di Leon, a seconda degli eventi. Solo io e lui sappiamo che esiste.

Grazie a lui, forse Cass potrà tornare a respirare.

«E invece la tua situazione?» chiedo, «Sai che così, qualora ti trovassero, metteresti in pericolo Cass?»

«Sto mettendo in pericolo tutti solo esistendo, Nero.»

Vorrei replicare, ma non posso. Seth ci raggiunge.

«Caffè...» mugugna.

«Buongiorno, principessa. La solita tazza mug?»

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